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AperturaAuto Sab 16 dicembre 2023

L'auto elettrica dell'anno in Europa per la prima volta è un modello cinese

La Byd Dolphin si aggiudica la palma d'oro come vettura con miglior qualità, prezzo e design. L'allarme di Acea L'auto elettrica dell'anno in Europa per la prima volta è un modello cinese
Maurizio Cattaneo
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Maurizio Cattaneo

L’auto elettrica dell’anno con il miglior rapporto qualità-prezzo in Europa per la prima volta è una cinese. La scelta della giuria di AutoBest  (composta da giornalisti automotive provenienti da 31 Paesi) dà la misura, se ancora ve ne fosse bisogno, del pericolo rappresentato dalle vetture cinesi che, grazie ad aiuti di Stato, economie di scala e al quasi monopolio nei chip e terre rare, stanno invadendo l’Europa con offerte irraggiungibili per le Case del Vecchio Continente.

E se fino allo scorso anno anche sull’elettrico ad imporsi erano modelli “made in Europe” ora la situazione sta velocemente cambiando. Sta di fatto che all’elettrica Byd Dolphin va il diploma di Best Buy Car of Europe 2024. Al secondo posto, distaccata da pochissimi punti, si è piazzata la Hyundai Kona, mentre la Jeep Avenger si è classificata terza. Lo scorso anno la palma d’oro era andata alla Dacia Spring.

Auto anche per un pubblico esigente

“La vittoria della Dolphin è la dimostrazione lampante – spiega Dan Vardie, presidente di AutoBest – che l’industria dell’automobile cinese è ormai in grado di venire incontro ad abitudini e gusti molto diversi, compresi quelli più esigenti dei clienti europei. Con tutto quello che ne consegue”. Tra gli altri riconoscimenti ci sono quelli alla  Citroen e-C3, che  ha vinto il premio EcoBest 2024 per la novità nel  segmento B elettrico prodotto in Europa (auto che costerà meno di 25 mila euro), e alla Lotus (categoria SmartBest 2024 grazie al sistema operativo Hyper Os). Il riconoscimento TechnoBest 2024 è andato a un altro colosso cinese, la Catl, per la nuova batteria Shenxing. Il premio SafetyBest è andato alla Continental , mentre Porsche  ha vinto il premio CompanyBest 2024.

Ma la Cina insidia anche il gradino più alto del podio europeo

Ma Pechino punta anche più in alto. Per la prima volta infatti tra le sette finaliste che si contendono il titolo di Car of tre year 2024 c’è anche una cinese. La Byd Seal ha passato infatti l’ultima selezione che vedeva in lizza 28 modelli. Ora  contendersi il podio ci sono oltre a Byd, la Bmw serie 5, la Kia EV9, la Peugeot 3008, la Renault Scenic, la Toyota C-HR e la Volvo EX30.  La vincitrice sarà annunciata il 26 febbraio nel corso di una cerimonia organizzata nell’ambito del Salone dell’Auto di Ginevra. In quell’occasione si scoprirà quindi quale sarà la vettura che succederà alla Jeep Avenger, che si è aggiudicata il titolo nel 2023. Se dovesse essere la Byd assietermmo ad una vera svolta. Considerando anche che tante le escluse eccellenti, ci sono la Fiat 600, la Honda CR-V e ZR-V, la Hyundai Ioniq 6 e la Volkswagen ID.7.

Indice puntato contro le scelte Ue

L’Acea intanto torna a lanciare l’allarme sulle conseguenze della mobilità elettrica per l’industria automobilistica europea. L’associazione dei costruttori del Vecchio Continente ritiene che l’Unione Europea “perderà terreno” rispetto alla Cina e pure agli Stati Uniti, anche per la mancanza di “una solida strategia industriale”.  L’Sos di Acea questa volta trae come spunto il  risultato di uno studio dell’École Polytechnique di Parigi. “Mentre altre regioni globali avanzano con ambiziose strategie industriali che stimolano le imprese nazionali – afferma il dossier, –  la competitività della produzione europea di veicoli elettrici rischia di essere distrutta”.

Gli autori del rapporto sottolineano che mentre in Cina c’è un piano che comprende tutte le attività  legate all’intero ciclo di vita delle elettriche, in Europa  “l’approccio normativo è frammentario”.  “L’Europa vuole stabilire il ritmo globale per la decarbonizzazione – ha  commentato il direttore generale dell’Acea, Sigrid de Vries, – ma deve fare di più per sostenere, in modo sincronizzato e coerente, tutte le industrie critiche della filiera”.  “Troppo spesso l’Ue mette il ‘carro normativo’ davanti ai buoi  – ha aggiunto de Vries – ma poi non crea i presupposti normativi e finanziari  per creare un ambiente imprenditoriale favorevole”. Nel mirino c’è ovviamente  la decisione di Bruxelles di passare all’elettrico in tempi strettissimi senza alcuna considerazione per i problemi delle imprese e dei consumatori. Di più: secondo l’Acea non basta aprire indagini contro la Cina per dumping, che si protrarranno per mesi, e vedono la contrarietà della Germania. Bisogna certo difendere il made in Europe ma attivando, appunto, una vera politica a supporto della transizione.

L’invasione cinese potrebbe partire da Brindisi

Anche perché, mentre l’Ue minaccia e fa la voce grossa, la strategia di Pechino non si ferma. Ed una delle porte di questa invasione cinese può essere proprio l’Italia. Pochi giorni fa a Brindisi  i rappresentanti di un maxi-gruppo dell’automotive del Dragone hanno incontrato le autorità portuali di Brindisi ed un rappresentante della Regione. La società cinese  vorrebbe investire nel porto e soprattutto nelle aree retroportuali del capoluogo pugliese. La richiesta avanzata al consorzio locale Asi è particolarmente impegnativa: servono cento ettari. Ma Brindisi quegli spazi ce li ha, anche perché se al progetto venisse riconosciuta la pubblica utilità, le autorità locali alle prese con la deindustrializzazione, potrebbero passare agli espropri.   Che la Cina punti ai nostri porti come terminal europeo per lo sbarco di milioni di loro vetture  (e non solo) non è una novità. In lizza c’erano stati Taranto e Venezia, ma ora con Brindisi sembra si faccia sul serio. E’ pur vero che  proprio pochi giorni fa il governo italiano ha annunciato l’uscita dalla Via della Seta. Ma la presenza della Regione e di Invitalia lascia ipotizzare che non tutte le strade verranno chiuse.

 

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