Verso la manovra, pensioni, pace fiscale e bollette: le novità
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CronacaPrimo piano Mar 01 novembre 2022

Verso la manovra, pensioni, pace fiscale e superbonus. Ma il 75% dei soldi andrà alle bollette

Il governo di Giorgia Meloni va avanti a marce forzate per condurre in porto la legge di bilancio. La coperta è corta. Verso la manovra, pensioni, pace fiscale e superbonus. Ma il 75% dei soldi andrà alle bollette
Riccardo Pelliccetti
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Riccardo Pelliccetti

Riccardo Pelliccetti, triestino, è stato caporedattore e inviato speciale per 20 anni de Il Giornale, dopo aver lavorato per diversi quotidiani, periodici e riviste web, occupandosi di politica estera e difesa. Ma è tornato alla sua passione: l’economia. Ha pubblicato i libri “La via dell’esodo” (1997), “I nostri marò” (2013) e “Le verità negate” (2020).

La manovra finanziaria del governo Meloni

Il governo di Giorgia Meloni va avanti a marce forzate per condurre in porto la legge di bilancio. La coperta è corta, l’inflazione continua a crescere e trovare le risorse per alleggerire una delle crisi più gravi degli ultimi decenni non sarà impresa facile. Circolano le voci più disparate sull’entità della manovra, che potrebbe essere di 30-40 miliardi di euro, ma c’è che ipotizza che ne serviranno almeno 50. D’altronde, assistiamo a un’inarrestabile salita dei prezzi in tutti i comparti, con le materie prime che svettano. E per affrontare il caro energia bisognerà tener conto che le previsioni del governo di Mario Draghi andranno aggiornate perché si basavano su prezzi inferiori a quelli attuali.

Pacchetto energia

In ogni caso, la legge di bilancio conterrà un consistente pacchetto sull’energia, si parla di almeno il 75% delle risorse dedicato a misure sulle bollette di famiglie e imprese. Le stime del deficit programmatico che si stanno delineando nella Nadef (Nota di aggiornamento del documento di economia e finanza) fanno emergere una dote iniziale per la manovra tra i 10 e i 21 miliardi, ma non è ancora possibile definire quale sarà la cifra totale per tutti gli interventi. Il ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti sta valutando con i tecnici del suo dicastero le risorse da reperire. Una parte, fino a 21 miliardi, potrebbe arrivare aumentando il deficit programmato fra il 3,9 e il 4,5% rispetto al Pil. La Nadef del governo Draghi stimava invece per il 2023 un deficit del 3,4% sul Pil.

Le novità

Ci sarebbero comunque delle novità. La prima sulle pensioni (per evitare lo scalone al primo gennaio), con un incentivo alla permanenza al lavoro degli over 63. Si tratterebbe di sgravi contributivi al lavoratore per invogliarlo ad andare in pensione più tardi. E poi l’introduzione di una green tax per chi consegna merce a domicilio (piattaforme di ecommerce) se utilizza mezzi inquinanti. La misura favorirebbe il rinnovo degli automezzi e darebbe una spinta verso la transizione all’elettrico e all’ibrido.

Restano poi sul tavolo le misure già annunciate, come la proroga al cuneo fiscale di 2 punti e l’allargamento della flat tax per le partite Iva con l’imposta secca del 15% fino a 100mila euro di redditi in più dichiarati rispetto al triennio precedente. E’ anche allo studio di estendere ad altri beni primari l’Iva ridotta al 5% per aumentare il potere d’acquisto delle famiglie. Quasi certa anche la modifica della norma sugli extraprofitti, per la quale si studiano due opzioni: modificare la base imponibile oppure alzare la percentuale (ora al 25%) del prelievo. In arrivo l’innalzamento del tetto al contante, si parla infatti di portarlo a 5mila euro rispetto agli attuali 2mila e un intervento sul reddito di cittadinanza, al quale si vogliono ridurre le risorse per recuperarle in futuro e destinarle ad altre misure. Si parla anche di revoca del sussidio a chi rifiuta una proposta di lavoro.

Per quanto riguarda la sanatoria per cartelle esattoriali, il governo pensa di accompagnare la manovra con un decreto legge, nel quale le misure di saldo e stralcio (cioè cancellazione dei piccoli importi) alla rottamazione con sanzioni e interessi al 5% e una rateizzazione di cinque anni.

Resta il problema coperture. Intanto, una spending review per tutti i ministeri e poi un taglio del superbonus 110%, che finora è costato allo Stato 51 miliardi, e che potrebbe far risparmiare circa 20 miliardi. Il bonus fiscale passerebbe all’80% per poi scendere progressivamente al 70% nel 2024, al 65% nel 2025 ed essere poi estinto definitivamente.

Un altro passaggio sarà l’approvazione in Parlamento della Relazione sull’aggiustamento di bilancio, necessaria per poter utilizzare il “tesoretto” di circa 10 miliardi di minor deficit lasciato dal governo Draghi per finanziare il quarto decreto Aiuti (che quasi sicuramente conterrà la proroga a dicembre dei crediti di imposta per le imprese energivore e lo sconto sulle accise carburanti) con qualche misura più incisiva per famiglie e imprese.

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