La regola del 5+5, ecco la tregua fiscale secondo Fratelli d’Italia
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PoliticaPrimo piano Lun 08 agosto 2022

La regola del 5+5, ecco la tregua fiscale secondo Fratelli d’Italia

A ridisegnare il fisco per Fratelli d’Italia è Maurizio Leo, responsabile del dipartimento Economia e Finanze del partito di Giorgia Meloni La regola del 5+5, ecco la tregua fiscale secondo Fratelli d’Italia
Fiorina Capozzi
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Fiorina Capozzi

Giornalista di economia e finanza con esperienza internazionale e autrice di "Vincent Bolloré, il nuovo re dei media europei" (2015) e "Telecommedia a banda larga" (2020). Riconosciuta da Reporters without borders per il suo lavoro sui media europei.

La tregua fiscale per Fratelli d’Italia

Ridisegnare la macchina fiscale, investendo in tecnologia e nell’Agenzia delle Entrate, valorizzando le competenze dei dipendenti e definendole meglio. Separare l’interpretazione delle norme fiscali dall’attività di accertamento. A ridisegnare il fisco per Fratelli d’Italia è Maurizio Leo, responsabile del dipartimento Economia e Finanze del partito che racconta a Verità & Affari cosa vuole fare Giorgia Meloni, voltando pagina rispetto al passato. Perché è necessario far chiarezza nell’interesse dei contribuenti, del Paese e della stessa sostenibilità dei conti che resta un impegno ineludibile nei confronti di Bruxelles.

Da dove iniziare per un fisco più moderno che, sfruttando anche le nuove tecnologie, non sia vessatorio, ma equo nei confronti di cittadini e imprese? «Per un nuovo assetto della macchina dello Stato bisogna innanzitutto fare pulizia – si chiarisce innanzitutto dal partito di Giorgia Meloni – ciò significa che non si può più tenere nel bilancio pubblico mille miliardi di crediti inesigibili, quasi dei Non perfoarming loan di Stato che sono in buona parte solo una posta figurativa». Di qui la scelta di Fratelli d’Italia di una tregua fiscale, un cappello sotto il quale il partito inserisce un saldo e stralcio per importi limitati, una rottamazione e una serie di possibili intese sul contenzioso. Con la «regola del 5+5», ovvero versamento dell’imposta dovuta, senza condoni, più 5% di sanzioni pagabili in 5 anni.

Ma andiamo per gradi. «Il periodo Covid ha generato non poche difficoltà ai contribuenti soprattutto di carattere finanziario – spiegano da Fdi – Il riferimento non è solo alle piccole imprese e al lavoro autonomo, ma anche al lavoro dipendente. Tutto ciò ha reso oggi più che mai necessari interventi mirati su tutto quello che attiene alle dichiarazioni, agli accertamenti e anche alle cartelle per mettere i contribuenti in condizioni di adempiere all’obbligo tributario diluendo il pagamento del dovuto nel corso del tempo e disinnescando, o applicando al minimo, le sanzioni che gravano sull’imposta. In materia di Iva ci sono sanzioni che sono quasi da esproprio: raddoppiano l’imposta da pagare. Può poi accadere che il contribuente che non è in regola debba pagare una doppia penalità con la conseguenza che si arriva ad una sanzione che va dal 110 al 220 per cento dell’imposta».

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