Salvini: "Dopo voto Ue, via lo stop a ventita auto a benzina e diesel"
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AutoIn evidenza Lun 08 maggio 2023

Salvini: "Dopo il voto in Europa, via lo stop alla vendita di auto a benzina e diesel"

La catena italiana dell'automotive torna a criticare la decisione Ue in favore del solo elettrico ed e-fuel. Salvini promette correttivi Salvini: "Dopo il voto in Europa, via lo stop alla vendita di auto a benzina e diesel" Ricarica auto elettrica
Maurizio Cattaneo
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Maurizio Cattaneo

L’auto elettrica in Italia non si accende

I dati sulle immatricolazioni dei primi quattro mesi dell’anno confermano la scarsa propensione dei consumatori per le vetture a spina. A fronte infatti di una crescita del 26% delle vendite totali sul fronte dell’elettrico si è assistito ad incrementi modestissimi che arrivano peraltro dopo un 2022 in cui l’auto green aveva perso il 25% della quota di mercato. 

“Quattro mesi positivi per le  immatricolazioni dell’intero settore auto non deve indurci a credere che la crisi sia alle spalle – sottolinea  il presidente di Federmotorizzazione, Simonpaolo Buongiardino.  –  Siamo infatti ancora distanti dalla situazione pre-Covid.  Si potrà consolidare questo recupero? Tutto dipenderà da numerosi fattori, tra cui la disponibilità di vetture nuove, l’andamento degli incentivi e la propensione all’acquisto degli italiani”.

Preoccupa lo stop ai veicoli non elettrici imposto da Bruxelles

Secondo Buongiardino a pesare maggiormente è  la spada di Damocle dello stop ai veicoli non elettrici dal 2035 imposta dall’Unione europea. “L’Italia per vari motivi resta ancora il fanalino di coda in Europa nelle vendite di veicoli full electric – ha aggiunto il presidente di Federmotorizzazione nel corso di un convegno alla Regione Lombardia. –  E  il nodo futuro sono le scelte che verranno prese a Bruxelles. Tenuto conto che nel 2026 é prevista una nuova valutazione di conferma e, con un Parlamento Europeo rinnovato c’è fiducia sul fatto che prevarrà il buon senso, salvando il motore endotermico, che alimenta una fiorente attività’ di componentistica italiana, senza emissioni di CO2 ed affrancandoci dal rischio dell’egemonia cinese”.

“I sostenitori dell’elettrico per tutti e subito –  sottolinea Buongiardino, –non tengono conto della velocità di sviluppo di nuove tecnologie e nuove fonti, come l’idrogeno che già oggi viene utilizzato nella produzione di carburanti sintetici ed in parte immesso nei bio-carburanti. Siamo convinti che non sia possibile, con le tecnologie oggi disponibili, immaginare una risposta univoca di fonti energetiche per ogni tipo di impiego, ma il buon senso ci induce a immaginare diverse e complementari soluzioni in funzione delle diverse necessità di impiego e di servizio”.

Salvini all’attacco

Una linea, quella di lasciare aperta una porta anche all’endotermico, che vede schierato  il ministro dei Trasporti e vicepremier Salvini. “Per evitare di avere tra qualche anno un Paese green ma con milioni di disoccupati é fondamentale che l’Europa lasci la libertà ai singoli Paesi di decidere come arrivare a questa transizione – ha detto Salvini. –  Come governo italiano, stiamo combattendo per la neutralità tecnologica e il bio-carburante. Sul fronte delle tecnologie, tutto solo elettrico non é transizione, significa mettersi mani e piedi in mano alla Cina. “In ogni caso  – conclude il ministro – entro il 2026 a livello europeo ci sarà la possibilità di fare il tagliando a queste norme che, così come sono scritte, non aiutano niente e nessuno”.

Lo spettro disoccupazione

E che la transizione forzata all’elettrico avrà un forte impatto sul numero dei senza lavoro emerge da una ricerca della società di consulenza Deloitte. Il dossier, che si basa su un’analisi quantitativa delle prestazioni finanziarie di quasi 300 fornitori automobilistici globali, certifica le turbolenze nella componentistica (che in Italia vale oltre 600 mila posti di lavoro).

Per Deloitte l’impatto di molteplici ostacoli sorti negli ultimi tre anni e l’effetto combinato dell’inflazione, potrebbero condizionare negativamente su chi sta avviando una non facile transizione dalla fornitura di componenti per l’endotermico a quelli per l’elettrico.  Inoltre lo spostamento verso architetture più standardizzate e meno complicate potrebbe ridurre per i fornitori le opportunità (e soprattutto i margini) nell’interazione con i fabbricanti di auto.

Non solo. Molte case automobilistiche puntano ad operare all in (cioè fabbricando in azienda le parti) per quanto riguarda l’elettrificazione. Un trend questo che riduce il peso dei fornitori esterni e che è opposto rispetto a quanto accade operando nel mondo dei motori a combustione interna.

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