Pensioni, Quota 103 lascia il posto a Quota 104: ecco cosa cambia
Restano i 41 anni di contributi minimi, ma si riduce la parte retributiva nel calcolo dell'assegno. Le simulazioni sulla base delle bozze SEDE DELL' INPS, TARGA INPS LOGOCosa cambia da Quota 103 a Quota 104
Quota 103 lascia il posto a Quota 104. Tra le misure introdotte dalla Manovra 2024, una novità sostanziale riguarda la materia pensionistica. Le due misure, Quota 103 e Quota 104, presentano in realtà delle differenze sostanziali e non sono la nuova il prolungamento della vecchia. Sulla base delle bozze circolate finora e in attesa di conoscere i testi definitivi, la Quota 104 che entrerà in vigore nel 2024 prevede la possibilità di andare in pensione a 63 anni con 41 anni di contributi. Mentre il sistema attualmente in vigore prevede la facoltà di andare in pensioni a 62 anni con 41 di contributi.
Riduzione della quota retributiva
Introdotta con la Manovra 2023, la misura di Quota 103 scade alla fine di quest’anno. Nel nuovo regime di quota 104, chi sceglierà questa opzione dovrà rinunciare a una parte dell’assegno. Circa il 4%, secondo le stime. Si tratta dell’effetto del taglio della componente retributiva (ovvero legata all’ultimo stipendio) della pensione rispetto alla quota contributiva (legata ai contributi versati durante la vita lavorativa). Una riduzione del 12% della parte retributiva, sulla base delle bozza circolate.
Le simulazioni
Ipotizzando una pensione di 2000 euro lordi mensili con la vecchia Quota 103, in caso di adesione alla Quota 104 l’assegno mensile sarebbe di 1920 euro, con un taglio di 80 euro (lordi). Calcolata su una base di 1500 euro, l’assegno sarebbe di Quota 104 sarebbe apri a 1440 euro con una riduzione di 60 euro. Secondo il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, “Non è Quota 104 piena, c’è un meccanismo di incentivi per rimanere al lavoro”.
La finestra di Quota 103
Per i lavoratori che hanno maturato i requisiti previsti da Quota 103 entro il 31 dicembre 2023, è prevista comunque la possibilità di richiedere il trattamento pensionistico in qualsiasi momento successivo all’apertura della cosiddetta “finestra”.