La rincorsa del cloud e il nome da tenere a mente per gli investitori
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Nuove Economie Mar 30 agosto 2022

La rincorsa del cloud computing e il nome da tenere a mente per gli investitori

Snowflake, suggerita ai lettori come una interessante azione della cyber security in cloud perché con un modello di business innovativo. La rincorsa del cloud computing e il nome da tenere a mente per gli investitori
Edoardo Narduzzi
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Edoardo Narduzzi

Il successo di Snowflake nel consumption cloud

Lo scorso 5 maggio questa rubrica si è occupata di Snowflake, suggerendola ai lettori come una interessante azione della cyber security in cloud perché con un modello di business innovativo. All’epoca l’azione valeva circa 160 dollari mentre lo scorso venerdì ha chiuso a ridosso dei 200 dollari. Un rialzo a doppia cifra abbondante in un periodo molto laterale, per i titoli del tech più degli altri, con rare soddisfazioni per gli investitori. Snowflake è il quarto incomodo, quello più piccolo, nel business dai margini stratosferici del cloud computing dove Amazon, Alphabet/Google e Microsoft si contendo la leadership.

Ma la società del Montana col suo ceo Frank Slootman è la regina del cosiddetto consumption cloud, che significa pagare il servizio sulla base del consumo effettivo di dati o applicazioni. Insomma è una sorta di utility del cloud: permette di migrare e gestire tutti i dati aziendali in uno spazio virtuale sicuro e ben protetto e fattura solo per l’effettivo utilizzo che nel corso del mese o del periodo prescelto ne viene fatto. Il risultato è abbastanza sorprendente perché anno su anno il fatturato di Snowflake è cresciuto dell’83%, sfidando il rallentamento dell’economia ed i rischi della temuta recessione. Ma quello che è ancora più importante per gli investitori è analizzare il tasso di conservazione dei clienti della società americana: la cosiddetta net revenue retention è stata pari al 171% segnalando una significativa capacità del modello di business di espandere le vendite non solo verso nuovi clienti ma anche nei confronti di quelli già acquisiti.

In pratica il modello del consumption cloud rende agevole, una volta che il cliente ha verificato sul campo la qualità del servizio ricevuto, non solo far consumare di più i servizi già contrattualizzati, ma anche di far comprare nuovi servizi a valore aggiunto ai clienti già gestiti. È la componente forse più interessante della cosiddetta digital transformation, perché favorisce la migrazione progressiva verso il cloud dei processi di business delle imprese. Nell’ultimo anno i clienti contrattualizzati sono cresciti del 36% per raggiungere quota 6.808 dei quali 246 già spendono più di un milione di dollari all’anno in servizi di Snowflake.

Trattandosi di un business dalla marginalità enorme (l’Ebitda dei servizi in cloud può raggiungere anche il 70%) perché il costo incrementale di ospitare dati e processi di un nuovo cliente in cloud sono modesti una volta realizzata l’infrastruttura, si capisce perché il titolo può dare grandi soddisfazioni nel medio termine soprattutto se la società saprà congiuntamente far crescere il numero dei clienti medi e piccoli e quelli del Fortune 500. Oggi il target price medio del consensus è di 215 dollari, quindi non distante dal prezzo di chiusura di venerdì scorso, ma gli analisti più ottimisti si sbilanciano fino a indicare in 530 dollari il prezzo obiettivo. Il consumption cloud ha appena iniziato la sua corsa verso il nuovo mondo per far pagare dati e applicazioni come un qualsiasi consumo energetico.

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