Tassi e lotta all'inflazione, cosa ci si aspetta da Jackson Hole
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EconomiaIn evidenza Gio 24 agosto 2023

Tassi e lotta all'inflazione, cosa ci si aspetta da Jackson Hole

Il simposio di Jackson Hole della Federal Reserve con il numero uno della banca centrale americana, Jerome Powell. Tassi e lotta all'inflazione, cosa ci si aspetta da Jackson Hole
Redazione Verità&Affari
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Redazione Verità&Affari

C’è attesa per l’apertura, oggi, del simposio di Jackson Hole della Federal Reserve con il numero uno della banca centrale americana, Jerome Powell, che parlerà domani, venerdì 25 agosto. Molti analisti si aspettano che rafforzi il messaggio che le decisioni della Fed continueranno a dipendere dai dati e che dunque l’attuale politica della banca centrale americana sia “sufficientemente restrittiva per riportare l’inflazione al suo obiettivo del 2%”, sottolinea Monder Bettaieb-Loriot, Head of Corporate Bonds di Vontobel.

Infatti – spiega l’esperto – con il continuo calo dell’inflazione americana, il tasso nominale dei Fed fund diventa ancora più restrittivo per l’economia a stelle e strisce. Sia Powell che il presidente della Fed di New York Williams hanno recentemente indicato la necessità di ridurre i tassi per mantenere almeno costanti i tassi di interesse reali al fine di preservare il livello massimo di restrittività desiderato. “Potremmo quindi muoverci verso un contesto restrittivo più a lungo, che vede la banca centrale attuare tagli dei tassi a partire dal 2024, mentre l’inflazione continua a decelerare, fino a quando l’economia non tornerà a un’inflazione core del 2%”. A quel punto, secondo il presidente della Fed di New York Williams, si potrebbe pensare di riportare i tassi reali al livello neutrale.

Altrove – continua Bettaieb-Loriot – la recente volatilità del mercato dei titoli del Tesoro statunitense, che ha spinto al rialzo i rendimenti, è stata determinata da un’impennata dei rimborsi e dell’offerta di obbligazioni durante un periodo estivo molto illiquido. La narrativa che sta spingendo al rialzo i rendimenti comprende anche il declassamento del rating del credito statunitense da parte di Fitch e l’aggiustamento della curva di controllo dei rendimenti da parte della Banca del Giappone. “Niente di tutto ciò cambia la mia convinzione che dovremmo vedere rendimenti molto più bassi verso la fine di giugno 2024, a meno che l’inflazione core non smetta di scendere e il PIL non aumenti in modo sostanziale rispetto alle attuali previsioni della Fed di una crescita dell’1-1,5% nel 2024. Questi cambiamenti dovrebbero avvenire insieme”, conclude l’esperto.

Le indicazioni dalla minute della Fed

Anche secondo Richard Flax, Chief Investment Officer di Moneyfarm, gli investitori, per il momento, sono in attesa di capire se la Federal Reserve e le altre banche centrali ritengano che la lotta contro l’inflazione stia effettivamente dando i suoi frutti, e di ottenere qualche indizio sulla durata della stretta monetaria. Le minute della Fed di luglio – spiega l’esperto – ci dicono che “la maggioranza dei membri della banca centrale statunitense continua a ritenere significativo il rischio di un’inflazione in crescita negli Stati Uniti e che sia quindi necessario proseguire con la stretta monetaria per combatterla”.

In Europa – aggiunge Richard Flax – la situazione sembra, al momento, più equilibrata, “l’inflazione rimane elevata ma sta cominciando a scendere e il rallentamento della crescita cinese potrebbe accelerare questa tendenza”. Nel Regno Unito – conclude – “tra gli investitori cresce l’aspettativa che i tassi raggiungano il picco del 5,5%, poiché l’economia continua a soffrire del calo dell’attività nel settore manifatturiero e dei servizi”. (Teleborsa) 

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