Mps, il piano di Lovaglio: taglia i costi, ma delude il mercato
Molti dei numeri del nuovo piano di Mps ricalcano esattamente le previsioni della vigilia e anche le linee guida del piano.Il piano di Monte dei Paschi
Molti dei numeri del nuovo piano di Mps ricalcano esattamente le previsioni della vigilia e anche le linee guida del piano del precedente amministratore delegato, Guido Bastianini. Il dato, però, è che a oggi, nonostante le rassicurazioni dei mercati, non si hanno novità sull’attesa proroga che la Commissione Europea (Dg Comp) deve concedere alla banca controllata dal Tesoro perché dismetta la sua quota pari al 64% dell’istituto di credito.
«Siamo fiduciosi che le linee guida del piano riflettano i potenziali committment di Bruxelles», si è trincerato l’amministratore delegato di Mps, Luigi Lovaglio. I numeri del piano parlano di un utile di circa 900 milioni a fine piano, nel 2026, con un ritorno alla distribuzione dei dividendi dal 2025. Ci sarà il completamento dell’aumento di capitale da 2,5 miliardi e un piano di ottimizzazione delle risorse che prevede uscite volontarie per 4 mila persone e una riorganizzazione delle filiali.
Utile e imposte
Sono questi appunto i numeri principali presentati ieri dall’amministratore delegato del Gruppo Luigi Lovaglio, il manager chiamato per traghettare la banca su nuove sponde ripartendo, come spiega Lovaglio, «dalle proprie radici, dalla forza del brand, dal talento delle persone e dalla propria vocazione di banca commerciale». Nel piano illustrato ad analisti e stampa, Mps prevede un utile ante imposte pari a 705 milioni nel 2024 che salirà a fine arco di piano a 909 milioni con ritorno alla distribuzione dei dividendi a partire dal 2025, sulla base di un pay-out ratio del 30%.