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ApprofondimentiEconomia Mar 22 agosto 2023

La sfida dei Brics: una valuta anti-dollaro

Al via il meeting tra Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica. Sul tavolo il progetto di una valuta da usare negli scambi internazionali La sfida dei Brics: una valuta anti-dollaro
Gianluca Paolucci
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Gianluca Paolucci

Ha lavorato per Reuters e La Stampa occupandosi di finanza, crac bancari, criminalità finanziaria e corruzione. Dal 2022 è caporedattore di Verità & Affari e scrive per La Verità e Panorama.

Brics, una valuta anti-dollaro

Non una vera moneta unica come l’euro, quanto piuttosto una valuta da utilizzare negli scambi internazionali. Con l’obiettivo di spezzare l’egemonia del dollaro. C’è anche questo nell’agenda del meeting dei Brics (Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica) che si è aperto in Sudafrica. La proposta è partita dal presidente brasiliano Inacio Lula Da Silva.

Alternativa al dollaro

Una vecchia fissa del presidente brasiliano, che già mesi scorsi, durante una visita in Cina, aveva detto di “pensare ogni notte” al perché il dollaro debba essere la valuta per gli scambi internazionali. A precisarla meglio è stato però il ministro delle Finanze russo Anton Siluanov al canale televisivo Cgtn. “Ora l’enfasi principale nello sviluppo delle relazioni commerciali è posta sugli accordi sulle valute nazionali – ha spiegato Siluanov -. Vediamo la possibilità di discutere la creazione di un singolo sistema. Questo può essere un’unità di conto per i Paesi membri del Brics. Non una valuta unica come nell’Ue ma un’alternativa al dollaro, in cui si può esprimere il costo della consegna delle materie prime”.

Contro World Bank e Fondo monetario

A favore anche Wilma Roussef, ex prescindete brasiliano adesso a capo della New Development Bank (Ndb), la “Banca dei Brics” nata nel 2015 con l’obiettivo, a sua volta, di fare concorrenza a World Bank e Fondo monetario. “Cosa succede quando stabiliamo una relazione tra i Paesi della nostra regione? Dobbiamo avere dollari, il dollaro diventa un riferimento obbligatorio – ha detto Rousseff –. Un grande politico francese ha chiamato questa questione dell’egemonia del dollaro, questa eterna connessione, di privilegi assurdi”. Intanto, proprio la Ndb emetterà prestiti in real brasiliani e rand sudafricani.

Le richieste d’ingresso

La New Development Bank, ha spiegato la ex presidente brasiliana, sta valutando le richieste di adesione di circa 15 paesi e probabilmente approverà l’ammissione di quattro o cinque. “Ci attendiamo di prestare 8-10 miliardi di dollari quest’anno” ha detto Rousseff, segnalando che la banca punta a usare valute locali per il 30 per cento di questi prestiti. Inoltre, la Ndb emetterà debito in rand in Sudafrica e intende fare la stessa cosa con il real in Brasile. Attualmente già emette debito in renminbi cinese.

I rischi per il dollaro

A fronte delle riserve manifestate da molti osservatori sulla valuta dei Brics, soprattutto occidentali, c’è da registrare qualche opinione contraria. Come quella di Joseph W. Sullivan, ex consigliere della Casa Bianca durante l’amministrazione Trump. Secondo il quale una moneta dei Brics può effettivamente avere possibilità di successo. A differenza dei tentativi bilaterali come quello tra Russia e Cina, che con le sanzioni per l’invasione dell’Ucraina hanno deciso di regolare l’interscambio in yuan. Secondo Sullivan infatti l’accordo russo-cinese obbliga (obbligherà) comunque la Russia a utilizzare il dollaro per il suo interscambio con i paesi terzi.

 

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