Il viceministro all'Economia Leo: «Vi spiego la tregua fiscale»
Menu

QUOTIDIANO INDIPENDENTE - Fondato e diretto da MAURIZIO BELPIETRO

Home/ Politica
Politica Mer 23 novembre 2022

Il viceministro all'Economia Leo: «Vi spiego la tregua fiscale»

Il viceministro all'Economia, Maurizio Leo, spiega che la tregua fiscale non riguarda solo cartelle, intende riequilibrare il rapporto fisco. Il viceministro all'Economia Leo: «Vi spiego la tregua fiscale»
Redazione Verità&Affari
di 
Redazione Verità&Affari

La tregua fiscale

Il viceministro all’Economia, Maurizio Leo, spiega al “Corriere della Sera” che la nuova tassa sugli extra profitti delle società del settore energia è la maggiore voce di entrata della manovra: “Il gettito previsto nel 2023 è di circa tre miliardi. Li incasseremo correggendo la base imponibile 2022 della tassa introdotta dal precedente governo e aumentando l’aliquota dal 25 al 35 per cento. Poi, per il 2023, abbiamo completamente cambiato la base, facendo riferimento non più al differenziale Iva ma all’utile di bilancio, sulla scia del regolamento Ue”.

Quanto alla tregua fiscale “non ci sono entrate nel 2023 sotto questa voce nella manovra, ma solo negli anni successivi, secondo valutazioni in corso”. “In ogni caso, la tregua fiscale, che non riguarda solo cartelle, intende riequilibrare il rapporto fisco-contribuente – aggiunge -. E non ci sono condoni. Prima delle cartelle, partiamo dalle dichiarazioni”. “Ci sono tanti contribuenti – continua Leo – che nei modelli di denuncia dei redditi tra il 2019 e il 2021 hanno dichiarato tutto, ma poi non sono riusciti a versare le imposte dovute. Ad esempio, a causa del Covid. E allora noi diamo la possibilità di saldare il debito col fisco in cinque anni e con una sanzione del 3 per cento”.

Ma c’è anche chi ha evaso dichiarando meno del dovuto. In questi casi le giustificazioni non reggono: “Abbiamo previsto due casi. Se il fisco ancora non ha contestato l’evasione, diamo la possibilità di un ‘ravvedimento operoso’ più graduale: si paga tutto il dovuto ma con più tempo, in due anni e con una sanzione del 5 per cento. Se invece l’evasione è già stata contestata, il contribuente può pagare a rate, in cinque anni, e con una sanzione del 5 per cento, oppure, se pensa che il fisco sia in errore, può ricorrere all’accertamento con adesione, apre cioè una trattativa col fisco per ridurre l’importo dovuto. Infine, se c’è già un contenzioso in corso, può chiuderlo, a seconda dell’esito e dello stato del giudizio, accedendo ad una conciliazione giudiziale”.

Non si tratta di un condono secondo il viceministro, tuttavia ci sono tanti sconti, anche per chi ha evaso. E le cartelle fino a mille euro vengono annullate: “Con la tregua fiscale vogliamo instaurare un rapporto non più conflittuale col contribuente e smaltire il magazzino crediti dell’Agenzia delle entrate, che ha raggiunto 1.132 miliardi, di cui solo una minima parte esigibile. Ecco perché cancelliamo le cartelle fino a mille euro notificate fino al 2015, mentre per le altre si dovrà pagare tutto, ma in cinque anni, senza sanzioni, aggi e interessi”. I contribuenti interessati dalle misure sono “tantissimi. Basti pensare che quelli che hanno cartelle pendenti sono 19 milioni”, ha concluso Leo. 

Condividi articolo