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ImpresePrimo piano Sab 21 gennaio 2023

Sicurezza, la strategia di Iseo tra meccanica ed elettronica: "Valutiamo operazioni per crescere"

Roberto Gaspari, ceo di Iseo, società nel settore della sicurezza, spiega la strategia: "Aperti ad altre operazioni se ci sono possibilità" Sicurezza, la strategia di Iseo tra meccanica ed elettronica: "Valutiamo operazioni per crescere"
Alberto Mapelli
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Alberto Mapelli

La strategia di Iseo, tra meccanica ed elettronica 

Poco più di un mese fa il gruppo Iseo ha completato una riorganizzazione del modello operativo all’interno del suo hub produttivo a Pisogne, in provincia di Brescia, da sempre il cuore pulsante del gruppo. Ma la strategia di sviluppo di Iseo, multinazionale leader nella progettazione e realizzazione di soluzioni in materia di sicurezza, protezione e gestione del controllo degli accessi sia meccaniche sia elettroniche, non passerà solo dalla massimizzazione dell’efficienza della sua sede centrale.

Un ruolo lo avranno anche, se arriveranno le giuste opportunità, nuove operazioni di m&a dopo quella di Sofia Locks arrivata poco più di un anno fa. “Non lo escludo – spiega Roberto Gaspari, ceo di Iseo -. Non possiamo competere con multinazionali dal fatturato miliardario a tutto tondo. Dobbiamo selezionare con attenzione quei settori verticali in cui diventare leader a livello internazionale. E per farlo dobbiamo crescere, sia internamente sia con operazioni che coinvolgano le giuste realtà che ci possano portare in dote nuove competenze per renderci ancora più attrattivi sul mercato”.

Facciamo un passo indietro. Quando inizia la storia di Iseo e come si arriva a un’azienda di queste dimensioni partendo da una realtà familiare?

“Iseo è poco più che cinquantenne. Nasce come storia familiare nel 1969 e si evolve in una multinazionale, seppur piccola rispetto a colossi che esistono nel nostro mondo. Oggi il gruppo è ancora in mano a due famiglie, Facchinetti e Faustini, che detengono circa il 60%. Il restante 40%, invece, è di Italmobiliare, entrata nella società nel 2018 proprio per supportare il salto di dimensioni”.

Ormai siete presenti in tutti i continenti. Quali sono i vostri numeri? 

“Iseo è una realtà di oltre 1.200 persone, con la produzione concentrata principalmente in Europa. In particolare qui in Italia, nonostante il fatturato provenga per l’80% dal mercato estero. Nel 2021 parlavamo di un giro d’affari di 145 milioni di euro. Nel 2022 (i bilanci sono ancora in fase di chiusura, ndr) abbiamo dei numeri che sono cresciuti secondo i piani in modo soddisfacente, nonostante i problemi macroeconomici li abbiano limati”.

Un ruolo importante nella vostra crescita lo riveste il centro di ricerca & sviluppo, concentrato quasi esclusivamente in Italia.

“Investiamo circa il 4% del fatturato nella ricerca e nello sviluppo. Che, ad eccezione di un terzo centro di ricerca che si focalizza soprattutto sulla parte software in Spagna, si divide tra Pisogne e Milano. Parliamo di circa una quarantina di persone in Italia, per un totale di 60 persone a livello di gruppo”.

Ricopre un ruolo importante nella strategia di Iseo?

“È un ramo molto importante dell’azienda. Soprattutto se si pensa che nella strategia di Iseo la crescita di fatturato nel settore elettronico dovrebbe andare a una velocità tripla rispetto a quella meccanica tradizionale. Il mondo va nella direzione della digitalizzazione anche nel settore della sicurezza e avrà una quota sempre più rilevante del nostro business. Per questo dobbiamo acquisire maggiori competenze. Iseo vuole essere protagonista non solo producendo e vendendo prodotti e soluzioni, ma anche sviluppandoli su misura delle esigenze del cliente. Ma senza abbandonare la parte meccanica, che rimane il core del nostro fatturato”.

Ha parlato di “settori verticali”: quali sono quelli in cui vi siete concentrati fino ad ora e su che scala? 

“Sicuramente gli edifici del mondo delle utility o di servizi pubblici. Ma anche realtà di co-working e co-living, dove ampi spazi condivisi si uniscono a luoghi più riservati. Su queste realtà vogliamo essere un player internazionale. Per fare alcuni esempi abbiamo lavorato per implementare la sicurezza della Elizabeth Line della metro di Londra, la DsTelecom Portugal e la torre Pwc di Milano”.

Come varia il vostro approccio in base alle dimensioni e al settore del cliente?

“Per ogni realtà l’approccio cambia: ci proponiamo per garantire sicurezza sotto diverse sfumature, con un percorso di progettazione in base alle esigenze. Per alcune strutture, per esempio le utilities che possono dover garantire un livello di sicurezza molto elevato, customizziamo il software in modo più rilevante. Più aumenta la digitalizzazione e la parte elettronica e più è probabile che le soluzioni diventino personalizzate”. 

La sicurezza è un tema molto sentito non solo nelle grandi strutture, ma anche per la propria casa. Quali sono le tendenze che si stanno sviluppando?

“Ci sarà sempre più integrazione tra la parte meccanica e quella elettronica. Non verrà sicuramente meno il lato meccanico, con la ricerca della perfezione e della maggiore sicurezza possibile con strumenti “tradizionali”. Ma ai cilindri si affiancheranno chiavi digitali, token temporanei, impronte digitali. Il tutto non solo per massimizzare la sicurezza, ma anche per semplificare l’uso e moltiplicarne le possibilità. Per esempio, concedendo delle chiavi di accesso temporanee digitali pur senza aver a disposizione il mezzo fisico. Senza considerare il dialogo di queste soluzioni con un sistema domotico, nel solco della casa intelligente. Quando le vedremo? Sono soluzioni che già esistono, anche plug-and-play. Quello che manca è più la conoscenza del pubblico di possibilità che già sono sul mercato”.

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