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In evidenzaTlc Mer 28 febbraio 2024

Fastweb-Vodafone: il nodo dell'occupazione preoccupa i sindacati

L'offerta di Swisscom pone un serio interrogativo dal punto di vista occupazionale nel settore delle tlc dopo gli esuberi dell'operazione Tim Fastweb-Vodafone: il nodo dell'occupazione preoccupa i sindacati
Maddalena Camera
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Maddalena Camera

L’offerta di Swisscom, ossia l’operatore svizzero che controlla Fastweb, per Vodafone Italia pone un serio interrogativo dal punto di vista occupazionale. Se l’operazione andasse in porto creerebbe un gestore di telefonia fissa e mobile da 7 miliardi di ricavi e circa 9 mila dipendenti (circa 6mila Vodafone il resto Fastweb). Dai numeri si evince che la combinazione delle due entità porterebbe a un gestore simile per numero di abbonati a Tim ma molto diverso per numero di dipendenti.

Tim (senza la rete) avrebbe comunque il doppio dei dipendenti di Fastweb-Vodafone

Dopo lo scorporo scorporo della rete fissa, infatti, a Tim resterebbero almeno 18mila dei 40 mila dipendenti attuali. Una differenza notevole rispetto ai 9mila della combinata Fastweb-Vodafone. Mentre come gestore fisso, mobile e di servizi per le imprese la situazione sarebbe simile. Infatti la combinazione delle due società produrrebbe un gestore con una notevole quota di mercato nel mobile, già oggi Tim e Vodafone sono simili con oltre il 27%. Nel fisso si arriverebbe,  combinando le quote di mercato, a quasi il 30% con una presenza davvero molto importante nella cosiddetta broadband, ossia utenti che hanno connessioni a banda ultralarga e in fibra.  Per la cronaca Telecom è al 40%.

I timori dei sindacati

Anche nel settore dei servizi alle imprese, dove Tim punta su Enterprises, i due gestori destinati al matrimonio sono già, individualmente, molto forti. Si comprendono dunque i sempre maggiori timori dei sindacati di categoria per la tenuta occupazionale: non solo per quanto riguarda Tim dopo lo scorporo della rete  ma anche nel caso di accordo e integrazione tra Fastweb e Vodafone. Certo nella cosiddetta ServCo, ossia la società che dovrebbe nascere dopo lo scorporo della rete resta inclusa Tim Brasil che può contare su ricavi in crescita, +10% nel 2023 con fatturato a 4,5 miliardi di euro, ma certo non basta a sostenere la società controllante italiana.

Il ruolo di Ilad

Il consolidamento del mercato potrebbe produrre qualche esito, sgradito agli utenti, sul fronte delle tariffe che potrebbero essere incrementate, almeno nelle speranze degli operatori.  Ma certo non sarebbe semplice anche perché sul fronte del mobile (ma anche del fisso) Iliad resterebbe un concorrente difficile da piegare.  Anche la società francese fondata da Xavier Niel aveva fatto un’offerta per Vodafone Italia ma solo per il 50% della società. A questo proposito, secondo Equita, dopo l’investimento di Iliad in Svezia dove ha rilevato il 20%, per 1,6 miliardi, dell’operatore Tele2,  potrebbe tentare di acquisire la quota di Vivendi in Tim, ossia il 23,7%.

 
 

 

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