Canone Rai verso l'abolizione? Chi lo deve pagare e perché
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In evidenzaMedia Lun 17 ottobre 2022

Canone Rai verso l'addio? Chi lo deve pagare e perché

Il canone Rai è stato spesso definito come un'imposta fastidiosa e impropria. Anche se si tratta di 90 euro annuali Canone Rai verso l'addio? Chi lo deve pagare e perché ESTERNO SEDE RAI MILANO CORSO SEMPIONE 27 ANTENNA TRALICCIO RIPETITORE WAY
Marco Vassallo
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Marco Vassallo

Perchè si paga il canone Rai

Il canone Rai è stato spesso definito come un’imposta fastidiosa e impropria. Anche se si tratta di 90 euro annuali, questo importo grava su tutti i cittadini con una televisione e un apparecchio radio. Viste le tante evasioni, è stato dal 2016 incorporato nel costo della bolletta elettrica. Una mossa che ha permesso di aumentare i ricavi e perdere meno tariffe. Ora però il vento è cambiato e sembra essersi avviato un percorso verso l’eliminazione della tassa.

Dal 2023 il canone Rai verrà scorporato dalla bolletta elettrica

Il nuovo governo sembra intenzionato con una mossa politica ad abolire la tariffa. E il primo passo per cancellare il canone è quello di scorporarlo dalla bolletta elettrica. Questa misura, già decisa, partirà dal 2023, come previsto dal Decreto energia dello scorso aprile. Una notizia questa che non può piacere ai vertici di Viale Mazzini. Dove i conti sono in rosso e ora c’è pure il pericolo abbonamenti low cost delle piattaforme streaming. Le proposte economiche di piattaforme come Netflix, che abbattono i costi inserendo degli spazi pubblicitari, rischiano di rosicchiare audience ai canali nazionali e soprattutto alla Rai. Che teme un buco di 93 milioni.

La storia del canone Rai

La natura giuridica del canone risale ai temi di Mussolini, in particolare al regio decreto-legge 21 febbraio 1938, n. 246, convertito dalla legge 4 giugno 1938, n. 880 relativo alla Disciplina degli abbonamenti alle radioaudizioni. Questo provvedimento non è stato abrogato dal cosiddetto decreto Taglia-Leggi (con cui nel marzo 2010 il Ministro per la semplificazione normativa Roberto Calderoli ha provveduto ad abrogare circa 375.000 vecchie leggi) poiché incluso fra le norme non suscettibili di abrogazione nella detta forma. In sostanza ad oggi vale questa disposizione: “Chiunque detenga uno o più apparecchi atti od adattabili alla ricezione delle radioaudizioni è obbligato al pagamento del canone di abbonamento, giusta le norme di cui al presente decreto”.

Differenze tra canone ordinario e canone speciale

I novanta euro annuali corrispondono al canone ordinario. Questo tributo è intestato al detentore dello o degli apparecchi televisivi. Il canone è unico e copre tutti gli apparecchi televisivi detenuti dal titolare nella propria residenza o in abitazioni secondarie, o da altri membri del nucleo familiare anagrafico (cioè quello risultante dallo stato di famiglia). Non importa se il dispositivo sia di proprietà o in comodato, oppure si trovi in una casa in affitto. E non è discriminante nemmeno la cittadinanza: al tributo sono soggetti anche gli stranieri, turisti compresi, i quali potrebbero essere tenuti anche alle operazioni doganali relative all’importazione, ancorché temporanea, degli apparecchi. Chiaramente ci sono delle esenzioni: come quella per militari, agenti diplomatici,  e per gli anziani sopra i 75 anni con uno stipendio proprio o del coniuge non superiore ai 6713,98 euro annuali ecc. Poi c’è il canone speciale che pagano gli esercizi commerciali con un costo variabile in base al tipo di impresa, ente o associazione che detiene gli apparecchi televisivi e radiofonici e al numero di questi ultimi.

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