Le auto elettriche cinesi costano la metà di quelle europee
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ApprofondimentiAuto Dom 05 novembre 2023

Nel 2023 si allarga il divario, le auto elettriche cinesi costano la metà di quelle europee

Il Rapporto Jato certifica l'emergenza: una Byd da 200 cavalli ha il prezzo di una Twingo. Nei mercati emergenti la quota cinese. Nel 2023 si allarga il divario, le auto elettriche cinesi costano la metà di quelle europee COLONNINE PER LA RICARICA DELLE AUTO ELETTRICHE, Colonnine per la ricarica di auto elettriche
Maurizio Cattaneo
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Maurizio Cattaneo

Il divario di prezzi tra le auto elettriche cinesi e quelle europee ed americane continua ad aumentare. Il dato emerge dall’ultimo rapporto Jato, società di analisi e trend di mercato del settore automotive con sedi in tutto il mondo. Secondo  Jato, il prezzo medio  di una vettura a spina in Cina già nel 2022 è diminuito a 31.829 euro, mentre nello stesso periodo è salito a 55.821 euro in Europa e a 63.864 euro negli Stati Uniti.

E quest’anno il divario si è  ulteriormente ampliato, con il prezzo medio di un’auto elettrica disponibile in Cina che è quasi la metà rispetto ad  Europa e Stati Uniti. Nel primo semestre del 2023, un’auto elettrica a Pechino costava infatti mediamente 31.165 euro mentre in Europa oltre i 60 mila e negli Usa quasi 70 mila.

La forbice con le auto diesel e benzina

Jato sottolinea poi che nonostante gli sforzi delle Case occidentali per produrre veicoli elettrici più convenienti, i modelli elettrici continuano a costare molto più dei benzina e  diesel. Oggi, chi si avvicina alle auto elettriche più economiche in Europa deve prepararsi a spendere attorno ai 24 mila euro:  si tratta di una percentuale anche del 92% in più rispetto ai modelli endotermici. La forbice in Cina invece è solo dell’ 8%.

Proprio questa accessibilità economica  ha anche guidato la crescita della Cina ed anche nei mercati che si sono aperti ai prodotti del Dragone. Nel primo semestre del 2023, i veicoli cinesi rappresentavano la maggior parte delle vendite di modelli “Bev” in Israele (61%), Russia (91%) e Tailandia (79%) e aveva una quota di mercato di oltre un quarto in Brasile (27%), Malesia (28%), Messico (30%), Filippine (33%), Cile (27%) e Indonesia (29%)

Sfida anche sulla qualità

I veicoli elettrici cinesi non sono solo in competizione sul prezzo, ma anche in termini di qualità. Oggi la Cina può produrre e vendere un auto elettrica con 200-300 cavalli ad un prezzo tra i 30 ed i 33 mila euro. Ad esempio in Cina Byd offre la Seal, un’auto di  medie dimensioni con 204 cavalli nella versione Elite per soli 24.106 euro.  In Europa, la rivale più vicina nel prezzo è una Renault Twingo Equilibre, una city car prodotta in Slovenia, al prezzo di 24.320 euro con soli 81 cavalli.  

Più modelli, più successo

Oltre all’attenzione all’accessibilità economica, il successo della Cina è il risultato della sua produzione in una vasta gamma di modelli per  segmenti e Paesi diversi. Ora che non nascondo più le ambizioni globali, i 170 marchi automobilistici  cinesi hanno preso di mira i mercati con vetture legate alle preferenze dei consumatori di tutto il mondo.

In Cina, i consumatori possono scegliere tra 235 diversi veicoli elettrici, mentre in Europa e negli Stati Uniti la gamma è molto più ridotta con rispettivamente 135 e 51 modelli disponibili in ciascuno mercato. Con vendite nazionali annuali che superano i 25 milioni di unità, aumentano tra l’altro le possibilità per i cinesi di produrre modelli aggiuntivi, cosa che non può avvenire in mercati saturi

Il sostegno del governo cinese

Negli ultimi dieci anni, il governo cinese ha fornito un forte sostegno all’industria nazionale dei veicoli elettrici attraverso  il “Piano di sviluppo dell’industria dei veicoli a nuova energia” che dovrebbe durare fino al 2035. I sussidi sono stati di 57 miliardi di dollarinsolo tra  il 2016 e il 2022. I consumatori cinesi hanno anche beneficiato di significative agevolazioni fiscali per l’acquisto di un’auto elettrica.

Quasi tutti i veicoli elettrici venduti in Cina sono esenti dalla tassa sull’acquisto dei veicoli, il che li rende più accessibili. Sebbene molti Paesi europei offrano qualche forma di sostegno finanziario per favorire la crescita del mercato dei veicoli elettrici, il i benefici e gli incentivi offerti differiscono ampiamente. Ad esempio, negli Stati Uniti, i consumatori possono beneficiare di un credito d’imposta di 7.500 dollari mentre in Europa la cifra è ben più bassa.

Perché le auto cinesi costano meno

Il vantaggio della Cina rispetto agli Stati Uniti e all’Europa nella produzione di veicoli elettrici, oltre agli incentivi, è il costo del lavoro molto basso: gli operai vengono pagati  3,3 dollari all’ora. Ma poi c’è la differente disponibilità di batterie. La Cina ha puntato con  largo anticipo sul settore minerario conquistando una posizione di vantaggio sulle materie prime e avviando in tempi non sospetti la costruzione di massa di accumulatori, complice anche il primato assoluto nella manifattura tech. 

Questa lungimiranza del Dragone ha permesso la costituzione di un solido comparto industriale in cui tante aziende si sono affacciate già 10 o anche 15 anni fa e che ha visto diverse realtà specializzarsi nella costruzione di batterie di tipo diverso .Così, a fianco alle tradizionali “ioni di litio” si sono diffuse anche le litio-ferro-fosfato, che hanno minore densità ma anche minori costi di produzione.

In tempi recenti, sempre in Cina, si lavora inoltre per portare sul mercato tecnologie come il litio-metallo, il litio-zolfo o gli ioni di sodio. L’Europa, dal canto proprio, sta provando a farsi trovare pronta sulle batterie di nuova concezione, lanciandosi all’inseguimento di Pechino anche su ciò che riguarda le materie prime, con il riciclo destinato a conquistare sempre più spazio. Ma la strada è sempre in salita e l’invasione cinese, se le cose non cambieranno, è destinata davvero a mettere in ginocchio le Case europee.

 
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