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In evidenzaPolitica Lun 19 dicembre 2022

Il governo copia il Qatargate. Via libera alle intercettazioni nelle case

Negli emendamenti del governo alla bilancio previsionale 2023 spunta il via libera ai servizi per piazzare microspie nelle abitazioni. Il governo copia il Qatargate. Via libera alle intercettazioni nelle case Il premier Giorgia Meloni
Redazione Verità&Affari
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Il modello indagini Qatargate in arrivo anche in Italia

Negli emendamenti del governo al bilancio di previsione 2023 spunta l’allargamento delle maglie delle intercettazioni che possono essere richieste dai servizi segreti. Resta la necessità dell’autorizzazione da parte del procuratore generale presso la corta di appello di Roma. Ma sarà possibile piazzare microspie anche in casa in deroga all’articolo 614 del codice penale che disciplina la violazione di domicilio.

Detta in altri termini, ai servizi sarà consentito entrare nelle abitazioni private ad ascoltare conversazioni funzionali alle indagini, esattamente come è stato fatto dalla polizia belga nel caso di Eva Kaili e Francesco Giorgi che ha coinvolto l’ex europarlamentare Pier Antonio Panzeri e l’europarlamentare Pd Andrea Cozzolino.

Formalmente la proposta nasce per una “migliore allocazione” dei fondi delle intercettazioni preventive dei servizi

Nella relazione tecnica si evidenzia infatti come il governo voglia “garantire una più coerente allocazione dei fondi destinati alla copertura delle spese per intercettazioni preventive dei servizi di informazione per la sicurezza”. Si prevede quindi di spostare l’imputazione delle spese, attualmente in capo al Ministero di Grazia e Giustizia, direttamente al Sistema di informazione per la sicurezza della Repubblica che fa riferimento al ministero del Tesoro.

“In tal modo si consente anche di evitare la circolazione al di fuori del Comparto intelligence di documentazione contabile, contenente elementi di natura sensibile con numeri telefonici e autorità autorizzante che rende riconducibile la relativa attività ai servizi di informazione, determinando un evidente vulnus alle esigenze di riservatezza che caratterizzato dette operazioni” come si legge nel testo. 

Nella realtà si cambiano le carte in tavola ispirandosi al modello belga

Proprio grazie alle intercettazioni, la procura belga ha disposto le perquisizioni nell’abitazione della Kaili dove sono stati ritrovati sacchi pieni di banconote alla base del fermo nell’ambito dell’inchiesta per presunta corruzione. Inoltre proprio la flagranza di reato ha consentito alla procura di agire in maniera efficace visto che si tratta dell’unica condizione che permette all’autorità giudiziaria belga di fermare un eurodeputato, senza prima ottenere l’autorizzazione dal Parlamento europeo per la sospensione dell’ immunità.

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