Confcommercio firma contratto terziario, paga pù del salario minimo
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ApprofondimentiLavoro Mer 11 ottobre 2023

Confcommercio firma contratto terziario: paga ben oltre salario minimo

Il contratto del terziario siglato da Confcommercio prevede trattamenti economici superiori ai 9 euro del salario minimo Confcommercio firma contratto terziario: paga ben oltre salario minimo
Redazione Verità&Affari
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Confcommercio firma i contratti nazionali del terziario, distribuzione e servizi, turismo, trasporti e logistica e altri importanti accordi collettivi di categoria che, complessivamente, si applicano a quasi 5 milioni di lavoratori.

Il CCNL terziario, distribuzione e servizi, in particolare, viene applicato in Italia con oltre 2,8 milioni di addetti. Il contratto era scaduto nel 2019, ma lo scorso dicembre, Confcommercio aveva sottoscritto un accordo “ponte” con cui riconosceva 350 euro una tantum per ogni lavoratore e 30 euro al mese da aprile 2023 come acconto sul rinnovo.

Focus welfare

“È un contratto moderno e innovativo che ha il suo punto di forza nella bilateralità e nel welfare“, afferma l’associazione rappresentativa del settore, aggiungendo “rispetto ad altri contratti assicura la tutela della salute e della sicurezza sui luoghi di lavoro, la previdenza complementare e l’assistenza sanitaria integrativa”.

Il contratto del terziario prevede inoltre trattamenti economici complessivi ben oltre la soglia dei 9 euro indicata per il salario minimo, anche per i livelli più bassi: un VII livello VII, il più basso, applicato ad un addetto alle pulizie o garzone, riconosce 9,17 euro e si applica all’1,2% dei lavoratori; un addetto di IV livello come un contabile, magazziniere, banconiere o operaio specializzato- il 41,2% della forza lavoro – percepisce una retribuzione oraria di 11,59 euro.

Puntare sulle competenze

La direttiva dell’Unione Europea – ricorda Confcommercio – suggerisce l’introduzione del salario minimo nei Paesi nei quali la contrattazione collettiva copra meno dell’80% dei lavoratori dipendenti, e indica come riferimento un valore intorno al 50% del valore lordo medio o al 60% del valore lordo mediano della distribuzione delle retribuzioni. In Italia il tasso di copertura della contrattazione collettiva è ben oltre l’80% rendendo già conforme il nostro sistema alla direttiva.

Confcommercio fa anche un paio di proposte: rafforzamento della contrattazione delle Organizzazioni più rappresentative e riconoscimento dell’efficacia erga omnes dei CCNL principali; riduzione del cuneo fiscale e contributivo sui redditi da lavoro e detassazione degli aumenti contrattuali; misurazione della rappresentatività delle Organizzazioni datoriali e dei lavoratori e definizione della perimetrazione settoriale.

In Italia – si ricorda – mancano lavoratori e competenze. Nel turismo e nel commercio mancano, rispetto al 2022, circa 480 mila lavoratori e il 40% delle richieste delle imprese non sono soddisfatte per mancanza di competenze.

(Teleborsa) 

 

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