Gros Pietro (Intesa): "Il Superbonus un meccanismo perverso
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AperturaBanche Lun 15 aprile 2024

Gros Pietro (Intesa) sul Superbonus: "Un meccanismo perverso"

Secondo il presidente di Intesa Sanpaolo il Superbonus "era un meccanismo perverso” che ha danneggiato il Tesoro e alimentato l'inflazione.  Gros Pietro (Intesa) sul Superbonus: "Un meccanismo perverso"
Nino Sunseri
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Nino Sunseri

Giornalista economico finanziario da oltre 50 anni, ha cominciato nel 1974 al Giornale di Sicilia. Ha lavorato rivestendo ruoli di caposervizio e inviato per il Corriere della Sera, La Repubblica e Libero.

 

Nel Superbonus “c’era un meccanismo perverso” che ha creato problemi di finanza pubblica e ha alimentato l’inflazione.  Ad affermarlo  Gian Maria Gros Pietro, presidente di Intesa San Paolo. rispondendo ai giornalisti nel corso della presentazione del XVI rapporto annuale economia e finanza dei distretti industriali. “Nel momento in cui si possono fare interventi edilizi praticamente gratis, la spesa va” dice l’economista prestato al credito. Cita anche un caso specifico come quello dei ponteggi che rapprsentano l’attrezzatura indispensabile nell’edilizia. “Ad un certo momento era impossibile trovarli -ricorda- Non c’era più disponobilità: ma se chi lo cercava alzava l’offerta improvvisamente saltavano fuori”. Non c’erano limiti a questa asta “perchè- conclude Gros Pietro- il maggior costo veniva scaricato sul bilancio pubblico”. Il Superbonus, in ogno caso,  non ha creato nuova liquidità nelle imprese: “Quella -ha concluso viene da un altra manovra a livello europeo cioè i tassi negativi. Con prestiti a prezzo infimo le imprese hanno accumulato grande livello di liquidità”. Questo fenomeno è  frutto della lunga politica di tassi negatvii della Bce .

L’Europa prima degli Usa

A questo proposito Gregorio De Felice, Chief economist di Intesa Sanpaolo si è detto fiducioso sulla ripresa del percorso in discesa dei tassi. “L’inflazione e’ veramente all’ultimo miglio. -dice nel corso della conferenza stampa-  Riteniamo che il ribasso comincerà dalla Banca Centrale Europea, piuttosto che negli Stati Uniti. La previsione è di un calo già il 6 giugno. Altri due nel resto dell’anno e tre nel primo semestre del 2025”.  Secondo De Felice “non ci sono tante ragioni per una riduzione dei tassi americani. Tra l’altro, non è nè scritto nè scontato che quando si inizia a tagliare i tassi debba poi partire un ciclo. Negli Usa potremmo anche avere una riduzione simbolica senza che poi ne segua un ciclo”. L’inflazione, ha rilevato l’economista, è in diminuzione, ma rimarrà ancora volatile nel corso dell’anno, per poi avvicinarsi intorno alla soglia del 2% entro il 2025. Quanto all’inflazione core, attualmente il dato resta ancora superiore agli obiettivi delle banche centrali e diminuirà gradualmente.

Distrtti simbolo del Made in Italy

I distretti, come emerge dalla ricerca si confermano il simbolo del Made in Italy. L’anno sacorso hanno registrato un aumento del fatturato dello 0,8% e si preparano ad una accelerazione nel 2024 (+1,1%) e nel 2025 (+2%). Il fatturato, dopo il balzo registrato nel biennio 2021-2022, è stimato aver mostrato un lieve incremento nel 2023, collocandosi abbondantemente sopra i livelli del 2019 (+20%). Tutti i settori mostrano valori del fatturato maggiori rispetto a quelli del 2019. Spiccano, in particolare, i settori della meccanica e nell’agro-alimentare che hanno registrato una buona crescita del fatturato, grazie alle performance ottenute sui mercati internazionali (+7,9% e +4,5% rispettivamente la crescita dell’export). Le attese per il biennio in corso sono positive con in testa ancora l’agro-alimentare e la meccanica.

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