Voto europeo: l'endorsement di Tavares (Stellantis) per la sinistra
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AperturaAuto Mar 12 dicembre 2023

Voto europeo: l'endorsement di Tavares (Stellantis) per la sinistra

Il Ceo del gruppo automobilistico franco-italiano, che ha puntato tutto sull'elettrico, entra nel dibattito politico a pochi mesi dalle elezioni del 2024. E a tremare di più è l'Italia Voto europeo: l'endorsement di Tavares (Stellantis) per la sinistra Carlos Tavares, amministratore delegato di Stellantis
Maurizio Cattaneo
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Maurizio Cattaneo

In vista delle elezioni europee Carlos Tavares sposa la sinistra. Quello che sembra un endorsement dell’amministratore delegato di Stellantis è avvenuto durante la quindicesima Goldman Sachs annual industrials and autos Week di Londra. “Il voto in Europa potrebbe produrre sia un’accelerazione sia un rallentamento della domanda di veicoli elettrici a seconda dei risultati – ha detto Tavares entrando in pieno nel dibattito politico. – E in caso di rallentamento nella transizione il settore potrebbe sperimentare ostacoli sulla strada, perché gli investimenti  darebbero poco frutto”.  Nella sostanza, visto che lo stesso amministratore delegato è l’artefice della  strategia Dare Forward 2030, che prevede il  passaggio totale all’elettrico, la speranza per nulla velata è che vincano i partiti di sinistra.

Timori anche per il voto Usa

Tavares in ogni caso ha tenuto a precisare che anche il passaggio all’elettrico non è privo di incognite e che potrebbe mettere in difficoltà molte Case automobilistiche. “Per noi l’elettrico è già profittevole – ha però tenuto a precisare il manager. – E oggi i nostri  veicoli a benzina e gasolio generano i profitti che serviranno per l’introduzione di veicoli elettrici e alimentati con altri combustibili alternativi”.  Una strategia, quella del tutto elettrico,  che si discosta da quella di molte Case europee e soprattutto asiatiche che non hanno alcuna intenzione di mandare in pensione i motori endotermici. E Stellantis, avendo fatto una scelta così radicale,  guarda con preoccupazione anche alle elezioni Usa e alla possibile sconfitta di Biden che rimetterebbe in discussione l’Inflaction reduction act ed i mega investimenti pubblici sul green.

Le preoccupazioni soprattutto in Italia

Ma in cosa potrebbe tradursi l’affermazione che in caso di nuovi scenari gli investimenti del gruppo potrebbero “dare poco frutto”? La prospettiva è inquietante soprattutto per quanto riguarda l’Italia. A fronte di grandi promesse formulate dalla Casa, anche di recente al tavolo del ministero, infatti, ci sono i numeri che parlano chiaro. Oggi Stellantis produce in Francia un milione di auto, mentre in Italia non si arriva a 400 mila.
 
Il gruppo franco-italiano produce negli stabilimenti del nostro Paese sette modelli, mentre Oltralpe sono più del  doppio. In Francia è già attiva una gigafactory per le batterie e tutti i siti produttivi sono coinvolti industrialmente nella transizione. In Italia lo stabilimento al passo con il Piano è solo uno. Anche sul fronte degli investimenti siamo penalizzati: solo il 10% degli investimenti complessivi del gruppo riguarda il nostro Paese.

L’ultima beffa

Da ultimo la notizia che dopo giorni di trattative, Stellantis ha raggiunto un accordo con i sindacati francesi che prevede aumenti in busta paga fino al  4,3% per il 2024, garantendo inoltre un piano che prevede 320 assunzioni, entro l’anno. In Italia viceversa si continua con cassa integrazione ed esodi incentivati.
 
Il ceo, da Goldman Sachs,  ha comunque  confermato che Stellantis ha in programma il lancio di  75 nuovi veicoli a batteria e vendite di veicoli elettrici al 50% negli Stati Uniti e del 100% in Europa al 2030.  Tutto elettrico, dunque, sperando che vinca la sinistra.
 
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