Per sfuggire dalla politica la Rai ora paga un cacciatore di teste
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In evidenzaMedia Lun 10 ottobre 2022

Per sfuggire dalla politica la Rai ora paga un cacciatore di teste

La Rai “combatte” la lottizzazione spendendo 60 mila euro per assoldare un cacciatore di teste per le persone da mettere al posto giusto. Per sfuggire dalla politica la Rai ora paga un cacciatore di teste
Tobia De Stefano
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Tobia De Stefano

Con una lunga esperienza nel settore economico, ha lavorato a Libero Mercato e Libero. Ora è alla Verità e scrive per Panorama e Verità & Affari

Il cacciatore di teste in Rai

La Rai deve uscire dalla politica, o meglio è la politica che deve uscire dalle nomine Rai. Da quanti anni sentiamo ripetere questo ritornello e da quanti anni ci vengono proposte le soluzioni più disparate per trasformare il carrozzone delle reti di Stato nella più efficiente delle media company. Privatizzazione totale, privatizzazione parziale, concorso pubblico per tutti i circa 13 mila dipendenti… e via dicendo.

La ricetta è semplice

E invece no. La panacea di tutti i mali era sotto gli occhi di tutti ma nessuno riusciva a vederla. Bastava spendere 60 mila euro (ai quali va aggiunta l’Iva) per assoldare un cacciatore di teste che individuasse le persone giuste da mettere al posto giusto. Detto, fatto. La scelta è ricaduta sulla Russell Reynolds Associates, che risulta tra le aziende leader nel settore di appartenenza. Del resto la società di consulenza e ricerca sulla leadership globale, presente con oltre 470 consulenti in 46 paesi diversi, ha già collaborato con la Rai nel corso dell’anno 2015 al fine di fornire una rosa di candidati esterni all’azienda. E adesso concederà il bis.

Numero indefinito

Il suo lavoro – durata complessiva quattro mesi, dal primo settembre 2022 al 31 dicembre – consisterà nel collaborare con la Rai nella definizione della «Job Description», quindi nella ricerca diretta e raccolta delle candidature sulla base della «Job Description» di cui sopra e nella presentazione alla stessa di una short list di candidati. Infine nella convocazione dei candidati ai colloqui con la Rai.

È messo nero su bianco nella procedura n. 8682686 di affidamento diretto (ai sensi dell’art. 1, comma 2, lett. a) della Legge 11 settembre 2020, n. 120) del «Servizio di Ricerca e Selezione di personale». Anche se dai documenti consultati non è possibile individuare il numero delle figure professionali ricercate e le mansioni che dovranno svolgere. Nel contratto, però, vengono individuati i responsabili del procedimento. «Responsabile Unico è Manuela Elia, mentre il Responsabile dell’esecuzione del contratto sarà Giuseppe Minervino».

Manca una direzione

Cosa dire. Ovviamente non c’è nessun pregiudizio verso il lavoro e le capacità dei cacciatori di teste. Peraltro va ricordato che non si tratta di una prima volta: nel 2021, per esempio, a Egon Zehdner, altra società che scandaglia il mercato alla ricerca delle migliori figure professionali, aveva avuto un incarico per individuare poche e selezionate figure da top manager che potessero fare al caso di Viale Mazzini.

Il punto è che la decisione di affidarsi agli head hunter o la si fa diventare una prassi consolidata per cui ci si affida ai cacciatori di teste per reclutare la maggior parte delle figure chiave dell’azienda pubblica, oppure fatta cosi, una tantum, per quattro mesi, su una percentuale dello zero virgola rispetto all’enorme mole del personale Rai, si fa davvero fatica a capirne il senso.

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