Amplifon paga le vecchie iper valutazioni: le previsioni sul titolo
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Finanza Mer 28 settembre 2022

Amplifon paga le vecchie iper valutazioni, ma potrebbe tornare in alto

La Borsa pare diventata sorda ai richiami di Amplifon. La società leader nel settore degli apparecchi acustici ha accusato un duro colpo. Amplifon paga le vecchie iper valutazioni, ma potrebbe tornare in alto
Fabio Pavesi
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Fabio Pavesi

Le previsioni su Amplifon

La Borsa pare diventata sorda ai richiami di Amplifon. Al di là del facile gioco di parole, la società leader nel settore degli apparecchi acustici ha accusato un duro colpo sul listino. Il titolo di una delle più apprezzate multinazionali tascabili del Paese ha lasciato sul campo dall’inizio di questo travagliato anno il 43% del suo valore, una delle performance peggiori del listino delle blue chip battuta in negativo solo dalle disastrate Saipem e Telecom Italia. L’azione è infatti passata dagli oltre 46 euro del 3 gennaio del 2022 ai 26,6 euro delle quotazioni di ieri. Un decalage rapido e quasi senza soluzione di continuità per uno dei titoli che hanno fatto la fortuna negli anni passati dei suoi azionisti.

Eccezione negativo

Dall’avvio della tempesta sui mercati, Amplifon non è riuscita a difendersi, quasi dimezzando il suo valore di Borsa in soli 9 mesi. Un andamento così negativo non si è mai visto per il colosso globale degli apparecchi acustici, da tempo iscritto nel novero delle migliori aziende multinazionali del listino milanese.

Basti pensare che la corsa in Borsa, fino al 2022, è stata da primato. Nei 5 anni fino a fine dicembre del 2021 il titolo ha fatto boom, passando da poco meno di 13 euro al suo record storico di oltre 47 euro toccato a fine dicembre del 2021. Di mezzo c’è stato il Covid che però la società fondata dalla famiglia Holland ha più che bypassato incrementando il valore di Borsa e i solidi fondamentali economici.

Ma i conti sono ottimi

Eppure i conti di Amplifon non hanno deluso neanche nella prima parte del 2022, dove si è concretizzata la forte caduta borsistica. La semestrale pubblicata a luglio racconta di ricavi ulteriormente saliti. Oggi valgono poco più di un miliardo realizzato in sei mesi con una crescita dell’11% sui 12 mesi precedenti. Il margine operativo lordo ha chiuso a 260 milioni con un utile netto di 90 milioni. Numeri che dicono che la crescita e la redditività continuano a marciare a ritmi sostenuti, tra l’altro in linea con le ottime performance del passato.

Amplifon a fine del 2021 fatturava 1,95 miliardi con un utile netto di quasi 160 milioni con un’incidenza sul fatturato di poco più dell’8%, il livello più alto in assoluto della sua Storia. E i numeri del primo semestre dicono che il traguardo dei 2 miliardi di ricavi è alle viste e la redditività netta dovrebbe superare il record del 2021. Del resto che Amplifon abbia corso e bene non è un mistero. Negli ultimi 5 anni, come riporta la banca dati di S&P Global Market Intelligence, ha visto il fatturato salire di oltre 700 milioni (un sonoro +50%) e gli utili sono stati crescenti arrivando a cumulare profitti netti per quasi 600 milioni.

Guardandola così si fa fatica a comprendere tanto accanimento nel vendere un titolo che certo sui fondamentali non dovrebbe indurre alla fuga. L’unico vulnus potrebbe essere rappresentato dal debito che oggi vale, quello finanziario, intorno ai 900 milioni. Ma anche qui grandi preoccupazioni non se ne vedono dato che nel 2021 Amplifon ha prodotto un margine lordo di quasi 400 milioni e la società è anche ben patrimonializzata. E allora l’unica spiegazione razionale è legata alle valutazioni. La corsa negli anni in Borsa ha portato il titolo a valere prima della caduta di quest’anno oltre 10 miliardi di capitalizzazione. Che ha voluto dire essere valorizzata ben cinque volte i suoi ricavi e 25 volte i suoi margini. Con lo sboom ora Amplifon ha ridotto il valore di Borsa a poco più di due volte e mezza il suo fatturato.

Tenere il passo

E allora cosa è accaduto? Verosimile che con la caduta delle Borse gli investitori abbiano venduto i titoli più cari e che più erano saliti negli anni, portando a casa le cosiddette prese di beneficio. Guadagni virtuali che con l’alleggerimento del portafoglio sono divenuti guadagni reali. Succede così (vedasi l’hi-tech americano) che quando l’Orso morde in Borsa i primi titoli a essere venduti sono quelli che hanno corso di più in passato. Si realizzano i guadagni e si può sempre tornare a comprare, passata la bufera, lo stesso titolo a prezzi più bassi. Se Amplifon continuerà il suo passo di marcia a livello di conto economico, la Borsa tornerà quasi sicuramente ad ascoltare le sirene di una delle migliori società del listino.

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