Effetto Nvidia sulle Borse. Piazza Affari nuovi record con Tenaris e Stm
Piazza Affari consolida oltre quota 32 mila. La corsa di Nvidia mette allegria alle Borse mondiali. I future di Wall Street +1,5%Nvidia
Il produttore di chip ha chiuso il periodo novembre 2023-gennaio 2024 con utili rettificati pari a 5,16 dollari per azione, il consensus era 4,59 dollari. Fatturato di 22,1 miliardi di dollari, circa due miliardi sopra le stime degli analisti. Il trimestre in corso dovrebbe chiudersi con un giro d’affari di 24 miliardi di dollari, le aspettative erano 22,2 miliardi di dollari. Gli elementi più notevoli della performance sono nella divisione dei chip per i data center. Le vendite sono arrivate a 18,4 miliardi di dollari, in aumento del 409% su base annua. Nel trimestre di un anno fa, le entrate per quel segmento erano solo 3,6 miliardi di dollari. “L’informatica accelerata e l’intelligenza artificiale generativa hanno raggiunto il punto di svolta. La domanda sta aumentando in tutto il mondo tra aziende, industrie e nazioni”, ha affermato il CEO Jensen Huang nel comunicato stampa dell’azienda.
Nvidia ha spiegato che la crescita è dovuta alle maggiori spedizioni delle GPU Nvidia Hopper utilizzate per la formazione e l’inferenza di modelli di intelligenza artificiale di grandi dimensioni e applicazioni di intelligenza artificiale generativa. I grandi fornitori di cloud computing hanno rappresentato oltre la metà delle entrate del centro dati per il trimestre. Il titolo è arrivato a guadagnare il 9% nel dopoborsa.
Verbali Fed
Il mercato obbligazionario si è indebolito anche per effetto di quanto è emerso dai verbali del Federal Open Market Committee (Fomc), l’organismo della Federal Reserve incaricato di guidare la politica monetaria. Il Treasury note a dieci anni si è portato al tasso del 4,36%, +8 punti base.
Servono “maggiori progressi” sull’inflazione prima di tagliare i tassi d’interesse, si legge nelle minute della riunione del 31 gennaio. I banchieri hanno ribadito che il picco dei tassi è stato “probabilmente” raggiunto, ma sono in aumento i rischi sull’inflazione determinati dalla geopolitica e dall’aumento dei salari. I banchieri hanno poi confermato che esistono, secondo loro, dei rischi da un allentamento della politica monetaria “troppo veloce”. Al termine di quella riunione, i banchieri della Fed decisero – in linea con le attese – di mantenere i tassi d’interesse al 5,25%-5,50%.
Obbligazioni
Le prospettive del mercato obbligazionario sono peggiorate negli ultimi quattro mesi e oggi “non vediamo particolare valore sulla parte lunga dei titoli di Stato dei paesi sviluppati. Il Bund resta un bene rifugio, forte di un rapporto debito Pil inferiore al 60%, ma con limitate prospettive di un potenziale rialzo. Il grosso della riduzione degli spread sui titoli corporate, inoltre, è già avvenuto negli scorsi mesi”, si legge nota di AcomeA Sgr. Alberto Foà, il presidente e responsabile del team obbligazionario, guarda con qualche preoccupazione all’andamento dell’offerta netta di titoli di Stato. “Le nuove emissioni governative per finanziare le manovre fiscali, infatti, non saranno più sostenute dalle banche centrali, le quali nei prossimi mesi continueranno invece a dismettere i titoli in portafoglio (Quantitative Tightening). Negli USA sono attese emissioni nette quest’anno per 1.920 miliardi di dollari dai 1.427 miliardi nel 2023 (+34,6%); in Italia per 150 miliardi di euro da 122 miliardi (+30%). Cinque anni fa, ancora in pieno Quantitative Easing, l’offerta netta era negativa negli USA, per -449 miliardi di dollari, e anche in Italia, per -42 miliardi.