Esodati Fornero, la Presidenza della Repubblica se ne lava le mani
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AperturaLavoro Gio 08 febbraio 2024

Esodati Fornero, la Presidenza della Repubblica se ne lava le mani

Il presidente Sergio Mattarella si spende per la transizione green e per la vendita delle spiagge italiane, ma non per i lavoratori licenziati illegittimamente Esodati Fornero, la Presidenza della Repubblica se ne lava le mani
Fiorina Capozzi
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Fiorina Capozzi

Giornalista di economia e finanza con esperienza internazionale e autrice di "Vincent Bolloré, il nuovo re dei media europei" (2015) e "Telecommedia a banda larga" (2020). Riconosciuta da Reporters without borders per il suo lavoro sui media europei.

La Presidenza della Repubblica come Ponzio Pilato. Mentre si preoccupa di sostenere le ragioni della transizione green o delle privatizzazioni delle spiagge, si definisce non competente ad esprimersi sui diritti di lavoratori licenziati illegittimamente. Persone che per effetto della legge Fornero, vincendo dopo un decennio le cause di lavoro, si trovano costretti a restituire gli ammortizzatori sociali percepiti ottenendo in cambio un indennizzo di soli dodici mesi. Una sorta di nuova categoria di esodati che stanno vivendo un incubo. 

Una vicenda paradossale ben nota al ministero del lavoro

Ad aprile dello scorso anno il sottosegretario Claudio Durigon aveva promesso a stretto giro una soluzione. Ma da allora non si è mosso alcunchè. Così la Cub ha scritto al Presidente Sergio Mattarella nell’intento di avere sostegno a difesa dei lavoratori in difficoltà e ha ottenuto in cambio solo una risposta di forma: “In relazione alla Sua lettera pervenuta in data 05 dicembre 2023, pur nella massima considerazione di quanto rappresentato, ho il rammarico di comunicarLe che il Presidente della Repubblica non può compiere alcuna valutazione dei fatti che costituiscono l’oggetto della Sua istanza, né adottare misure nel senso da Lei richiesto” si legge nella risposta.

Claudio Durigon, sottosegretario al lavoro e alle politiche sociali

“Egli, infatti, non dispone di alcuno strumento diretto di intervento su altri Organi dello Stato nell’esercizio di competenze ad essi assegnate dall’ordinamento” si legge.

Pertanto, la questione da Lei rappresentata è stata sottoposta all’attenzione del Ministero del lavoro e delle politiche sociali, per le valutazioni di competenza” conclude il Colle. Come a dire che i diritti dei lavoratori, sia pure in una parte estremamente tecnica, non attengono alla difesa della costituzione.

 

Non c’è dubbio che si tratti di una faccenda assai complessa

E’ il risultato di un buco normativo nella legge Fornero che ha creato una sorta di nuova categoria di esodati. La storia è emersa anche con i licenziamenti illegittimi di circa 200 lavoratori Air Italy e Alitalia che sono stati ingiustamente accompagnati alla porta e hanno così deciso di fare ricorso. Per ottenere una sentenza ci sono voluti però diversi anni, periodo in cui questi lavoratori hanno percepito, anche se per un più breve periodo di tempo, gli ammortizzatori sociali. Quando poi è arrivata la sentenza favorevole ai lavoratori, è giunta anche un’amara sorpresa: l’Inps ha chiesto di restituire gli ammortizzatori sociali percepiti.

 Il problema è però che a causa della Fornero i lavoratori licenziati illegittimamente che hanno poi ottenuto giustizia in tribunale hanno diritto solo ad un indennizzo di dodici mesi, molto meno di quanto loro richiesto da Inps.

Per il sindacato è una situazione inaccettabile

 “Questa vicenda è nota all’intero Governo, oltre a Meloni, Salvini, Calderone, Urso, sono tanti i sottosegretari che abbiamo invitato ad intervenire per superare tale inaccettabile situazione. Tutti fingono di non capire la gravità di quanto sta succedendo” ha sottolineato Antonio Amoroso, responsabile della Cub Trasporti.

“La Fornero ha esentato i datori di lavoro dal versare le mensilità trascorse dal licenziamento alla reintegra, definendo solo il pagamento di un indennizzo di 12 mensilità, qualsiasi sia il tempo trascorso in attesa del pronunciamento del Giudice, solitamente ben oltre l’anno solare” aggiunge.

Una norma iniqua

“Il problema è che la Fornero non ha modificato la norma che prevedeva la restituzione da parte del lavoratore reintegrato degli ammortizzatori sociali percepiti, dal momento in cui veniva risarcito con il versamento da parte del datore di lavoro di tutte le mensilità maturate durante l’illecita sospensione dal servizio. Ecco dunque che con la norma in essere stabilisce che un lavoratore reintegrato non solo è indennizzato con solo 12 mensilità, spesso dopo anni senza lavoro e retribuzione, ma si trova costretto a restituire gli ammortizzatori per importi molto superiori a quanto percepito”.

Il sindacato ricorrera alla Corte di Giustizia

Per la Cub questo meccanismo ha generato un affetto perverso. Secondo Amoroso, infatti, “in tal modo, di fatto, si è fatto diventare sconveniente per il lavoratore rivolgersi al giudice quando si subisce una espulsione dal lavoro illegittima. Una inaccettabile disposizione che ha anticipato la cancellazione dell’art.18 fatta da Renzi per tutti i lavoratori assunti dopo il 7.3.2015″.

Per questa ragione la Cub intende rivolgersi alla Corte di Giustizia della UE e alla Corte Costituzionale. Si è cancellato il diritto alla difesa previsto dalle nome europee oltre che dalla carta costituzionale. Speriamo che il Presidente della Repubblica vada oltre la laconica risposta ed intervenga sollecitando il superamento della evidente incostituzionalità della normativa in essere” conclude il sindacalista. 

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