Poste, gli obiettivi per il 2023: utile netto 1,7 mld, dividendo di 71 cent
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Imprese ItalianePrimo piano Gio 30 marzo 2023

Poste, gli obiettivi per il 2023: utile netto 1,7 mld, dividendo di 71 cent

Poste ha presentato la guidance per il 2023: l'obiettivo è far crescere l'utile netto a 1,7 miliardi di euro e il dividendo a 71 centesimi Poste, gli obiettivi per il 2023: utile netto 1,7 mld, dividendo di 71 cent
Redazione Verità&Affari
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Gli obiettivi di Poste per il 2023

Poste Italiane, dopo un 2022 in crescita, punta nel 2023 a un risultato operativo pari a 2,5 miliardi di euro, a partire da un EBIT baseline del 2022 di 2,36 miliardi, con il contributo di tutti i settori di business che più che compensa gli effetti negativi generati dall’inflazione sui costi e dai costi di avviamento del business di Poste Energia.

L’utile netto è visto a 1,7 miliardi di euro, rispetto al livello dell’esercizio 2022 di 1,51 miliardi, mentre l’obiettivo di dividendo per azione per il 2023 è rivisto al rialzo a 0,71 euro (+9% su base annua), grazie a una maggiore visibilità del capitale e alla generazione di flussi di cassa da parte di tutti i settori di business.

Del Fante: “Aumentiamo il dividendo”

“Poste Italiane ha registrato risultati solidi con un risultato operativo del 2022 a livelli record, più che raddoppiato rispetto al 2017 – ha commentato l’ad Matteo Del Fante – Tutti i settori hanno contribuito al trend di crescita della redditività operativa sottostante, confermando ancora una volta solide basi per la crescita futura. Il nostro programma di trasformazione, fondato su “Deliver22″, il nostro primo Piano Strategico, è stato ora attuato pienamente con tutti i principali target raggiunti”.

“Sulla base della nostra sovraperformance, stiamo aumentando il dividendo per il 2022 e il target per il 2023, rispetto ai nostri obiettivi originari, proponendo un dividendo per azione pari a 65 centesimi di euro sui risultati del 2022, con un aumento del 10% rispetto al livello dello scorso anno, e fissando un obiettivo di dividendo per azione pari a 71 centesimi di euro sui risultati del 2023, con un aumento del 9% su base annua”, ha aggiunto.

I risultati nel 2022

Poste Italiane ha chiuso il 2022 con ricavi pari a 11,9 miliardi di euro (+6% sul 2021), un EBIT di 2,3 miliardi di euro (+24,1%) e un risultato netto di 1,5 miliardi di euro (-4,3%).

Nel 2022 i ricavi del settore Corrispondenza, Pacchi e Distribuzione si sono attestati a 3,7 miliardi, in calo dell’1,2% su base annua e mostrando una solida resilienza rispetto ai 3,6 miliardi del 2017. Questa divisione è l’unica in perdita, con un rosso di 361 milioni di euro.

I ricavi del segmento Servizi Finanziari si sono attestati a 4,9 miliardi, +3,3% su base annua, con un margine di interesse solido e in crescita del 28,6% su base annua, che ha più che compensato le minori entrate previste dalle commissioni di distribuzione dei prodotti di risparmio postale. I ricavi del segmento Pagamenti e Mobile hanno continuato a crescere, anno su anno, di un 30% a 1,1 miliardi di euro, mentre i ricavi del settore assicurativo sono aumentati del 15,7%, su base annua, a 2,2 miliardi.

Si tratta di “risultati eccezionali” ha spiegato l’ad del Fante. L’ebit del gruppo “è un massimo storico che ha più che raddoppiato quello del 2017 e con un aumento del 24%” rispetto allo scorso anno” ha precisato. I numeri di oggi sono il frutto di una forte trasformazione. Oggi Poste è “una platform company multicanale che ha più che ha raddoppiato il proprio ebit» dal 2017, effetto della «qualità e quantità dei ricavi”, con “una disciplina rigorosa sui costi e con gli investimenti – dice – i risultati non si sono fatti attendere” ha aggiunto. Nel futuro c’è “un percorso stabile di crescita”, “i ricavi continueranno a crescere costantemente”, “consapevoli delle sfide» ma con «un bilancio a prova di shock” ha concluso il manager che dovrebbe esseree riconfermato alla guida del gruppo.

Gli analisti

Citi ha ridotto da 13,5 a 12,5 € il target price. La raccomandazione è confermata a buy. Gli analisti hanno aggiornato le stime di EPS, alzandole in media del 4% sul 2022-2024, ma il target price è stato ridotto “per tenere in conto del parziale effetto del derating del mercato” segnato di recente dalla Borsa.

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