Il destino di Ita appeso ad un filo. E' braccio di ferro con Bruxelles
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ApprofondimentiTrasporti Lun 04 marzo 2024

Il destino delle nozze di Ita appeso ad un filo. E' braccio di ferro con Bruxelles

Per la Dg competition: "spetta alle aziende decidere". Se Lufthansa vuola Ita deve sottostare alle imposizioni di Bruxelles Il destino delle nozze di Ita appeso ad un filo. E' braccio di ferro con Bruxelles
Fiorina Capozzi
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Fiorina Capozzi

Giornalista di economia e finanza con esperienza internazionale e autrice di "Vincent Bolloré, il nuovo re dei media europei" (2015) e "Telecommedia a banda larga" (2020). Riconosciuta da Reporters without borders per il suo lavoro sui media europei.

Non c’è pace per Ita. Bruxelles insiste sulla necessità di una sforbiciata delle rotte sia a medio che a lungo raggio. Ma i tedeschi di Lufthansa non ci stanno e sono pronti a gettare la spugna se l’Unione impone “rimedi” troppo gravosi per l’ok alle nozze. Con tutti gli annessi e connessi del caso. Primo fra tutti il denaro nelle cassa di Ita, oltre che il progetto di rilancio della compagnia.

Lufthansa ha infatti promesso di sborsare 325 milioni per il 41% di Ita che, alla fine dello scorso anno, aveva in pancia oltre 450 milioni. Da allora di tempo però ne è passato e ora si stima che la cifra, secondo alcuni osservatori, sia scesa a 350 circa milioni. Naturalmente il dato non è ufficiale ed è controverso perchè fra gli esperti c’è chi ritiene la liquidità non sia lontana dai livelli di fine anno.

Il quadro sarà chiaro ad aprile quando si alzerà il velo sul bilancio 2023. Intanto però sul futuro di Ita pende una Spada di Damocle: le trattative con Lufthansa hanno incrinato l’alleanza di Sky Team con il tandem Delta-AirFrance e hanno così messo in bilico gli incassi sul lungo raggio, particolarmente importanti per la compagnia controllata dal Tesoro. 

Bruxelles tiene il punto

Si tratta di una fusione “complessa”, ma non diversa da “altre che abbiamo visto” come ha chiarito la vicepresidente della Commissione con delega alla Concorrenza, Margrethe Vestager. “Siamo ora nella fase due che ci consente di andare più in profondità” ha affermato Vestager.  I rimedi per le preoccupazioni in merito alla concorrenza “devono essere davvero chiari”.  Adesso “stiamo discutendo attivamente con le aziende, in modo che possano capire cosa fare, come affrontare questo problema. Secondo la mia esperienza spetta alle aziende decidere” ha aggiunto.

“Ovviamente cerchiamo di essere il più concisi possibile. Siamo qui per assicurarci che ci sia ancora concorrenza nei mercati in cui le aziende si fondono. Spetta alle aziende capire qual è l’equilibrio tra i problemi che dovremmo risolvere e la razionalità dell’affare. Questo spetta alle aziende deciderlo. Per come la vedo io, abbiamo discussioni aperte, abbastanza buone, con le società in questione. È un caso di fusione complicato, ma è un caso di fusione come altri che ho visto”, ha concluso. Quanto al timing, Bruxelles ha confermato che la scadenza per la decisione finale “resta il 6 giugno 2024”.

Le preoccupazioni di Lufthansa

I tedeschi ritengono che il taglio degli slot di Ita sia troppo consistente e ritengono che l’Unione abbia definito dei vincoli stringenti nell’ambito dell’aggregazione italo-tedesca in nome di un ipotetico riassetto del comparto aereo. Per dirla in altri termini, una sorta di soluzione a scatola chiusa che potrebbe persino avvantaggiare i concorrenti.  

Tuttavia, secondo alcuni osservatori, dietro al tira e molla dei tedeschi su Ita potrebbe nascondersi anche altro. Potrebbe essere un gioco delle parti fra Lufthansa e la rivale AirFrance, pure interessata al dossier, ai danni di Ita che resterebbe così una preda senza pretendenti. Del resto da sola, la compagnia non ha lo stesso potenziale che potrebbe avere all’interno di un gruppo e di un’alleanza più grande. 

Il governo segue da vicino la partita

A Roma c’è un certo nervosismo. Non piace il fatto che la questione riemerga con forza nel pieno di una difficile campagna per le europee. Ciononostante il governo sta tentando di trovare la quadra per evitare la definitiva uscita di scena del potenziale alleato tedesco.

Una possibile soluzione alla questione potrebbe passare per una diversa struttura dell’operazione. Nella prima fase il Tesoro potrebbe infatti cedere solo il 20% della compagnia evitando così di dover finire nel farraginoso meccanismo autorizzativo dell’Unione. Solo successivamente il Mef potrebbe poi procedere alla vendita di un ulteriore pacchetto. Questa soluzione, che ricorda il modello Scandinavian Airlines System, si imbatte però in una problematica di ordine tecnico perchè passa per la revisione del Dpcm alla base del quale è stata montata l’operazione con i tedeschi.  

Ma i sindacati sono perplessi. Secondo la Cub trasporti, “quella di Ita è un’avventura nata male e proseguita peggio”. Per il segretario Antonio Amoroso, “la Cub è ancora in attesa di una risposta della Dg competitior sul passaggio degli slot da Alitalia ad Ita senza il contestuale trasferiemento dei lavoratori”. 

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