Superbonus, il conto finale: come l'edilizia peserà sul debito
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AperturaImmobiliare Mar 09 aprile 2024

Superbonus, il conto finale: come l'edilizia peserà sul debito

L'Agenzia delle Entrate fornirà al Mef il consuntivo delle ultime comunicazioni raccolte fino al 4 aprile. L'impatto sui conti. Superbonus, il conto finale: come l'edilizia peserà sul debito
Maddalena Camera
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Maddalena Camera
Il Governo è pronto ad approvare il Documento di Economia e Finanza. “Questo è l’ultimo Def classico che conosciamo – ha detto il sottosegretario all’economia Federico Freni – perché poi la programmazione sarà fatta con gli atti comunitari all’esercizio del nuovo patto di stabilità e crescita, quindi è un Def che non dovrebbe discostarsi molto da quelle che sono già state le previsioni che il governo ha fatto nella Nadef”. Sul testo gravano diverse incognite tra cui il Superbonus.  Il punto della situazione verrà fatto oggi quando l’Agenzia delle Entrate fornirà al Mef il consuntivo delle ultime comunicazioni raccolte fino al 4 aprile sugli sconti in fattura e le cessioni dei crediti dei bonus edilizi per le spese del 2023 e per le rate residue non fruite delle detrazioni riferite alle spese del 2020, 2021 e 2022.
 
Quella della settimana appena passata è stata l’ultima finestra utile per comunicare i dati alle Entrate, vista l’eliminazione della remissione in bonis prevista dal decreto di fine marzo, ed ora il passaggio dall’Agenzia al ministero consentirà ai tecnici di via XX settembre di ricalcolare l’impatto dei bonus sui conti pubblici. Sul deficit, ma ancora di più sul debito. Secondo quanto detto da Freni l’importo complessivo dei bonus edilizi  sarà sopra i 210 miliardi di euro, dal 2021 a oggi. “Quando lodiamo l’impatto del Pnrr sul sistema Paese non possiamo ignorare che abbiamo speso molto di più per i bonus edilizi di quello che spenderemo per il Pnrr (196 miliardi di euro)» – ha detto Freni che, come il ministro dell’economia Giancarlo Giorgetti è un fiero oppositore del Superbonus.  

Nella Nadef l’indebitamento netto di quest’anno era fissato al 4,3% del PIL e il debito al 140,1%. Il governo sarebbe propenso a mantenersi il più possibile in linea con quelle stime e, se così fosse, presenterebbe nel Def solo il quadro tendenziale. Per il 2024 l’asticella del debito ondeggia infatti ancora intorno al 140% del PIL. Se però, una volta conosciuto il concreto onere sull’erario delle detrazioni edilizie, i numeri dovessero distanziarsi molto da quelli di settembre, al tendenziale potrebbe aggiungersi anche il quadro programmatico. La coperta è corta certo ma colpevolizzare di tutto il Superbonus e gli altri bonus probabilmente non sarebbe giusto.

La misura tra luci e ombre

Infatti secondo il Financial Times  l’economia italiana è riuscita a far registrare il maggior aumento di Pil nel periodo che va dal quarto trimestre 2019 allo stesso periodo del 2023: +4,2% (meglio di Francia, Regno Unito e Germania). Il merito del balzo, secondo il quotidiano finanziario, sarebbe da ascrivere al superbonus dato che gli investimenti degli italiani nell’edilizia abitativa sono cresciuti del 30% rispetto al quarto trimestre del 2019, prima della pandemia, il tasso più rapido mai registrato in Italia da quando sono iniziati i dati comparabili nel 2000. Ciò si confronta con una crescita degli investimenti di solo il 4% per la Francia e del 7% per il Regno Unito nello stesso periodo, mentre la Germania ha registrato una contrazione degli stessi del 5%.
 
Secondo i dati Eurostat, la produzione edilizia nel dicembre 2023 è diminuita del 13% in Spagna, del 7% in Germania ed è rimasta stabile in Francia. In Italia invece è cresciuta del 40% rispetto a 4 anni prima. Ovvio che maggiori controlli sulla spesa avrebbero contenuto le detrazioni fiscali che sono andate non solo a beneficio dei proprietari che hanno commissionato i lavori ma, e sopratutto, nelle tasche delle imprese che hanno gonfiato le fatture.  Certo il numero delle asseverazioni relative al Superbonus 110%, per interventi di efficientamento energetico, presentate attraverso l’invio della domanda all’Enea al 31 marzo  scorso erano complessivamente 494.406. Gli investimenti ammessi a detrazione a livello nazionale erano pari a circa 117,2 miliardi.  A queste bisogna aggiungere anche gli altri bonus (Facciate, finestre, caldaie, condizionatori ecc) che farebbero salire la spesa fino ai 210 miliardi da lui pronosticati.
 
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