Le scarpe italiane corrono: fatturato a +13,9% nel 2022- V&A
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ImpresePrimo piano Mar 03 gennaio 2023

Le scarpe italiane corrono: fatturato a +13,9% nei primi nove mesi 2022

Nei primi nove mesi del 2022 le scarpe italiane corrono con un fatturato in crescita del 13,9%. Boom dell'export Le scarpe italiane corrono: fatturato a +13,9% nei primi nove mesi 2022
Mikol Belluzzi
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Mikol Belluzzi

Le scarpe italiane corrono nel 2022

Il comparto calzaturiero italiano continua il recupero post-pandemia. Nei primi nove mesi del 2022, rispetto all’analogo periodo dell’anno precedente, ha registrato un incremento del fatturato del 13,9%. Questa è la fotografia scattata dal Centro Studi di Confindustria Moda per Assocalzaturifici che evidenzia anche un aumento dell’export (+23,7% in valore e +11,7% in volume, trainato dalle griffe del lusso), che ha già superato i livelli pre-Covid, con l’eccezione delle scarpe con tomaia in pelle, che presentano un gap del -11% in quantità sul 2019. Risultati premianti nei mercati comunitari con aumenti nell’ordine del +25% in valore in Francia e Germania, in Nord America (+62%) e in Medio Oriente (+58,5%). Bene anche la Cina, ma soprattutto per l’alto di gamma (+43% in valore, con un +34% nel prezzo medio). Pesanti, invece, le conseguenze della guerra in Russia e Ucraina (-32% nei primi 9 mesi nell’insieme, con un -40% dall’inizio del conflitto); tra gli stati dell’ex blocco sovietico cresce il Kazakistan (+33,4%).

L’incremento dei costi erode il fatturato

“Nonostante l’incremento a doppia cifra del fatturato settoriale 2022, con previsione di ritorno a consuntivo sui livelli pre-pandemia, e i segni positivi in gran parte delle variabili, il forte aumento dei costi erode i margini delle imprese, costrette ad affrontare, oltre ai rincari delle materie prime, la fiammata senza precedenti degli energetici” sottolinea Giovanna Ceolini, presidente di Assocalzaturifici. “Rimane inoltre una grande disomogeneità tra le aziende, con 2 su 5 tuttora con fatturato sotto i valori pre-emergenziali”. Ceolini ha evidenziato che gli effetti della crisi appaiono evidenti nei dati relativi alla demografia delle imprese (con 180 chiusure tra i produttori di calzature da inizio anno, tra industria e artigianato, -4,5%), mentre nei livelli occupazionali trovano conferma il rimbalzo già registrato nei primi due trimestri (+2,3%, insufficiente, comunque, a ripianare le perdite subite nel biennio precedente) e la marcata riduzione, rispetto al 2021, delle ore di cassa integrazione guadagni autorizzate nell’area pelle (-81,6%, con ancora però un +80% sul 2019).

 

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