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ImpresePrimo piano Mer 13 dicembre 2023

Prestiti al settore privato in frenata dell'1,9%, ma dal 2024 tornerà a crescere

Studio di EY: i mutui ipotecari in aumento dell'1,1% quest'anno. Il credito al consumo è stimato in crescita del 4,5% Prestiti al settore privato in frenata dell'1,9%, ma dal 2024 tornerà a crescere
Redazione Verità&Affari
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Il credito bancario al settore privato si contrarrà dell’1,9% nel 2023 per poi tornare a crescere dell’1,1% nel 2024 e del 2,5% nel 2025, analogamente alle altre principali economie dell’Eurozona. È quanto emerge dall’EY European Bank Lending Economic Forecast 2023, analisi della congiuntura creditizia europea, finalizzata ad approfondire l’evoluzione dei prestiti al settore privato e a prevederne gli andamenti.

Credito al consumo in crescita

Secondo lo studio di EY, i mutui ipotecari dovrebbero aumentare dell’1,1% quest’anno, comunque in calo rispetto al +4,2% nel 2022. Il credito al consumo è stimato in crescita del 4,5% quest’anno, mentre si prevede che i prestiti alle imprese subiranno una contrazione del -5,1%, prima di tornare a crescere dell’1,4% nel 2024.

Stefano Battista, Italy Financial Services Market Leader di EY, commenta: “Gli intermediari finanziari continuano a operare in un contesto macroeconomico e geopolitico molto complesso: i tassi di interesse sono ai livelli più elevati dalla nascita dell’Eurozona, le tensioni e i conflitti in Europa e Medioriente hanno avuto una escalation nel corso di quest’anno e, sebbene l’inflazione e i prezzi dell’energia stiano scendendo, il quadro di riferimento rimane incerto. I volumi delle transazioni del mercato immobiliare hanno subito nella seconda parte dell’anno una frenata e di conseguenza il livello dei mutui sta scendendo. Guardando al futuro, le banche italiane si trovano a dover intraprendere una serie di azioni per confermare la solidità dei propri indicatori economico-finanziari in un anno in cui i tassi di interesse dovrebbero iniziare a ridursi, continuando a supportare i clienti e mantenendo un livello di investimenti importante, necessario a sostenere la trasformazione tecnologica digitale, elemento strategico per una crescita sostenibile nel lungo termine”.

Aumento dei prestiti non garantiti

Sebbene i prestiti ipotecari netti siano aumentati nel terzo trimestre del 2023, la crescita dello 0,1% è stata marginale, la più debole dal secondo trimestre del 2015: il trend positivo per i prestiti ipotecari in Italia potrebbe quindi arrestarsi (l’incremento è stato in media del 3,1% dall’inizio del 2020 a metà del 2023, contro l’1,2% dal 2015 al 2019). Tuttavia, grazie a una crescita contenuta sia dei prezzi delle abitazioni (a fine 2022 i prezzi medi in Italia erano superiori del 9,3% rispetto a inizio 2019, mentre in Germania e Francia i prezzi degli immobili sono aumentati rispettivamente del 24,4% e del 22,4% nello stesso periodo) sia – prevedibilmente – dei tassi d’interesse, il rallentamento dei prestiti ipotecari potrebbe essere moderato in prospettiva. Lo stock, pertanto, dovrebbe crescere dell’1,1% quest’anno, in riduzione rispetto al 4,2% del 2022. Nel 2024 si stima un aumento dello 0,8%, mentre nel 2025 il previsto taglio dei tassi dovrebbe favorire un incremento maggiore (+1,7%).

L’aumento del 5,1% a/a dei prestiti non garantiti italiani nel terzo trimestre è stato il più forte tra le grandi economie dell’Eurozona. Ha rappresentato, inoltre, una ripresa rispetto al + 4,6% nel secondo trimestre ed è stato il maggiore dal primo trimestre del 2020. I miglioramenti in alcuni fondamentali dell’economia italiana – grazie anche al calo dell’inflazione – hanno sostenuto la crescita del credito al consumo. L’analisi prevede comunque un lento aumento del credito al consumo quest’anno e il prossimo, rispettivamente dell’1,1% e dello 0,5%, poiché l’impatto dei tassi di interesse più elevati si farà sentire. Nel complesso, si prevede che il credito netto al consumo aumenterà del 4,5% quest’anno, rispetto al 3% del 2022, seguito dall’1,2% nel 2024 e dal 2,6% nel 2025.

La flessione

Il lungo periodo di riduzione dell’indebitamento da parte delle imprese italiane, iniziato durante la crisi del debito dell’Eurozona e temporaneamente interrotto nel 2020 e nel 2021 quando le aziende hanno fatto ricorso a programmi di prestito garantiti dal governo, è ripreso. I prestiti netti alle imprese sono diminuiti dell’8,7% a/a nel terzo trimestre del 2023, il quarto trimestre consecutivo in cui si è registrato un calo a/a, lasciando lo stock di debito societario al livello più basso dal primo trimestre del 2005 in termini di liquidità. Gli investimenti delle imprese rimarranno probabilmente molto contenuti nei prossimi trimestri, a causa dell’aumento sostenuto dei tassi di interesse e dell’incertezza sulle prospettive globali. Nel complesso, si prevede che quest’anno i prestiti netti alle imprese italiane diminuiranno del 5,1%, un’ulteriore flessione dopo il calo del 2,4% del 2022. Tuttavia, si prevede che la fine dei rialzi dei tassi di interesse potrà indurre un ritorno a una crescita modesta dell’1,4% nel 2024 e del 3% nel 2025.

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