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FinanzaIn evidenza Ven 09 dicembre 2022

Su Tim partono le grandi manovre: Kkr punta sulla rete, Iliad e Poste ai servizi

Su Tim partono le grandi manovre: Kkr, che ha già il 37,5% di Fibercop, che sarebbe interessato ad aggiudicarsi altre quote di rete Su Tim partono le grandi manovre: Kkr punta sulla rete, Iliad e Poste ai servizi  
Maddalena Camera
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Maddalena Camera

Tim, grandi manovre su rete e servizi

In attesa che il governo elabori una strategia per trovare un accordo  sulla rete unica con Open Fiber, Tim  sta sondando l’interesse degli investitori per alcuni suoi asset tra cui Tim Brasil. Il piano dell’ad Pietro Labriola prevedeva di scindere la società in tre parti: rete, servizi e enterprise. Per la parte servizi, ossia gli abbonati fissi e mobili si sarebbero fatti avanti, secondo l’agenzia Reuters,  Iliad e Poste Italiane.

L’ad Pietro Labriola ha già intavolato da tempo delle interlocuzioni per la branch Enterprise che raccoglie le attività della società nel cloud. La vendita di asset per risolvere i problemi del debito è diventata ancora più di attualità dopo che Cdp ha congelato l’offerta per la rete di Tim. Una mossa  inevitabile dato che non c’era nessun accordo sul prezzo della stessa con Vivendi.

Si fa avatni Kkr

La società transalpina, che di Tim ha il 23,9% infatti ha valutato la rete oltre 30 miliardi di euro, mentre l’offerta di Cdp avrebbe sfiorato i 18 miliardi.   Labriola starebbe dunque esplorando nuove opportunità anche per la rete con il fondo statunitense Kkr, che ha già il 37,5% di Fibercop, che sarebbe interessato ad aggiudicarsi altre quote. Per questo il fondo Usa sta discutendo con il governo e con Cdp.

L’idea sarebbe quella di arrivare alla realizzazione di una rete unica con Open Fiber a controllo pubblico. Kkr aveva già provato nello scorso gennaio a prendere tutta Telecom una una offerta che valorizzava la società 33 miliardi di euro (compreso il debito) o 0,505 euro ad azione. Il titolo sull’indiscrezione era salito del 4% per poi chiudere a 1,34%.

I fondi su Tim Brasil

Nel mirino dei fondi ci sarebbe anche Tim Brasil. Ma la vendita della divisione brasiliana, che genera il 30% dell’Ebitda del gruppo, secondo Labriola sarebbe pericolosa per il rating della società a meno di riuscire a strappare, per le attività oltreoceano, una offerta molto alta.

Fare cassa per tagliare il debito e mettere in sicurezza i propri conti è cruciale per Tim, da anni alla prese con un mercato italiano fortemente competitivo sul fronte dei prezzi e recentemente colpita da una serie di downgrade da parte delle agenzie di rating.

Da sottolineare che qualunque operazione che coinvolga investitori stranieri e asset di Tim sarà soggetta alla valutazione del governo, in base alla normativa sul “golden power”, che dà allo Stato italiano  la possibilità di bloccare o mettere condizioni alla transazione.

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