Tim tracolla in Borsa dopo il piano di Labriola
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AperturaTlc Gio 07 marzo 2024

Tim va a picco in Piazza Affari dopo il piano di Labriola

Il titolo Tim perde quasi un quarto della capitalizzazione durante l'investor day. Il piano di Labriola non piace al mercato Tim va a picco in Piazza Affari dopo il piano di Labriola Tim
Maddalena Camera
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Maddalena Camera
L’incontro con gli analisti per la presentazione del piano industriale non è riuscito a risollevare le sorti di Tim in Borsa. Anzi.  Nel corso dell’incontro il titolo è sceso verticalmente chiudendo a 23 centesimi di valore che vuol dire una perdita nel corso della giornata del 23,79%, con volumi superiore di oltre 12 volte alle medie degli ultimi 30 giorni.  Una debacle per l’ad Pietro Labriola e i suoi manager che hanno elaborato il piano della nuova Tim senza la rete.

PIETRO LABRIOLA AD TELECOM

L’atto di fede

Labriola chiede al mercato un atto di fede dato che vede per la ServCo una crescita del 3% annuo puntando tutto sulle possibilità del segmento Enterprise che nel 2023 è cresciuto del 6% e che nelle previsioni dovrebbe crescere dell’8%. E poi c’è il gioiello di famiglia, ossia Tim Brasil, capace di crescere e generare cassa.
Quanto al numero di dipendenti 16mila sono sostenibili, secondo Labriola dato che 5 mila lavoreranno nel settore di maggior crescita ossia Enterprise che si occupa di servizi per le aziende, cloud e naturalmente Ai.  E altri 4 mila nei call center.

Le promesse dell’ad di Tim

“La vendita della rete ci permette di abbassare il debito- dice Labriola-  Arriviamo da un livello di leverage di 3,8 e atterriamo nel 2026 con un livello di leverage dell’1,6 il più basso tra tutti gli operatori. Adesso  abbiamo un debito superiore a 20 miliardi e con l’incremento dei tassi di interesse questo diventava un fardello che non ci permetteva di innovare. La vendita della rete ci permette di avere più flessibilità non solo  finanziaria ma anche strategica”.

I conti non tornano: debito troppo alto

Nel corso dell’incontro alcuni analisti hanno fatto i conti e non sempre si sono ritrovati con quanto presentato da Tim. Inoltre alcuni attendeva un leverage finanziario, ossia il rapporto tra indebitamento e capitale proprio più basso a 1,2 – 1,3 volte.  L’impressione è che in questa fase sia molto complicato, per gli stessi manager, fare previsioni certe dato che Tim è ancora un operatore integrato e sullo scorporo della rete pesano ancora parecchie incignite.

I fattori di incertezza

Il primo è ovviamente Vivendi, il socio di maggioranza con il 23,7%, che potrebbe nel momento dell’assemblea, il 23 aprile,  far saltare il banco. E poi c’è l’approvazione da parte dell’Antitrust che, dovrebbe arrivare nei prossimi mesi. “Poi tra aprile e maggio ci sara- ha spiegato Adrian Calaza, il direttore finanziario di Tim– entra nel vivo la fase operativa dell’operazione che è il più grande in Europa dei prossimi 5 anni. Il closing dovrebbe avvenire nel corso dell’estate, tra giugno e agosto”.

Zero cedole

Per un eventuale ritorno al dividendo, viste le problematiche di cash flow che l’azienda dovrà affrontare dopo la separazione prima di stabilizzare il business, “è una decisione ancora impossibile”- ha detto Calaza.
Labriola conta comunque anche sull’implementazione dei servizi consumer fiducioso che Tim grazie ai servizi integrati e alla tecnologia che ha ha disposizione  possa competere senza problemi soprattutto nella telefonia fissa dove può contare sul 40% del mercato.

Il taglio dei costi non basta al mercato

E poi ci sono i risparmi che l’azienda intende attuare per razionalizzare i costi. Secondo gli analisti di Intermonte i nuovi obiettivi previsti dal piano “Free-to-run” «sono in larga misura coerenti con le indicazioni fornite lo scorso novembre. C’è una elevata fiducia del management nel rilancio di Tim Consumer, principalmente attraverso un piano di trasformazione con risparmi per 400 milioni entro il 2026». Secondo Intermonte inoltre «la riconferma del management è un aspetto cruciale per il successo di questo piano».

Labriola: “Il crollo in Borsa ora va analizzato”

Il crollo in Borsa  va “analizzato a sangue freddo, cercando di capire bene la situazione. C’è un tema, che abbiamo affrontato anche con gli analisti, che è la necessità di spiegare meglio alcune tematiche e numeri- ha detto l’ad Labriola dopo la chiusura del mercato-  Dal punto di vista pratico abbiamo però un’azienda che avrà un livello di leverage di 1,6 volte nel 2026 e che torna a generare cassa nel 2025″.
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