A chi parla Enria che esorta le banche ad uscire dalla Russia
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AperturaBanche Mer 28 giugno 2023

A chi parla Enria che esorta le banche europee ad uscire dalla Russia

Il numero uno della Vigilanza Ue: progressi troppo lenti per l'addio a Mosca. Il peso di Raiffeisen e i piani di Intesa e Unicredit A chi parla Enria che esorta le banche europee ad uscire dalla Russia
Gianluca Paolucci
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Gianluca Paolucci

Ha lavorato per Reuters e La Stampa occupandosi di finanza, crac bancari, criminalità finanziaria e corruzione. Dal 2022 è caporedattore di Verità & Affari e scrive per La Verità e Panorama.

Enria esorta le banche europee a uscire dalla Russia

Il numero uno della vigilanza bancaria europea, Andrea Enria, torna a sollecitare gli istituti del continente a uscire dalla Russia. Lo spunto arriva dai quesiti di alcuni europarlamentari, ai quali Enria ha inviato una risposta scritta.

“Dall’inizio della guerra della Russia in Ucraina – scrive Enria -, la vigilanza bancaria della Bce si è impegnata in un intenso monitoraggio e dialogo con le poche istituzioni vigilate che hanno filiali in Russia. Sebbene la maggior parte di queste istituzioni abbia mantenuto le proprie filiali bancarie russe, osserviamo che hanno compiuto progressi nel ridimensionamento delle loro attività“. 

Strategie di uscita

“A livello aggregato – ha spiegato – gli enti vigilati hanno ridotto le proprie esposizioni del 37% tra fine 2021 e fine 2022, accelerando tale riduzione nel quarto trimestre dello scorso anno (-25%). La maggior parte delle istituzioni ha anche deciso di non accettare nuovi affari in Russia e sta esplorando diverse strategie di uscita, come la vendita di attività e la chiusura delle loro operazioni nel mercato russo”.

Progressi lenti

“Tuttavia, ho ripetutamente e pubblicamente espresso preoccupazione per i progressi deludentemente lenti compiuti dalle banche nella riduzione dei rischi derivanti dalle operazioni in corso nel mercato russo”, ha sottolineato Enria. Di recente, la vigilanza bancaria della Bce “ha esortato queste banche ad accelerare le loro strategie di ridimensionamento e di uscita adottando chiare tabelle di marcia e riferendo regolarmente ai loro organi di gestione e alla vigilanza bancaria della Bce sull’esecuzione di questi piani, nonché spiegando i ritardi e/o l’esecuzione impedimenti”.

Quanto pesa Mosca

L’istituto europeo di gran lunga più esposto verso la Russia è l’austriaca Raiffeisen International. Seguita a distanza dall’ungherese Otp, Unicredit, Credit Agricole, Societe Generale, Intesa Sanpaolo e Ing. 

Secondo Bloomberg, l’esposizione alla Russia delle banche europee nel primo trimestre era pari a 45 miliardi di euro. Di questi, 20 miliardi sono relativi alla sola Raiffeisen. L’impatto di questo esposizione sul Cet1 dell’istituto è di 230 punti base. Per Otp, l’impatto sul Cet1 sarebbe di 70 punti base mentre per Unicredit 40 punti base

Unicredit e Intesa

Per quanti riguarda le italiane, l’impatto per Intesa è calcolato in 25 punti base. Nel novembre scorso l’agenzia russa Interfax aveva scritto di un piano per un buyout di Banca Intesa Russia da parte del management, guidato da Antonio Fallico. Ma al momento la controllata risulta ancora nel perimetro del gruppo.

Unicredit nella prima fase successiva all’invasione ha cercato un acquirente per la controllata russa. Ma i negoziati, condotti anche con controparti asiatiche, non hanno portato ai risultati attesi in termini di ritorni.

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