Polemica sui fondi del Pnrr, cosa è successo e quali i problemi
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CronacaIn evidenza Gio 06 ottobre 2022

Polemica sui fondi del Pnrr, cosa è successo e quali sono i nodi

Sul Piano nazionale di ripresa e resilienza "non mi pare che ci sia uno scontro" con il presidente del Consiglio, Mario Draghi. Polemica sui fondi del Pnrr, cosa è successo e quali sono i nodi
Redazione Verità&Affari
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La polemica sui fondi del Pnrr

Sul Piano nazionale di ripresa e resilienza “non mi pare che ci sia uno scontro” con il presidente del Consiglio, Mario Draghi. Lo ha detto chiaro la leader di Fratelli d’Italia, Giorgia Meloni, dopo parlando dei fondi dell’Europa si era lasciata andare ad un “ereditiamo una situazione difficile”. La premier in pectore è tornata a precisare il suo pensiero. “Il governo scrive, però, nella Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza che entro la fine dell’anno spenderemo 21 miliardi di euro dei 29,4 che avevamo. Lo diciamo con spirito costruttivo per dire che dobbiamo fare ancora meglio – ha affermato Meloni -. Questa è una giornata di lavoro sui dossier delicati, per essere pronti il prima possibile”.

Ma la frecciatina verso Draghi ha, comunque, acceso le polemiche. “Si lamenta dei ritardi sul Pnrr, assurdo. Cara Giorgia, basta alibi. Non perder tempo: avuto l’incarico fai il governo in 24 ore anziché discutere con Salvini del totoministri e vai tu a Bruxelles al Consiglio Ue il 20 ottobre. Hai fatto cadere Draghi, ora governa tu. Se ti riesce”, ha sparato il leader di Italia viva, Matteo Renzi. A cui si è accordato il numero uno di Azione e del Terzo Polo, Carlo Calenda. Sul Pnrr “ha ragione Draghi senno non ci pagherebbe le trance. Io leggo” le dichiarazioni della Meloni sui ritardi “come un mettere le mani avanti”.

A far rimettere la discussione sul giusto binario ci ha pensato il coordinatore nazionale di Forza Italia, Antonio Tajani. Sul Piano nazionale di ripresa e resilienza “abbiamo detto sin dall’inizio che serviva flessibilità. Flessibilità significa poter apportare dei cambiamenti non strutturali. Non stravolgere, quindi, il Pnrr”. “Parlando con Bruxelles, e questo è fondamentale, si possono apportare degli aggiustamenti per far sì che i soldi dell’Europa possano essere utilizzati nel modo migliore. Progetti, piani, idee, messi in campo all’inizio della crisi, con il passare del tempo sono diventati magari meno attuali”, ha puntualizzato. Infine, la Meloni ha chiuso l’argomento del giorno sostenendo di essere “molto ottimista”. 

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