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AperturaTlc Gio 28 marzo 2024

RaiWay-EiTowers eterni promessi sposi, ma per l'ad Ceccato l'indecisione non paga

E il governo non vuole mollare la presa su una società che è ancora parte integrante della Rai che la controlla al 65%. RaiWay-EiTowers eterni promessi sposi, ma per l'ad Ceccato l'indecisione non paga
Maddalena Camera
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Maddalena Camera
La fusione tra RaiWay e Ei Towers è una promessa di matrimonio che dura ormai da quasi 10 anni. Una situazione incerta tanto che l’ad di RaiWay Roberto Ceccato ha chiesto al governo di fare chiarezza. “In linea di principio i razionali per la fusione ci sono – ha detto Ceccato- ma l’indecisione crea problemi al mercato, alle aziende, e quindi il mio auspicio è che si faccia chiarezza al più presto”.

Per il sottosegretario Barachini i tempi non sono ancora maturi

Tutti sanno che l’ipotesi è corretta ma il governo, ossia le varie compagini di destra e sinistra che si sono succedute a Palazzo Chigi nel tempo, non vogliono mollare la presa su una società che è ancora parte integrante della Rai che la controlla al 65%. Cosa che ha spinto a dire, dopo i recenti rumors su un possibile accordo, al sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri Alberto Barachini che si tratta di un’ipotesi concreta ma che i tempi non sono ancora perfettamente maturi. “Il tema della fusione delle società delle torri di trasmissione televisiva è discusso da molti anni – ha detto Barachini- si tratta di capire per quanto ancora saranno strategiche le torri per la trasmissione televisiva dato che,  con il digitale, la rete potrebbe essere utilizzata altri scopi, a cominciare da quello delle tlc”.
Barachini ha comunque sottolineato il vero problema della tanto discussa fusione.  “Ci vuole equilibrio tra controllo pubblico della società in capo a Rai e di un soggetto privato come Ei Towers. Io credo che si possano sicuramente realizzare delle fusioni virtuose. Tutto sta nel produrre una fusione con una governance sicura per il sistema”.  Ei Towers quando nel 2018 è stata delistata dalla Borsa è stata acquisita al 60% da F2i, ossia dal maggiore gestore indipendente italiano di fondi infrastrutturali controllato da fondazioni bancarie, mentre il 40% è rimasto a Mediaset, oggi Mfe. Tra l’altro Mediaset nel 2015 aveva tentato di lanciare un’Opa su RaiWay offrendo 1,2 miliardi di euro, tentativo respinto anche perchè sulla società controllata dalla Rai c’erano (e ci sono) vincoli precisi.

Per ridurre la quota in mano alla Rai serve un decreto

E infatti il segnale per dare via libera all’operazione sarebbe il  Dpcm che dovrebbe arrivare nella riunione del consiglio dei ministri fissato per la settimana prossima. Il decreto  dovrebbe eliminare la soglia del 30% fissata dal precedente Dpcm di Mario Draghi per dare così alla Rai la possibilità di ridurre la propria quota di partecipazione nel capitale di RaiWay e portare avanti la fusione con Ei Towers.  Da notare che fino al 2022 lo statuto di RayWay prevedeva un limite al 51%, mentre il nuovo provvedimento potrebbe eliminare anche il limite del 30%. Inoltre ci sarebbe anche la possibile cessione di una  fino al 15% a un blocco di investitori istituzionali. E ci sarebbe anche stata una riunione tra i vertici Rai e l’advisor Lazard,  per studiare l’eventuale aggregazione con Ei Towers entro fine anno.

Con la fusione le due società controllerebbero il 90% del mercato broadcasting tv

Le due società insieme controllano insieme praticamente il 90% del mercato degli impianti di trasmissione televisiva con un numero simile di torri tv, circa 2mila ciascuna e altre dedicate alla telefonia mobile  Rai Way capitalizza in borsa circa 1,4 miliardi mentre Ei Towers è stata delistata valutandola nel 2018, 1,6 miliardi. Ovviamente c’è un tema occupazionale. Le due società hanno circa 500 dipendenti ciascuna  ma in caso di fusione il numero è destinato a scendere.

RaiWay bene in Borsa dopo i conti 2023

Per gli analisti di Intermonte la riscrittura del Dpcm può «essere funzionale alla Rai per procedere sia con la dismissione del pacchetto del 15% in Ray Way che a diluire ulteriormente la sua partecipazione nel contesto di una fusione con Ei Towers, senza dover apportare ulteriore cash per risalire sopra la quota del 30% fissata dall’attuale decreto».  Il titolo, dopo i buoni conti, ricavi +10% e utili +17%, e il susseguirsi di speculazioni sulla fusione, è salito in Borsa, oltre i 5 euro ad azione,  con gli analisti che hanno alzato il  target price a 7 euro.
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