Dall'ex Ilva a Whirlpool: i dossier caldi di gennaio del governo - V&A
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LavoroPrimo piano Sab 07 gennaio 2023

Dall'ex Ilva a Whirlpool ed Electrolux: i dossier caldi a cui dovrà mettere mano il governo a gennaio

Dall'ex Ilva a Whirlpool ed Electrolux: i dossier caldi delle imprese a cui dovrà mettere mano il governo a gennaio. Dall'ex Ilva a Whirlpool ed Electrolux: i dossier caldi a cui dovrà mettere mano il governo a gennaio
Redazione Verità&Affari
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Redazione Verità&Affari

I dossier caldi del governo

L’inflazione lancia i primi segnali di rallentamento, ma a gennaio il governo avrà diversi dossier caldi da gestire nel mondo del lavoro e delle imprese in difficoltà. Dalle Acciaierie Italia di Taranto alla Jsw di Piombino, dalla Qf di Firenze alla Bosh di Bari, dalla Vitesco di Technologies di Pisa alla Lear di Torino.

Per cercare una soluzione per ognuno di essi il ministro delle Imprese e del Made in Italy Adolfo Urso, dopo l’ultimo decreto che ha consentito di tirare il fiato all’ex Ilva, cercherà delle soluzioni ad hoc con diversi tavoli in programma al ministero insieme ai sindacati. Il 18 gennaio focus sul comparto metalmeccanico, mentre il giorno successivo toccherà all’ex Ilva. 

I leader sindacali lanciano segnali contrastanti. Preoccupato Rocco Palombella, leader Uilm, che parla di “bomba ad orologeria”: “Il settore rischia di implodere”. Più tranquillo Roberto Benaglia, segretario generale della Fim: “Non c’e’ un’esplosione dei tavoli di crisi, sicuramente c’e’ un rallentamento dell’attivita’ industriale ma non siamo difronte a una dura recessione”. 

Ex Ilva e Jsw

A farla da padrona è ovviamente l’ex Ilva di Taranto. A dicembre il governo ha messo a disposizione 680 milioni per un aumento di capitale immediato e prevede un nuovo accordo tra Acciaierie Italia, ArcelorMittal e Invitalia. Nonostante l’incontro il 19 gennaio, Fiom, Uilm e Usb hanno proclamato uno sciopero dal 10 gennaio e confermato la manifestazione organizzata a Roma l’11 gennaio.

In totale sono circa 3 mila i lavoratori in cig e 1.700 quelli in cigs di Ilva in amministrazione straordinaria. Secondo i sindacati, gli stabilimenti versano in condizioni pessime, mancano interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria e, alla fine del 2022 si, arriveranno a produrre solo circa 3 milioni di tonnellate di acciaio rispetto ai 6 milioni promessi.

Da sciogliere anche il nodo Jsw: nel 2023 i sindacati chiedono un nuovo piano industriale e soluzioni di lungo periodo. La speranza è che arrivino anche offerte vincolanti per l’acquisizione di quattro stabilimenti Sanac, dal 2015 in amministrazione straordinaria, con il 41% dei lavoratori in cassa integrazione.

Whirlpool, Electrolux ed Epta

Continua anche l’annosa vertenza dell’ex Whirlpool, dove i lavoratori sono attesi per discutere il piano industriale. Dopo la soluzione trovata per il sito di via Argine, trasferito a Zes Campania, i sindacati attendono le decisioni della multinazionale sul futuro degli altri siti italiani.

Aperti anche altri dossier. Electrolux ha dichiarato oltre 300 esuberi, di cui 222 dipendenti diretti a cui si aggiungono i mancati rinnovi dei contratti in scadenza, distribuiti nei vari stabilimenti. Epta invece ha deciso di non rinnovare 286 contratti in somministrazione in scadenza a dicembre, tra Belluno e Padova.

L’ex Gkn e Wartsila

Da definire c’è ancora il percorso di reindustrializzazione della Qf, ossia l’ex Gkn di Firenze. L’Inps ha respinto la domanda di Cigo per il 2022, indicando la possibilità di richiedere la Cigs. Tra le possibilità aperte l’interessamento di una società pubblica o che collabora col pubblico.

Non va dimenticata la situazione di Wartsila di Trieste. Rientrata l’emergenza licenziamenti, ormai revocati, si attende il piano industriale triennale  che deve arrivare entro il 31 gennaio. Alle prese con una complessa transizione industriale ed energetica sono la Vitesco Technologies di Pisa e la Bosch di Bari, dove si fa ricorso ad ammortizzatori sociali e contratti di solidarietà. 

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