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AutoPrimo piano Lun 26 giugno 2023

Sorpresa: le auto vecchie spesso inquinano meno di quelle nuove

Una ricerca del Politecnico di Milano su dati UnipolTech mette in luce l'importanza della guida rispetto alla tecnologia Euro. Prezzo, rete, ammortamento: i limiti delle auto elettriche Sorpresa: le auto vecchie spesso inquinano meno di quelle nuove
Maurizio Cattaneo
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Maurizio Cattaneo

Le auto vecchie inquinano meno

In Italia le auto a spina possono arrivare al massimo al 30% del parco circolante. E’ il risultato dell’elaborazione di una enorme mole di dati  telematici messi a disposizione dei ricercatori del Politecnico di Milano da UnipolTech e presentati nell’ambito dell’Urban mobility council nell’evento dal titolo “Forum 2023. Energie, infrastrutture e industrie per la mobilità a zero emissioni” che si è svolto a Milano . Secondo il dossier, che ha tenuto conto di una serie di parametri,  tra cui l’elettrificazione delle varie Regioni e l’utilizzo effettivo dell’auto, pensare ad una Penisola completamente elettrica, come chiede Bruxelles, è semplicistico e in ogni caso irrealistico. Di più. La ricerca smentisce anche  l’assunto  nuove tecnologie- salvaguardia dell’ambiente. Anche in questo caso il calcolo delle emissioni non può essere un dato standard valido per tutti (come la classe Euro) ma deve risultare da  tutta una serie di fattori specifici tra cui uso, manutenzione, territorio, ecc. Così in taluni casi un’auto vecchia potrebbe inquinare più  di una nuova. Infine dal dossier emerge che  il tempo di ammortamento del costo di un’auto elettrica (tenuto conto di un prezzo dell’eletricità del periodo pre crisi) è di almeno otto anni.

Il nuovo “indice” della mobilità elettrica

La ricerca propone l’adozione di un nuovo indice, l’E-Private Mobility Index. Il risultato nasce dalla considerazione delle lunghezze dei viaggi effettuati e l’esistenza di un punto di ricarica domestica a basso costo in prossimità dell’abitazione.  Per arrivare ed un risultato sono state prese in considerazione tre province rappresentative delle tre macro aree del territorio nazionale: Brescia  Roma, Bari tendendo conto di circa 360 milioni di spostamenti per oltre 226.000 veicoli. I risultati dell’analisi mettono in luce che l’elettrificabilità, ossia la possibilità di sostituire veicoli tradizionali con veicoli elettrici, varia enormemente da Nord a Sud della Penisola. Se proprio si voglia rappresentare un indicatore per tutto il territorio nazionale, risulta che l’ettrificabilità del parco auto italiano è al 30%.

La classe Euro non dice nulla

Ed il restante 70%? I veicoli tradizionali, che ci si attende rimarranno in circolazione ancora per parecchio tempo, andranno valutati passando dal concetto di black box a quello di green box. Ovvero, uno strumento volto a definire e classificare l’impatto ambientale di ciascun veicolo. Superando il tradizionale concetto di appartenenza alla classe Euro e andando a misurare in modo continuativo i chilometri percorsi, le velocità, lo stile di guida.  Ebbene in taluni casi si arriva al risultato che un veicolo ecologico (classe Euro elevata) usato molto e guidato in modo inefficiente può generare un impatto ambientale maggiore rispetto a un’automobile più vecchia. Ma guidata in modo ”green”. Le emissioni reali, calcolate con le Green box, dicono che ben il 43% dei veicoli Euro 5 ha emissioni di gas serra inferiori alla mediana degli Euro 6. E persino il 26% degli Euro 4 ha un impatto di CO2 inferiore rispetto alla stessa mediana degli Euro 6.

Un aiuto alle amministrazioni

L’approccio basato sul nuovo indice consentirebbe alle amministrazioni pubbliche di pianificare politiche più efficaci per la gestione del traffico veicolare privato e limitare l’inquinamento. In sostanza, attraverso i dati delle scatole green, si può passare da politiche basate sui dati medi, come quelli sulla quantità di emissioni rilasciate da un certo tipo di motore. A politiche basate sui dati effettivi del singolo veicolo e su come è guidato. Una rivoluzione, in particolare nella gestione degli accessi ai centri urbani. Perché l’ingresso nelle Ztl sarebbe basato non solo sull’auto che si possiede. Ma sui chilometri che si percorrono, sulle velocità che si adottano, sul suolo che si occupa, sullo stile di guida.
In sintesi, invece di incaponirsi sull’auto elettrica ( che ha problemi di prezzo ed elettrificazione del territorio) occorre un approccio pragmatico. Che parta anche dalla cultura dell’uso e della manutenzione dell’auto, indipendentemente sia diesel, benzina o a spina.

 

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