Le colonnine ci sono, ma neanche gli olandesi non vogliono l'auto elettrica
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AperturaAuto Ven 08 settembre 2023

Le colonnine di ricarica ci sono, ma nemmeno gli olandesi vogliono l'auto elettrica

Nel Paese che detiene il record delle centraline di ricarica e viene preso a modello dagli ambientalisti, il 96% dei proprietari di auto a benzina non intende passare alla spina Le colonnine di ricarica ci sono, ma nemmeno gli olandesi vogliono l'auto elettrica Ricarica auto elettrica
Maurizio Cattaneo
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Maurizio Cattaneo

Dall’Olanda arriva un sondaggio che manda in corto circuito le certezze del partito dell’auto elettrica. Proprio nella nazione che vanta il maggior numero di centraline di ricarica in Europa, e che viene preso a modello dalla grancassa ambientalista, gli automobilisti non ne vogliono sapere del passaggio dalla pompa alla spina. 

La stampa del Paese dei tulipani, in occasione del Salone dell’auto di Monaco (tutto orientato alle zero emissioni) riporta con risalto i risultati di un sondaggio secondo cui ben il 96% dei possessori di un’auto a benzina si dice “non ancora pronto a passare all’elettrico”. La ricerca, condotta da Gas Pedial.nl (che confronta l’offerta di oltre 40 siti di auto e 10.000 concessionari dei Paesi Bassi) in collaborazione con  Autotrack , ha preso in considerazione un vasto campione composto da oltre 2mila proprietari di auto a motore endotermico: il risultato, come detto, è che  e la quasi totalità degli intervistati  dichiara di voler tenersi il  proprio veicolo a benzina. E che nell’eventualità di un nuovo acquisto non cambierebbe strada.

Le motivazioni legate al rifiuto dell’auto green vedono in testa  il problema del costo delle vetture

Una questione che accomuna i consumatori di tutta Europa, Italia compresa. Ma che ciò avvenga in un ricco Paese del Nord, dove il reddito pro capite è quasi il doppio rispetto a Grecia, Spagna ed alla nostra Penisola,  dà l’idea di quanto cruciale sia ancora il tema dei listini. In Olanda le auto elettriche più a buon mercato viaggiano attorno ai 25 mila euro (in Italia 21 mila)  con un costo da un terzo al doppio di un pari modello endotermico. E poco importa se il governo olandese sia impegnato a convincere i consumatori a passare all’elettrico a suon di incentivi. Anche il bonus di 3 mila euro non viene considerato sufficiente per scegliere un’auto verde.

Gli intervistati da Pedial.nl e Autotrack hanno poi sollevato dubbi sull’usura delle batterie e dunque sui costi di manutenzione e  sostituzione, nonché  sull‘autonomia dei veicoli che spesso è ben inferiore a quella dichiarata dalla Casa costruttrice.

A passo di gambero

“C’è ancora molta incertezza sul futuro della guida elettrica nei Paesi Bassi – ha detto Jasper Verweij, esperto di Gas Pedain,nl. – E va considerato che oltre agli incentivi, le auto elettriche sono ancora esenti dalla tassa di circolazione. Una imposta che però verrà  ripristinarla dal 2026,  il che non renderà certo le vetture green più attraenti. E lo si vede dalle nostre cifre”. Anche il mercato conferma i risultati della ricerca. Seppur in crescita, le vendite di auto elettriche in Olanda, nei primi sei mesi del 2023 hanno visto un rallentamento rispetto alla corsa degli anni precedenti.

Eppure è proprio l’Olanda a detenere il record europeo delle centraline di ricarica installate. Alla fine dello scorso anno (dato ufficiale) erano presenti in Europa 450.478 punti di ricarica accessibili al pubblico e  oltre il 60% di questi punti di ricarica era  concentrato in tre sole nazioni: Paesi Bassi, Germania e Francia. Da gennaio il numero è cresciuto ulteriormente e ad oggi è proprio la nazione “orange” a vantare il più alto numero di punti di ricarica in Europa. Nei Paesi Bassi hanno superato le 130 mila  contro le poco più di 40mila in Italia.

Un monito condiviso

La ricerca olandese arriva proprio nei giorni in cui al Salone di Monaco va in scena la tecnologia legata all’elettrico. Con la Cina, che per la prima volta in assoluto, diventa protagonista in Europa (il 41% dei nuovi modelli presentati ha gli occhi a mandorla). E proprio sul tema di una  transizione affrettata imposta dall’ambientalismo ideologico di Bruxelles (dal 2035 stop alla vendita di auto diesel e benzina) e sull‘invasione del Dragone sono tornati ad intervenire i Ceo delle principali Case automobilistiche europee.

A cominciare dal numero uno di Bmw, Oliver Zipse. che considera “sciagurata”  la decisione Ue di puntare tutto sulla spina. Critico anche  Luca De Meo (Renault) secondo cui il processo green è inarrestabile ma  si dice fortemente perplesso sui tempi imposti da Bruxelles. Per finire a Carlos Tavares, Ceo di Stellantis, che avverte (pur dichiarando di investire massicciamente nel green) del pericolo di una transizione mal gestita per l’industria del Vecchio Continente.

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