Margherita contro i figli, la saga infinita dell'eredità Agnelli
Menu

QUOTIDIANO INDIPENDENTE - Fondato e diretto da MAURIZIO BELPIETRO

Home/ Finanza/In evidenza
FinanzaIn evidenza Ven 19 maggio 2023

Margherita contro i figli, la saga infinita dell'eredità Agnelli

Atteso prima dell'estate il verdetto a Torino nella causa che oppone John, Lapo e Ginevra alla madre. Il nodo della residenza di Marella Margherita contro i figli, la saga infinita dell'eredità Agnelli
Redazione Verità&Affari
di 
Redazione Verità&Affari

La saga infinita dell’eredità Agnelli

Il verdetto è atteso prima dell’estate. Ma l’ennesima puntata giudiziaria della saga sull’eredità degli Agnelli difficilmente sarà quella finale. In tribunale a Torino si confrontano Margherita Agnelli e i figli avuti dal primo marito, Alain Elkann. Oggetto del contendere, i due patti relativi all’eredità Agnelli.  La vicenda è quella nota degli accordi stipulati da Margherita – unica figlia superstite di Gianni e Marella – nel 2004 e nel 2019 dopo la morte dei genitori.

Con il primo del 2004, Margherita rinunciava alla partecipazione nella Dicembre, la “cassaforte” che a cascata controlla il gruppo. Sancendo così il passaggio di John Elkann alla guida delle attività di famiglia. In cambio, Margherita ha ricevuto beni, immobili, opere d’arte e liquidità per un totale di 1,2 miliardi. Con l’atto del 2004, Margherita rinunciava anche a pretese successive sul patrimonio familiare. 

I “Patti di Ginevra”

Il secondo atto è quello relativo all’eredità della madre Marella, scomparsa nel 2019. Entrambi sono stati siglati a Ginevra, dove la madre risiedeva, e per questo sono noti come “Patti di Ginevra”. La legge svizzera permette questo tipo di accordi ereditari, proibiti invece in Italia. Nella causa torinese, i legali di Margherita contestano appunto la legittimità della residenza della madre, sostenendo che Marella tra il 2003 e il 2019 non avrebbe mai trascorso più di quattro mesi all’anno in Svizzera. Rendendo così impossibile qualificarla come residente in Svizzera e dunque invalidando gli accordi sull’eredità. Tra i documenti depositati, anche il tracciamento dei voli dell’aereo privato utilizzato da Margherita per i sui spostamenti. Dai quali risulterebbe che per lunghi periodi la donna avrebbe soggiornato nella sua villa in Marocco. I legali dei figli John, Lapo e Ginevra Elkann sostengono che la legittimità degli accordi è già stata sancita sia dalle autorità svizzere che da quelle italiane.

Dalla bancarotta al successo

Al momento della firma dell’accordo del 2004, la Fiat era sull’orlo della bancarotta e Margherita non era intenzionata ad avere ruoli nelle attività di famiglia. Inizialmente aveva cercato di imporre il secondo marito Serge De Pahlen alla guida del gruppo, trovando l’opposizione di familiari e consulenti del gruppo e della famiglia. Attualmente la holding Exor, controllata dalla Giovanni Agnelli bv con il 53%, a sua volta controllata dalla Dicembre, capitalizza quasi 20 miliardi di euro e ha partecipazioni, tra le altre, in Stellantis e Ferrari. Margherita sostiene inoltre che una parte del patrimonio del padre non fosse noto al momento della firma dell’accordo del 2004 e le sia stato svelato solo successivamente.

La madre contro i figli

Secondo gli osservatori, è improbabile che Margherita punti a rivedere l’assetto azionario della Dicembre, dove John Elkann ha il 60% e i fratelli Lapo e Ginevra il 20% a testa. Più probabile che punti invece a ottenere una ulteriore compensazione finanziaria, anche in luce della ripresa di valore degli investimenti rispetto al 2004.

Ma il verdetto di Torino potrebbe non essere la parola finale di un contenzioso che divide Margherita e i figli da ormai quasi 20 anni. In parallelo è in corso un ulteriore procedimento in Svizzera. E Margherita non sembra intenzionata a mollare.

Condividi articolo