Regalo Ue a Mosca: per l’energia paga 170 miliardi in più
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ApprofondimentiMondo Dom 29 maggio 2022

Regalo Ue a Mosca: per l’energia paga 170 miliardi in più

L’Europa in meno di un anno ha pagato al resto del mondo 170 miliardi di euro in più, in termini di maggior esborso, per l'energia. Regalo Ue a Mosca: per l’energia paga 170 miliardi in più
Redazione Verità&Affari
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Gli effetti degli aumenti dei prezzi energetici

L’Europa in meno di un anno ha pagato al resto del mondo 170 miliardi di euro in più (pari all’1,3% del pil europeo), in termini di maggior esborso complessivo, a causa degli aumenti dei prezzi energetici. Tra i maggiori beneficiari, la Russia di Vladimir Putin. A segnalarlo è un documento del Centro studi di Unimpresa sullo scenario economico internazionale. Uno degli elementi più preoccupanti, in questa fase, è l’inflazione. A settembre la Bce potrebbe alzare i tassi di interesse di pochi decimali, probabilmente dello 0,25%. Questa decisione, osserva Unimpresa, serve per contrastare l’aumento dell’inflazione, ormai stabilmente sopra il 6% (quando il livello ottimale è stabilito al 2%).

L’inflazione

«L’allungamento della guerra, però, potrebbe portare alla recessione in Italia e non solo», ha commentato il presidente onorario di Unimpresa, Paolo Longobardi. «La Bce fa la sua parte, ma non basta. Per compensare l’inflazione, bisogna intervenire sugli stipendi e per farli aumentare ci sono due possibilità: aumenti concordati con i rinnovi dei contratti collettivi (sono scaduti oltre 50 ccontratti collettivi di 10 milioni lavoratori) oppure un taglio importante delle tasse (Irpef) che faccia aumentare subito il reddito disponibile delle famiglie; e questa seconda ipotesi è da preferire, considerando che la congiuntura non consente alle imprese di apportare maggiori costi del costo del lavoro».

L’analisi di Unimpresa

Nella sua analisi, Unimpresa spiega che la Banca centrale europea insegue la Federal Reserve americana sul rialzo tassi e ricorda che negli Stati Uniti l’inflazione è oltre l’8%, mentre in Gran Bretagna è addirittura al 10%. Ma il rialzo dei tassi coincide con la brusca frenata dell’economia: il problema per l’Europa e per l’Italia, pertanto, sarà la crescita zero o addirittura la recessione, prosegue Unimpresa.

Questa situazione è confermata dalle motivazioni con cui la Commissione europea ha esteso anche per il 2023 il congelamento delle regole sulle finanze pubbliche il cosiddetto patto di stabilità. Tuttavia, l’Europa concederà flessibilità solo per ridurre la bolletta dell’energia con qualche sostegno mirato oppure per interventi per i rifugiati ucraini: non saranno più permessi interventi generalizzati che mobilitano miliardi solo per far girare l’economia, come, ad esempio, il superbonus, ricorda Unimpresa.

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