Jamin e il vino nella cantina sommersa grazie al crowfunding
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AperturaVino Dom 21 gennaio 2024

Jamin e il vino nella cantina sommersa grazie al crowfunding

Nel progetto di conservazione di vino in mare ha investito anche Azimut. A breve quattro nuove aperture: Campania, Abruzzo, Sicilia e Basilicata Jamin e il vino nella cantina sommersa grazie al crowfunding Jamin UnderWater Wines
Fiorina Capozzi
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Fiorina Capozzi

Giornalista di economia e finanza con esperienza internazionale e autrice di "Vincent Bolloré, il nuovo re dei media europei" (2015) e "Telecommedia a banda larga" (2020). Riconosciuta da Reporters without borders per il suo lavoro sui media europei.

Che cosa hanno in comune un buon vino, la subacque e la finanza? Apparentemente niente. E invece nel mondo della Jamin Portofino Underwater Wine è tutto legato. La società di ingegneria subacquea, pioniera nella conservazione di vini nelle profondità marine, sta per terminare il secondo crowfunding. Gli istituzionali posso infatti ancora aderire fino a fine febbraio. La parte retail invece è già chiusa con un successo superiore alle attese.

Antonello Maietta

Non si tratta di grandi cifre (500mila euro), ma di un progetto per appassionati di vino e di mare. Fra questi c’è il gruppo Azimut, gruppo indipendente e globale nell’asset management, nel wealth management, nell’investment banking e nel fintech.

“Oltre ai soci storici, abbiamo nell’azionariato piccoli investitori che vanno dal fisco all’ingegnere, all’enologogo o all’idraulico, come spiega il presidente di Jamin Portofino Underwater Wine, Antonello Maietta.

Un mondo sommerso

A svelarlo l’Associazione Italiana Sommelier del Lazio, presieduta da Francesco Guercilena, che ha voluto dare visibilità ad un’esperienza aziendale con un modello di business unico iun Italia. “Ci sono altre aziende simili in Europa, ma non in Italia” spiega Maietta. 

“E’ da anni che si parla di vino in cantine sommerse. Ls suggestione, poi diventata impresa, è diventata più forte nel 2010 quando nel Mar Baltito è stato ritrovato il relitto di una nave che faceva da spola fra la Francia e San Pietroburgo per rifornire gli Zar e che venne affondata nel 1880” racconta Maietta.

In fondo al mare furono ritrovate anche 168 bottiglie. Diverse di champagne Veuve Clicquot. Di qui, oltre a scattare le aste per l’insolito ritrovamento, è iniziato anche il desiderio di conservare i vini in acque profonde. Con una sperimentazione che ancora oggi richiede ingenti investimenti in ricerca e sviluppo. 

Nel 2015 parte il progetto Jamin

A Portofino la prima sperimentazione proprio sullo champagne. Nell’area marina protetta con un team molto speciale per una cantina: ingenergi, fisici, biologi, sommelier, enologi e subacquei. Nel 2021, il primo crowfunding per raccogliere risorse da investire in ricerca e sviluppo.

Nel 2023 il secondo che sta per terminare con successo. Intanto arrivano i risultati: duecento aziende vinicole coinvolte, oltre a Portofino altre quattro cantine subacque affiliate in Emilia Romagna, Calabria, Molise e Toscana, due convenzioni unversitarie (enelogia e biologia). Il futuro? Quattro nuove aperture previste: Campania, Abruzzo, Sicilia e Basilicata. 

Si tratta naturalmente di una piccola nocchia di mercato: nel 2022 gli Underwater wines hanno prodotto 400mila bottiglie a livello globale. “Conservare un vino ad una profondità di 35 o magari 52 metri ha evidentemente un costo rilevante per i produttori. Basti pensare ceh solo i sensori che, periodicamente vanno cambiati, costano circa 300mila euro. Per questo noi ci mettiamo a disposizione con tutto il bagaglio di conoscenze maturate negli anni” conclude Maietta. 

 

 

 

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