Elezioni, ecco il programma economico dei 5 Stelle
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Politica Lun 08 agosto 2022

Elezioni, ecco il programma economico dei 5 Stelle

Il programma economico-finanziario del Movimento 5 Stelle di Giuseppe Conte mette l’accento su innovazione e tecnologia. Elezioni, ecco il programma economico dei 5 Stelle GIUSEPPE CONTE PRESIDENTE MOVIMENTO 5 STELLE
Fiorina Capozzi
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Fiorina Capozzi

Giornalista di economia e finanza con esperienza internazionale e autrice di "Vincent Bolloré, il nuovo re dei media europei" (2015) e "Telecommedia a banda larga" (2020). Riconosciuta da Reporters without borders per il suo lavoro sui media europei.

Il programma economico dei 5 Stelle

Il Superbonus come misura strutturale. Il cashback fiscale per il rimborso immediato delle spese detraibili, come le spese mediche. E poi ancora la digitalizzazione della pubblica amministrazione con il portale unico del cittadino e delle imprese. Taglio del cuneo fiscale e prevenzione dell’evasione grazie alle innovazioni. Il programma economico-finanziario del Movimento 5 Stelle mette l’accento su innovazione e tecnologia perché per il partito di Giuseppe Conte è da li che passerà il cambiamento. E il Paese non è ancora pronto nonostante tanti passi in avanti siano stati fatti in questa legislatura.

A raccontare a Verità&Affari le misure che il Movimento ritiene prioritarie per la prossima legislatura è il senatore Emiliano Fenu, che è componente del comitato economico del partito. «Voglio subito spezzare una lancia a favore del Superbonus e soprattutto del meccanismo di cessione dei crediti che l’Europa ha molto apprezzato – ha spiegato Fenu -. Non è infatti il Superbonus, dove sono preposti diversi soggetti al controllo, ad aver dato vita alle frodi che invece arrivano dalle altre agevolazioni edilizie come il bonus facciate. Il meccanismo del Superbonus funziona e funziona bene». Come ricorda Fenu, per ogni euro investito ne tornano infatti indietro tre.

Dato che ha spinto l’Unione europea a lodare la misura del governo Conte. Non solo: «Lo Stato ha speso 38 miliardi creando 124 miliardi di ricchezza per il sistema economico. Per questo noi vorremmo diventasse una misura strutturale o almeno di lungo periodo come suggerisce l’Unione europea». Tanto più che, come evidenzia il senatore, le casse pubbliche non ci hanno rimesso un solo euro dalle frodi che invece pesano sui conti di banche e Poste, incaricate anch’esse di fare i dovuti controlli con diligenza. «Con il Superbonus, l’Erario ci guadagna. É un moltiplicatore per l’economia che comporta un beneficio al sistema economico ben maggiore rispetto al costo del Superbonus per l’Erario – ha aggiunto -. Anzi vorremmo che il meccanismo dei crediti fosse utilizzato anche per altri settori come del resto il governo di Mario Draghi ha fatto per il comparto delle imprese energivore».

Si al Rdc col ritocco

Fenu difende poi anche il Reddito di cittadinanza che è una misura contro la povertà (come certificato dall’Istat con il Rdc abbiamo evitato che 1 milione di persone finisse in povertà) e che ha fatto emergere la questione della povertà del lavoro. Tutto questo, secondo Fenu, è indissolubilmente legato con il salario minimo, misura che il Movimento 5 Stelle sostiene, e con la riduzione del cuneo fiscale. «L’introduzione del salario minimo legale è finalizzato a combattere la povertà lavorativa e peraltro non esclude la presenza della contrattazione nazionale collettiva» ha aggiunto. Reddito e Salario Minimo sono esempi di pre-distribuzione. Noi vogliamo dare segnali di politica economica alle famiglie e alle fasce più deboli, non soltanto redistribuendo ma anche pre-distribuendo. Vogliamo mettere le persone nelle condizioni di non essere salvate a valle con pesanti manovre di politica economica».

Più complessa è la questione Irpef dei lavoratori dipendenti che rappresenta una delle maggiori fonti di gettito dell’Erario. «Su questo riteniamo sia necessario intervenire attraverso la lotta all’evasione che affonda le radici in due misure concrete: la prima è l’innovazione tecnologica con la riduzione all’uso del contante, la seconda è un intervento sulle fonti di reddito delle multinazionali che fatturano in Italia e pagano le tasse all’estero o le pagano solo in minima parte nel nostro Paese» ha precisato.

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