Auto elettrica: il gigantesco flop del bonus per le colonnine di ricarica
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ApprofondimentiAuto Gio 14 dicembre 2023

Auto elettrica: il gigantesco flop del bonus per le colonnine di ricarica

A fronte degli 80 milioni stanziati dallo Stato ne sono stati richiesti solo 6. Il fallimento fa il bis con quello degli incentivi all'acquisto. Ecco perché "la spina" perde consensi Auto elettrica: il gigantesco flop del bonus per le colonnine di ricarica Ricarica auto elettrica
Maurizio Cattaneo
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Maurizio Cattaneo

Il bonus statale per l’installazione delle colonnine di ricarica delle auto elettriche si sta rivelando un gigantesco flop. I richiedenti al momento sono stati infatti poco più di 5 mila. In sostanza, a fronte degli 80 milioni disponibili ne sono stati accreditati sui conti correnti  appena 6 milioni.  Un fallimento che fa il paio con l’altro maxi-flop del bonus, varato a gennaio, per l’acquisto delle auto elettriche: anche in quest’ultimo caso le risorse messe a disposizione per chi voleva acquistare una vettura a spina sono rimaste nelle casse dello Stato mentre i milioni legati alle auto benzina e diesel sono andate esaurite in poche settimane.

I numeri del flop

Introdotto dal governo Draghi con 40 milioni di euro e confermato anche per il 23-24  il bonus-colonnine avrebbero dovuto dare una forte spinta alle installazioni di wallbox e colonnine di potenza standard nelle abitazioni. In pratica, lo Stato ha speso solo l’8% degli 80 milioni stanziati. Disaggregando i dati si scopre che le domande accolte (in media da 1.500 euro) sono state 561 sulle 576 presentate in relazione al 2022 e 4.992 sulle 5.095 presentate sugli interventi svolti nel 2023. Di più: sono state infatti appena 13  le domande di contributo provenienti dai condomini. Se si considera che nel nostro Paese i palazzi censiti sono circa 1,2 milioni si ha la misura del disinteresse per le auto elettriche.

Le ragioni del flop incentivi

Per giustificare il flop, i difensori dell’elettrico puntano l’indice sulla mancata comunicazione. A pesare sarebbe stata l’assenza di informazione istituzionale: nessuno spot su media e social media, nessuna iniziativa pubblica a livello nazionale o locale, nessun sito web di informazione, i ritardi nel sito web di Invitalia. E poi ancora  le complicazioni al momento della presentazione della domanda, da effettuare tramite Spid attraverso una piattaforma dedicata e la stretta finestra per le domande.

In realtà  un immediato paragone con il superbonus o con gli altri bonus per vetture ed immobili dimostrano che gli italiani, di fronte ad opportunità interessanti, accorrono in  massa superando le pastoie burocratiche. In realtà questo è un fallimento strettamente legato al dato della venduta di auto elettriche che in Italia resta inchiodato sotto il 5% (vendite che riguardano in massima parte società di noleggio).

L’imbroglio della ricarica “green”

Teoricamente l’auto elettrica, per essere davvero ecologica, andrebbe ricaricata con energia prodotta in modo virtuoso. Ovvero non prodotta da centrali termoelettriche. Dunque una domanda è d’obbligo: con i pannelli solari è possibile alimentare le centraline per la ricarica della vettura a spina? La risposta hanno cercato di darla gli esperti di  TuttoEnergia.. Ebbene, tenendo conto che  mediamente un’auto elettrica consuma tra i 14 e i 21 kWh ogni 100 chilometri,  con una batteria da 50 kWh dunque occorrono circa 2.205 kWh per percorrere 15.000 chilometri l’anno (percorrenza media) .

Visto che l’efficienza di un pannello solare varia tra i 150 e i 500 W, a seconda della posizione geografica e delle ore di sole a disposizione, sarebbero necessari almeno cinque  pannelli solari per coprire il fabbisogno di ogni automobilista.  Cinque pannelli solo per la ricarica dell’auto, quando un impianto di una casa privata solitamente varia dai 6 agli 8 pannelli (che devono coprire il fabbisogno energetico di elettrodomestici e quant’altro), dà i limiti di una sbandierata rivoluzione che sa di beffa.

E ora l’auto a spina vede calare  consensi

Ma cosa ne pensano gli automobilisti europei dell’auto elettrica? La risposta, se ancora ce ne fosse bisogno, arriva in questi giorni dallo studio annuale “EV Forward” condotto in Europa dalla società di consulenza Escalent, che intervista ogni anno oltre diecimila consumatori in Francia, Germania, Italia, Spagna e Regno Unito che hanno intenzione di acquistare un’auto entro cinque anni.

Dal dossier emerge che un europeo su tre (34%) non intende pagare un sovrapprezzo per acquistare un nuovo veicolo elettrico invece di un veicolo a benzina. Questo atteggiamento prevale maggiormente in Germania e Spagna, dove quasi la metà degli acquirenti di auto nuove (45%) si aspetta che il costo sia inferiore o uguale al costo di un nuovo veicolo a benzina, rispetto al 31% nel Regno Unito, al 30% in Italia e al 16% in Francia. Poi cìè la difficoltà della ricarica. Infine, quello dell’auto a spina è poi visto come un comparto  “work in progress” e dunque la percezione è che i modelli attuali verranno presto completamente superati.

Il dato finale è che quest’anno addirittura meno persone rispetto al 2022 (il 36% rispetto al 42%) ritengono che i veicoli elettrici rappresentino il futuro. L’indebolimento di questo atteggiamento positivo nei confronti delle vetture elettriche come soluzione del futuro è particolarmente evidente in Spagna, Italia e Francia. Oggi, l’opinione dominante sui veicoli elettrici, espressa dal 40% degli europei, è che si tratti di un’idea interessante.

 
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