Tim, effetto Meloni: le azioni salgono in Borsa tra Opa e rete unica
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Finanza Mer 02 novembre 2022

Effetto Meloni su Tim, il titolo sale in Borsa tra Opa e rete unica

Effetto governo Meloni sul titolo Tim, che continua il rialzo in Borsa. In pratica è ai massimi da metà settembre con le azioni. Effetto Meloni su Tim, il titolo sale in Borsa tra Opa e rete unica
Maddalena Camera
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Maddalena Camera

L’andamento delle azioni Tim

Effetto governo Meloni sul titolo Tim, che continua il rialzo in Borsa. In pratica è ai massimi da metà settembre con le azioni risalite vicino a 0,21 euro di valore. Certo non è un trionfo, dato che il titolo è sempre molto lontano da quei 0,505 euro per azione promessi da Kkr soltanto a gennaio in caso di Opa sulla società, ma è pur sempre qualcosa visto che era precipitato a 0,16 euro.

Cosa è successo? Niente di epocale ma è bastato a ridare un po’ di fiducia ai corsi azionari. Il governo appena eletto ha infatti potrebbe procedere a passi spediti verso una soluzione della vicenda. Le deleghe per le tlc dovrebbero rimanere come prima almeno in parte in capo al Mise, ossia il ministero per lo sviluppo economico che ha cambiato nome diventando ministero per le imprese e il made in Italy, sotto il ministro Adolfo Urso. Ma chi scalpita per ottenere le deleghe sulle tlc è il senatore Alessio Butti (coordinatore di Fratelli d’Italia per le strategie sulle tlc) che è stato nominato sottosegretario dell’innovazione tecnologica, quello che prima era il ministero di Vittorio Colao che aveva parte delle deleghe tlc.

Butti è l’ideatore del progetto Minerva che prevederebbe l’opa su Tim da parte di Cdp. Non l’acquisto della sola rete dunque ma di tutta la società con la contestuale cessione di ServiceCo, ossia la struttura che si occupa degli abbonati fissi e mobili. In questo progetto nella costituzione di una unica infrastruttura di accesso tra la rete di Tim e quella di Open Fiber, sarebbe l’ex-monopolista ad aggregare sotto di sé il concorrente nato nel 2016 su impulso del governo Renzi. La neo costituita società della rete sarebbe poi controllata da Cdp che ha già il 60% di Open Fiber e il 10% di Tim. E dunque con la rete in capo a Cdp e sotto l’egida di Tim, l’azienda di tlc tornerebbe ad essere un asset industriale italiano, come già sono Enel, Eni o Leonardo.

L’operazione appare semplice sulla carta anche perché Tim capitalizza, azioni di risparmio comprese, circa 4 miliardi di euro. Ma l’azionista di riferimento, ossia Vivendi che ha il 23,9%, ha fatto fare una stima da banca Rotschild che valorizza la rete di accesso di Tim oltre 30 miliardi di euro. Indiscrezioni indicano che Cdp potrebbe offrire per la rete fino a 22 miliardi. A cui però bisogna sottrarre il pesante debito accumulato da Tim, che è pari a 24 miliardi. Di questi almeno 13 andrebbero a pesare sulla rete e il resto su ServiceCo e EnterpriseCo. Ossia la società dei servizi alle imprese che sono quelli a maggior valore aggiunto e destinati alla maggiore crescita, dove infatti c’è anche il cloud. Questa società sarebbe stata valutata da Cvc intorno ai 7 miliardi.

La settimana scorsa Tim ha firmato una proroga a Cassa Depositi e Prestiti rispetto al MoU siglato nei mesi scorsi per la realizzazione della rete unica. Ci sono però delle novità tra cui il fatto che non si tratta più di un accordo in esclusiva. E dunque Tim potrebbe intavolare discussioni anche con altri fondi di investimento oltre a Cdp e Macquirie, ossia il fondo australiano che già possiede il 40% di Open Fiber. Certo c’è sempre il Golden Power che il governo può esercitare. E dunque le trattative non gradite verrebbero fermate.

Se Cdp dovesse lanciare un’opa su Tim il prezzo comunque dovrà essere congruo e mai sotto gli 11 miliardi complessivi offerti da Kkr. Offerta che il cda di Tim rifiutò reputandola troppo bassa. Ora per vari motivi, tra cui la ripresa dell’inflazione e i tassi di interesse alti che pesano sul debito, Tim vale in Borsa meno della metà rispetto a inizio gennaio. Il piano Minerva elaborato da Fratelli d’Italia prevede oltre allo spezzatino delle attività di Tim anche una cura dimagrante degli organici. L’obiettivo è quello di abbattere l’enorme debito che da anni paralizza le attività dell’azienda. Certo è che il consenso sul titolo raccolto da Bloomberg rimane molto prudente con un target medio a 0,31 euro ad azione.

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