Algebris, Anima, Norges e gli altri: chi ha comprato Mps
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BanchePrimo piano Mar 21 novembre 2023

Algebris, Anima, Norges e gli altri: chi ha comprato Mps

Tornano i grandi investitori esteri nel capitale del Monte, da Blackrock a Fidelity. Nessuno avrebbe quote sopra al 3% Algebris, Anima, Norges e gli altri: chi ha comprato Mps
Gianluca Paolucci
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Gianluca Paolucci

Ha lavorato per Reuters e La Stampa occupandosi di finanza, crac bancari, criminalità finanziaria e corruzione. Dal 2022 è caporedattore di Verità & Affari e scrive per La Verità e Panorama.

Chi ha comprato il 25% di Mps

Investitori istituzionali “di alto profilo”. Che si mettono in fila per tornare nel capitale di Mps dopo due lustri di tribolazioni. Nell’elenco figurano tutti i grandi fondi italiani, da Anima a Eurizon e Fideuram. Grandi istituzionali esteri come Blackrock, Fidelity, Amundi e Norges, il fondo sovrano norvegese. Ma anche Algebris, il fondo di Davide Serra che aveva partecipato anche all’aumento di capitale. Più una serie di hedge funds, “tutti di buona o ottima qualità”. Sono alcuni dei compratori del 25% di Mps venduto ieri dal Tesoro, assistito da BofA, Jefferies e Ubs. Nessuno, spiegano fonti vicine all’operazione, avrebbe preso quote sopra la soglia di rilevanza del 3%. 

La tempistica

Operazione lampo, arrivata dopo settimane di studio e di proposte da parte delle banche che hanno assistito il Mef. Con il ministero che alla fine ha forzato la mano e deciso di puntare su quella che, sulla carta, sembrava l’operazione più rischiosa: mettere sul mercato, con un accelerated bookbuilding, una quota del 25% della banca. Complice anche una scelta dei tempi ottimale, l’operazione si è chiusa con un successo che sorpreso gli stessi venditori. La domanda è stata pari a cinque volte le azioni offerte e lo sconto, inizialmente previsto al 6%, è stato alla fine limitato al 4,9%. 

Titolo giù a Piazza Affari

Una prova che il percorso di risanamento del Monte, dopo oltre un decennio, è finalmente terminato, spiegano le fonti interpellate. La dimensione dell’operazione permette la ricostituzione di un flottante adeguato alla banca e il ritorno dei grandi investitori istituzionali esteri ne è la prova. Compratori che non saranno almeno per oggi troppo soddisfatti. Il titolo, complice una giornata di vendite per tutto il comparto, cede infatti il 7,85% a Piazza Affari e si posiziona al di sotto del prezzo dell’operazione, a 2,83 euro per azione. 

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