WindTre beffa Tim, pronta a separare rete e servizi entro fine anno
La separazione tra rete e servizi per Tim sembra sempre più problematica, WindTre è pronta a fare la stessa operazione WindTreWindTre separe la rete
Se la separazione tra rete e servizi per Tim sembra sempre più problematica, WindTre è pronta a fare la stessa operazione entro la fine dell’anno, suscitando, ovviamente, lo scontento dei sindacati che hanno già proclamato uno sciopero dei 6300 lavoratori dell’azienda per giovedì 4 maggio. In pratica la rete di WindTre, che dovrebbe valere intorno ai 4 miliardi, sia mobile con copertura nazionale sia fissa passeranno al 60% al fondo svedese Eqt mentre il 40% resterà in portafoglio al socio di riferimento di WindTre, i cinesi di Hutchinson.
Lo schema dell’operazione
Lo schema dell’operazione ricalca, in piccolo, quello che l’ad di Tim Pietro Labriola ha descritto nel piano industriale di Tim. In WindTre verrà costituita una NetCo, società per la rete nella quale confluiranno 2mila dipendenti e tutte le attività che riguardano la rete fissa e mobile. Questa società sarà guidata da Benoit Hanssen, già Chief Technology Officer di WindTre. In questa società convergeranno tutte le infrastrutture di rete, i contratti con terzi, i servizi di connettività wholesale e il personale “network” con le relative funzioni di supporto.
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Mentre WindTre, diventerà un’azienda di multiservizi (oltre alle tlc per il mobile e il fisso anche luce e gas, assicurazioni, security, Iot, ecc) con circa 4000 dipendenti e in carico ci saranno anche le licenze di tlc. Questa società avrà come ad Gianluca Corti, che era Chief Commercial Officer di WindTre Al momento Corti e Hanssen sono entrambi ad di WindTre, subentrati nell’aprile 2022 dopo l’addio di Jeffrey Hedberg.
I sindacati sono contrari
Come già detto i sindacati sono contrari, come del resto anche per Tim, allo scorporo in due società. “L’operazione – hanno detto- è solo finanziaria e di corto respiro, un efficientamento economico senza alcuna prospettiva industriale e che, temiamo, genererà ricadute occupazionali nel futuro. Con due aziende separate sarà impossibile gestire attraverso percorsi di riconversione gli esuberi in maniera non traumatica. L’accelerazione, che l’azienda vorrebbe ora imporre al percorso di separazione, si sta in questo momento concretizzando anche attraverso atteggiamenti di pressione verso i singoli lavoratori, oltre che in improvvisi spostamenti di personale tra i diversi ambiti organizzativi. Tali atteggiamenti sono del tutto inammissibili e chiediamo che cessino immediatamente”.
Presentando i dati di bilancio 2022 si evince che Hutchinson ha svalutato la partecipazione in WindTre di ben 1,3 miliardi di euro a fronte di un calo del 19% dell’ebitda della società italiana. Secondo il gruppo, ciò è dovuto principalmente a causa del calo dei volumi all’ingrosso che ha comportato una riduzione dei ricavi del 6%, maggiori costi operativi per lo sviluppo della rete e un aumento del costo dell’energia di circa il 13%. L’ebit nel 2022 è diminuito del 69% rispetto al 2021, a detta di Hutchison a causa di maggiori deprezzamenti e ammortamenti e investimenti sul 5G.