Dal giuramento al Consiglio dei ministri, le tappe del nuovo governo
Menu

QUOTIDIANO INDIPENDENTE - Fondato e diretto da MAURIZIO BELPIETRO

Home/ In evidenza/Governo
GovernoIn evidenza Sab 22 ottobre 2022

Dal giuramento al primo Consiglio dei ministri, le tappe del nuovo governo

Con la cerimonia del campanello che si svolgerà domenica 23 ottobre alle 10,30 a palazzo Chigi il primo governo di Giorgia Meloni. Dal giuramento al primo Consiglio dei ministri, le tappe del nuovo governo
Franco Bechis
di 
Franco Bechis

Il primo governo di Giorgia Meloni

Con la cerimonia del campanello che si svolgerà domenica 23 ottobre alle 10,30 a palazzo Chigi il primo governo di Giorgia Meloni si insedierà ufficialmente e una donna presiederà per la prima volta nella storia della Repubblica italiana un consiglio dei ministri. Questa mattina, sabato 22 ottobre, alle 10, il giuramento sulla Costituzione italiana davanti al presidente della Repubblica. Piazza del Quirinale blindata per l’occasione, con via del Quirinale chiusa al traffico.

Da ieri sera invece sappiamo o almeno presumiamo di conoscere la lista dei ministri. C’è il beneficio del dubbio perché a solo un’ora dalla lettura formale dell’elenco da parte della stessa Meloni al Quirinale è arrivata una clamorosa e inedita rettifica per un “errore di trascrizione”: erano stati invertiti i due ministeri assegnati ad altrettanti esponenti di Forza Italia. Il senatore Gilberto Pichetto Fratin sarà ministro dell’Ambiente e della sicurezza energetica e non della pubblica amministrazione come letto dalla premier davanti alle telecamere, e l’onorevole Paolo Zangrillo sarà invece ministro della Pubblica amministrazione.

Lo scambio di poltrone

Va citato questo scambio di poltrone, perché non era mai accaduto nella pur lunga e variopinta storia dei governi repubblicani. Per qualche ora c’è stato anche un giallo sulle responsabilità dell’incidente: colpa di una distratta ed emozionata Meloni o del dattilografo del Quirinale che aveva battuto al computer la lista definitiva dopo l’approvazione di Sergio Mattarella? Secondo una versione ufficiosa raccolta da Verità&Affari l’errore sarebbe stato nella mail inviata da Forza Italia con le caselle concordate per la sua squadra. I dattilografi le hanno copiate, la Meloni ha letto e solo dopo ci si è accorti dell’errore.

Incidente a parte, il governo non si discosta molto dagli ultimi toto-ministri che erano circolati. Ha due vicepremier: Antonio Tajani, agli Esteri. E Matteo Salvini, nuovo ministro delle Infrastrutture e i Trasporti. Il ministro dell’Economia è Giancarlo Giorgetti. Il ministro dell’Interno è Matteo Piantedosi, attuale prefetto di Roma e capo di gabinetto di Salvini quando era ministro dell’Interno nel primo esecutivo gialloverde. Guido Crosetto è ministro della Difesa. Adolfo Urso prende il posto che era di Giorgetti, ma in un ministero che cambierà nome: non più sviluppo economico, ma ministero delle imprese e del Made in Italy. Ministro dell’Agricoltura e Sovranità Alimentare è Francesco Lollobrigida, che lascerà quindi il posto da capogruppo alla Camera di Fratelli di Italia.

Ministro della Giustizia Carlo Nordio, ex magistrato ed oggi deputato eletto in Fratelli di Italia che già lo propose e lo votò) per la successione di Sergio Mattarella al Quirinale. Ministro della Salute un tecnico come il professore Orazio Schillaci, attuale magnifico rettore dell’Università di Tor Vergata a Roma. Ministro del Lavoro – come anticipato proprio da Verità&Affari -, Marina Elvira Calderone, che da quasi un ventennio guida l’ordine del consulenti del lavoro. Ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, nato nella destra di An e poi avvicinatosi a Salvini. Ministro della Cultura l’attuale direttore del Tg2, Gennaro Sangiuliano. Ministro del Turismo Daniela Garnero Santanché. Nel primo consiglio dei ministri verrà nominato il magistrato ed ex parlamentare di An Alfredo Mantovano come sottosegretario alla presidenza del Consiglio, quello che deve essere l’alter ego della Meloni.

I ministri senza portafoglio

C’è poi l’elenco dei ministri senza portafoglio: Maria Elisabetta Alberti Casellati alle riforme Istituzionali, Luca Ciriani (anche lui destinato a lasciare la carica di capogruppo di Fdi in Senato) ai rapporti con il Parlamento, Raffaele Fitto agli Affari Europei, Roberto Calderoli agli Affari regionali, Sebastiano Musumeci al Sud e politiche per il mare, Andrea Abodi allo Sport e giovani, Eugenia Maria Roccella ministro della Famiglia e Alessandra Locatelli ministro delle Disabilità. Naturalmente in elenco anche i due ministri azzurri dello scambio di poltrone da cui abbiamo iniziato.

Sulla squadra ognuno naturalmente avrà i suoi pareri, e quelli dell’opposizione sono naturalmente negativi con qualche carineria verso la Meloni che è pur sempre la prima donna a salire sul tetto della politica italiana. Ma una cosa è evidente: l’Italia si è destra, e l’impronta della Meloni si vede in modo chiaro sulle scelte fatte. Prima cosa perché è prevalente la presenza di esponenti di Fratelli di Italia, e nello stesso nome di alcuni ministeri (sovranità alimentare; Made in Italy etc…) è stato ben chiaro il marchio nazionalistico e patriotico tipico di Fratelli di Italia. Poi anche nei ministeri delle altre forze politiche qualcosa di quella mano della leader di intravede (Valditara è un po’ in condominio). Forte anche l’indicazione della Roccella alla famiglia, a chiarire che culturalmente la Meloni intende svoltare sul tema.

Il messaggio sul Pnrr

Chiaro anche il messaggio sul Pnrr da cambiare, visto che ha sostanzialmente fatto saltare i due ministeri portanti sul tema nel governo di Mario Draghi: quello della transizione ecologica e quello della transizione digitale, del tutto eliminato. Meno chiara la scelta del ministro della Salute, che è stato collaboratore di Roberto Speranza e gran sostenitore da membro del Cts dell’Istituto superiore della Sanità della linea della fermezza sia sul vaccino anti Covid che sul green pass. Questa potrebbe essere un a doccia gelata su una parte dell’elettorato di centrodestra.

Altrettanto nebulosa la divisione dei compiti che potrebbero esserci fra il ministero del sud e del mare di Musumeci e quello delle Infrastrutture e dei Trasporti di Salvini. Il leader leghista già ha fatto circolare una nota informale per avvisare che a lui non cederà deleghe, né sulle capitanerie di porto né sul trasporto via mare. Rischia di essere un incaglio non da poco, per rimanere in tema. Ma certo le urgenze del governo da lunedì saranno altre: un decreto sulle bollette e la legge di bilancio da preparare in fretta e furia.

Condividi articolo