Draghi non paga le imprese, ma pensa a nuove tasse. Fermi 65 miliardi
Invece di vagheggiare salari minimi perché lo Stato non paga cash i 65 miliardi di debiti che ha con le aziende.
Draghi non paga le imprese
Nel vortice dei sondaggi emergono qua e là delle indicazioni che vanno prese sul serio: per metà degli italiani il governo non funziona (vedremo oggi al Senato come va a finire) per due terzi la situazione economica è destinata a peggiorare e però il dato interessante è quello che riguarda chi deve e come deve porre rimedio. Una strada potrebbe essere stare dalla parte delle imprese che creano lavoro, ricchezza e aumentano il Pil. Ma tutto è demandato al taumaturgico Pnrr di cui per ora poco si è visto.
Per esempio invece di vagheggiare salari minimi perché lo Stato non paga cash i 65 miliardi di debiti che ha con le aziende? Mario Draghi ricorda tanto il Marchese del Grillo che dice all’ebanista Piperno: «Voi sapè er meccanismo? Io i sordi nu li caccio e tu non li pigli». Peccato che per accontentare alcuni partiti e i sindacati il presidente del Consiglio i soldi li stia cercando, magari pensando anche a qualche tassa in più.
Mario Draghi guarda all’uomo a cui deve molto – sarebbe da chiedersi se anche l’Italia gli sia debitrice cominciando a storicizzare il giudizio – e cioè Carlo Azeglio Ciampi. In periodo d’inflazione sfrenata, di debito che lievita e di orizzonte europeo e dell’Euro tutt’altro che sereno, l’attuale presidente del Consiglio che fu anche l’uomo delle svendite di Stato per inseguire la fata morgana del vincolo esterno riscopre la concertazione.