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CronacaPrimo piano Sab 01 ottobre 2022

Draghi flop proprio sul Pnrr per cui lo aveva chiamato Mattarella

Dei 46 miliardi che il governo ha ricevuto dalla commissione Ue per il Pnrr Draghi non è riuscito a spenderne che 21. E incolpa la burocrazia Draghi flop proprio sul Pnrr per cui lo aveva chiamato Mattarella Sergio Mattarella, Mario Draghi
Franco Bechis
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Franco Bechis

La delusione di Mattarella

Mario Draghi ha fatto flop proprio sul Pnrr per cui lo aveva chiamato a Palazzo Chigi Sergio Mattarella. L’Italia ha infatti ricevuto dalla commissione europea fin qui 66,9 miliardi di fondi del Pnrr. Ad agosto 2021 è arrivato il prefinanziamento da 24,9 miliardi di euro. Ad aprile 2022 è arrivata la prima tranche di 21 miliardi di euro. Una settimana fa è arrivata la seconda tranche da 21 miliardi di euro. In tutto appunto 66,9 miliardi.

Franco di nome e di fatto

DANIELE FRANCO

Lasciamo l’ultima appena arrivata che ovviamente è intonsa, Mario Draghi ha avuto da spendere circa 46 miliardi. Quanti ne ha usati effettivamente? La risposta è del ministro dell’Economia, Daniele Franco nella Nadef appena approvata dal governo: “Le stime più recenti indicano che, dei 191,5 miliardi che la Recovery and Resilience Facility europea ha assegnato all’Italia, circa 21 miliardi saranno effettivamente spesi entro la fine di quest’anno. Restano pertanto circa 170 miliardi da spendere nei prossimi tre anni e mezzo: si tratta di un volume di risorse imponente”.

Per questi risultati bastava Conte

GIUSEPPE CONTE

Certo che si tratta di un volume importante, lo sapevamo dal primo giorno. Però dopo due anni di Draghi che era stato chiamato al governo proprio per realizzare il Pnrr non fidandosi di quel che avrebbe combinato Giuseppe Conte il bottino è davvero magro: forse fra tre mesi (Giorgia Meloni permettendo) avremo utilizzato 21 miliardi dei 46 in cassa da tempo e dei quasi 67 fin qui ricevuti.

Amara eredità per la Meloni

GIORGIA MELONI

Sempre nella Nadef il ministro Franco che lo è di nome e di fatto spiega le ragioni di questo clamoroso flop: “La concreta attuazione dei progetti del Pnrr si sta rivelando complessa. Ciò deriva dal fatto che molti progetti altamente innovativi sono attuati tramite la predisposizione di bandi di concorso. Lo svolgimento dei bandi richiede tempo e spinge inevitabilmente la spesa prevista per il 2022 verso gli anni 2023-2026, periodo in cui sono attesi i maggiori effetti economici del Pnrr”.

Accusata la burocrazia

Capito? Abbiamo messo insieme i migliori per portare a casa risultati e alla fine questi ci dicono che per fare progetti ci vogliono i bandi e che i bandi sono un po’ lunghi perché al solito la burocrazia italiana… Non c’era bisogno di andare a pescare in Bce, in Banca di Italia, nelle grandi università o fra i top manager di aziende internazionali per poi sentirci mettere davanti la scusa che avrebbe trovato l’ultimo dei politici senza arte né parte di casa nostra. Eppure questo è quel che è accaduto.

Scuse grottesche

Sembra quasi grottesco leggere altri passaggi del Pnrr in cui quasi ci si gongola di avere lasciato a chi viene dopo di loro il grosso della cifra ricevuta. Senza chiedere manco scusa per avere sbagliato tutti gli obiettivi di spesa scritti nel Def a fine aprile (solo 5 mesi fa), il ministro dell’Economia spiega che quelle risorse passeranno alla Meloni e alla sua maggioranza e “se saranno pienamente utilizzate, esse daranno un contributo significativo alla crescita economica a partire dal 2023, l’anno in cui, secondo le nuove valutazioni, si verificherà l’incremento più significativo della spesa finanziata dal Pnrr”.

La sola cosa a cui è stato utile Draghi invece è il suo patrimonio di relazioni con i poteri europei. Quello sicuramente ha pesato, e lo si legge a chiare lettere, nelle motivazioni che accompagnano la decisione della commissione di sganciare i nuovi 21 miliardi visto l’ottimo lavoro che sarebbe stato fatto in Italia nel primo semestre del 2022. Alla Ue il governo italiano non dice le cose ammesse solo qualche giorno dopo nella Nadef.

Parole vuote

Però basta qualche buon giro di parole per raccontare il vuoto spinto, e quelli si bevono tutto. Tanto da affermare: “A sostegno della sua richiesta di pagamento, l’Italia ha fornito la debita giustificazione del soddisfacente adempimento delle 21 tappe e degli obiettivi della seconda rata del sostegno a fondo perduto e delle 24 tappe e degli obiettivi della seconda rata del sostegno a titolo di prestito”. La commissione ha preso a campione qualcuno degli obiettivi e lo ha valutato promuovendolo. Poi ha scritto: “l’Italia ha confermato che le misure relative alle tappe e agli obiettivi precedentemente raggiunti in modo soddisfacente non sono state annullate. La Commissione non dispone di prove del contrario”.

Esempi grotteschi

Esempi? La riforma della giustizia amministrativa attraverso cui l’Italia avrebbe dovuto garantire processi più snelli e decisioni più rapide. Promossi. Con questa spiegazione: “Le Autorità italiane hanno fornito prove del completamento delle procedure di reclutamento di 168 unità di personale per l’Ufficio del Processo e i Tribunali Amministrativi e del loro inserimento in servizio. A tale scopo sono stati lanciati due bandi pubblici”.

Ancora aria fritta

Basta questo, sulla parola. E di esempi così a bizzeffe. Acqua fritta sulla spending review, sul recupero di evasione fiscale, sulla realizzazione della rete 5G in tutti i Comuni italiani. E un capolavoro su una delle missioni più generiche che ci fossero, quella della cultura e della consapevolezza sui temi e le sfide ambientali”.

ROBERTO CINGOLANI

Roberto Cingolani ha assicurato che con il Pnrr avrebbe lanciato un super portale web di educazione agli italiani con produzioni che poi sarebbero state portate nelle scuole. C’è un sito. Dentro praticamente nulla. Ma la commissione esulta: “la piattaforma è stata lanciata pubblicamente”, e sgancia il finanziamento.

Il sito che vale miliardi

Il sito appunto c’è. Ha una decina di schede. Come quella su “Mare e biodiversità”. Dieci righe, il succo è in queste: “La biodiversità si riferisce alla variabilità degli esseri viventi a tutti i livelli (..) L’ambiente marino costituisce un’inesauribile fonte di vita per tutti gli esseri viventi esistenti sul pianeta: gli oceani e i mari coprono il 71% della superficie terrestre e sono la principale fonte di biodiversità, dal momento che ospitano il 90% della biosfera”.

Sotto un video di 90 secondi. Inizia con un fiume, dei monti, un gufo, uno scoglio, altri monti innevati, uno squarcio di costa, un sub che si butta nel mare, tanti pesci, una medusa, dei delfini, una tartaruga marina. Si torna in montagna, c’è una salamandra, delle mucche al pascolo. Si apre un fiore, primo piano di una civetta. C’è un lupo con un bastone fra i denti, dieci diversi uccelli, di nuovo mare, di nuovo monti, cade una foglia, nuvole che si muovono in cielo, una prateria.

Un faro, monti di autunno, rugiada che cade, altra civetta, stambecco, due serpenti, un’ape. Neve sugli alberi, uno che va in sci. Nebbia, mare, gabbiani, pascoli. Poi tutto di nuovo da capo che scorre velocissimo. Finisce il video e appare la scritta: “Vivi, rispetta, tutela”. E ci siamo messi in tasca 21 miliardi. Contenti loro…

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