Tim, primo vertice tra Vivendi e Cdp: l'ingresso di Massimo Sarmi in consiglio può sbloccare la partita - V&A
Menu

QUOTIDIANO INDIPENDENTE - Fondato e diretto da MAURIZIO BELPIETRO

Home/ Finanza/Primo piano
FinanzaPrimo piano Gio 15 dicembre 2022

Tim, primo vertice tra Vivendi e Cdp: l'ingresso di Massimo Sarmi in consiglio può sbloccare la partita

Il Cda di Tim ha cooptato Massimo Sarmi in consiglio all'unanimità. La nomina dell'ex ad di Poste potrebbe sbloccare la partita sulla rete Tim, primo vertice tra Vivendi e Cdp: l'ingresso di Massimo Sarmi in consiglio può sbloccare la partita MASSIMO SARMI ASSTEL
Redazione Verità&Affari
di 
Redazione Verità&Affari

La prima riunione tecnica sulla rete

Prima la riunione tecnica sul dossier rete, quindi il consiglio di amministrazione di Tim che ha cooptato all’unanimità Massimo Sarmi in consiglio. Altra giornata intensa per l’ex monopolista della telefonia con due eventi che solo apparentemente sono scollegati. Al mattino, infatti, al ministero delle Imprese e del Made in Italy si è tenuto l’incontro tra i rappresentanti di Vivendi – per il primo azionista francese di Tim c’era l’amministratore delegato Arnaud de Puyfontaine – la delegazione di Cassa Depositi e Prestiti (da segnalare l’assenza dell’ad Dario Scannapieco) e quella dei dicasteri interessati. Il ministro Adolfo Urso ha portato un saluto e ha sottolineato l’importanza della funzionalità della rete nazionale con alcune estensioni estere e la salvaguardia dei livelli occupazionali. Ma al di là dei convenevoli e delle prime impressioni che parlano di un incontro interlocutorio (a metà giornata il titolo viaggiava intorno alla parità poco sotto quota 0,21 euro per azione per poi chiudere con un ribasso superiore ai due punti) che è servito a gettare le basi per il prossimo vertice di martedì ci sono alcuni segnali dei quali è difficile non tener conto. Probabile si sia discusso anche del destino di Sparkle – la controllata di Telecom Italia (Tim) attiva nel settore dei cavi sottomarini – che secondo Reuters il governo vuol portare sotto il controllo pubblico.

Comunque l’invito al tavolo tecnico di Vivendi non era scontato e ha una doppia valenza, politica da un lato e strategica dall’altro. Sembra evidente infatti che i rapporti tra il governo di centrodestra e il colosso dei media transalpino siano migliori rispetto a quelli intrattenuti con il precedente esecutivo. Vivendi è primo azionista di Tim con il 24% e dopo quello che è successo nell’ultimo anno – prima è saltata l’Opa di Kkr poi l’offerta di Cdp per la rete Tim – sembra evidente che senza passare per de Puyfontaine sia difficile sbrogliare i nodi legati al debito monstre di Tim e alla questione della rete.

La scissione proporzionale

Prendere atto di questo però non basta perché se Vivendi e Cdp (il secondo azionista con poco meno del 10%) non trovano la quadra si resterà nel pantano. E il tempo corre, visto che il governo ha promesso di delineare una strategia che possa portare alla rete pubblica entro la fine dell’anno. Al momento l’ipotesi più accreditata è quella di una scissione proporzionale del titolo in base alla definizione delle due società che verrebbero create: la NetCo da una parte e la SerCo dall’altra. Vedremo.

Intanto il cda all’unanimità ha deciso di sostituire il consigliere dimissionario Frank Cadoret con l’ex ad di Poste Italiane Massimo Sarmi, già presidente di Fibercop, la società della rete secondaria di Tim, fortemente voluto da Vivendi e rispetto al quale si parla già di un possibile ruolo esecutivo come nuovo presidente al posto di Salvatore Rossi o addirittura come ad al posto di Pietro Labriola. Per l’esperienza e il ruolo istituzionale la nomina di Rossi potrebbe rappresentare un punto di svolta nei rapporti di forza tra il primo e il secondo azionista di Tim e quindi anche per il dossier della rete. 

Condividi articolo