Salario minimo, scontro governo-opposizione
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AperturaLavoro Mer 06 dicembre 2023

Il salario minimo non passa. Intanto i sindacati firmano contratti da 5 euro l'ora

Bagarre in aula. Dal governo la controproposta sul lavoro povero. Il sindacato firma paghe nella sicurezza privata a 5 euro l'ora Il salario minimo non passa. Intanto i sindacati firmano contratti da 5 euro l'ora
Redazione Verità&Affari
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“Alcuni sindacati che vanno in piazza per rivendicare il salario minimo, vanno poi a trattare i contratti collettivi e accettano anche contratti con poco più di cinque euro all’ora, come accaduto di recente con il contratto della sicurezza privata“. L’accusa viene dalla premier Giorgia Meloni che spiega come ci sia una mancanza di coerenza nelle organizzazioni di categoria. E del resto non è un caso che alcuni sindacati abbiano evidenziato come il salario minimo rischi di allineare gli stipendi verso il basso. Una distorsione non da poco che con la contrattazione collettiva non può avvenire se il sindacato difende i suoi iscritti rifiutandosi di siglare contratti di lavoro povero. 

Per la presidente del Consiglio la proposta delle opposizioni, di una paga di almeno 9 euro l’ora, “per paradosso rischia di abbassare gli stipendi, perché il 95% dei lavoratori ha una paga oraria più alta e si rischierebbe di arrivare al paradosso in cui un datore dice: ‘se posso abbassarla a 9 euro, perché devo pagare di più?. Certo ci sono poi quelle sacche che prendono meno e sulle quali occorre intervenire come il governo intende fare”.

La nuova proposta del governo  

“La proposta per introdurre una migliore retribuzione per chi ha un salario povero inizia il suo iter alla Camera. C’è uno scontro, perché il centro-sinistra voleva l’approvazione del suo disegno di legge e noi invece abbiamo il nostro: andiamo avanti, la maggioranza è compatta e anche questa volta stiamo dimostrando di avere i numeri per governare e governare bene” ha spiegato Raffaele Nevi, portavoce di Forza Italia e vicepresidente vicario dei deputati azzurri, intervenendo a Tgcom24.

Intanto monta la polemica

La maggioranza in commissione, con un emendamento interamente sostitutivo approvato in commissione dal centrodestra, ha affossato la proposta di legge unitaria (eccetto Iv) trasformandola in una legge delega e cancellando la previsione di una retribuzione minima per legge di 9 euro lordi l’ora. Un atto al quale le opposizioni hanno risposto ritirando la firma dalla proposta. I lavori dell’aula della Camera sulla Pdl sul salario minimo, dopo una sospesensione per consentire ai parlamentari di partecipare alla manifestazione indetta dalla comunità ebraica romana, sono ripresialle 20,30. Le dichiarazioni di voto e il voto finale ci saranno invece domani.

Dopo che è stato bocciato l’emendamento dell’opposizione che puntava a riscrivere il testo della commissione Lavoro, il presidente M5S Giuseppe Conte ha strappato in Aula alla Camera il testo della proposta di legge sul salario minimo. “Questo gesto proditorio non lo compirete nel mio nome e nel nome del M5S. Per questa ragione ritiro la firma da questo provvedimento perché state facendo carta straccia del salario minimo legale. Questa battaglia è stata rallentata, ma la vinceremo perché il Paese è con noi” ha detto Conte.

“Meloni non ha avuto il coraggio di farvi votare contro la nostra proposta. Ha preso un sotterfugio, quello di una maggioranza che accetta solo di pigiare dei tasti. Potevate avere un sussulto di dignità e invece niente. Siete rimasti a capo chino – ha detto nell’Aula della Camera la segretaria del Pd Elly Schlein dopo la bocciatura dell’emendamento dell’opposizione alla pdl sul salario minimo –. Siete d’accordo sullo sfruttamento dei lavoratori”. Hanno ritirato al firma anche  Nicola Fratoianni,  Matteo Richetti, capogruppo di Azione e il segretario di +Europa, Riccardo Magi.

Bagarre in Aula, sospesa la seduta

Lo scontro è culminato con cartelli in Aula alla Camera a minuti dal voto finale sul salario minimo. Il vicepresidente Rampelli ha dovuto sospendere la seduta. Deputati di opposizione hanno esposto cartelli con la scritta «Salario minimo negato» e sono arrivati fino ai banchi del governo urlando in coro «Vergogna!». 

 

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