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AperturaEconomia Gio 15 giugno 2023

Il Parlamento Ue si spacca per la "legge sul ripristino della natura"

La legge sul ripristino della natura spacca il Parlamento Ue Se doveva essere il banco di prova del Green Deal, non è andata proprio benissimo. La cosiddetta “legge sul ripristino della natura” ha superato il voto che ne proponeva il respingimento in toto alla commissione Ambiente (Envi) del Parlamento europeo, ma gli... Il Parlamento Ue si spacca per la "legge sul ripristino della natura"
Redazione Verità&Affari
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La legge sul ripristino della natura spacca il Parlamento Ue

Se doveva essere il banco di prova del Green Deal, non è andata proprio benissimo. La cosiddetta “legge sul ripristino della natura” ha superato il voto che ne proponeva il respingimento in toto alla commissione Ambiente (Envi) del Parlamento europeo, ma gli eurodeputati non hanno fatto in tempo ad approvare il testo finale, dopo che la discussione sugli emendamenti si è protratta oltre il tempo consentito.

Pareggio in commissione

Il Partito popolare europeo, il più numeroso dell’emiciclo comunitario, aveva infatti presentato una mozione per rigettare in toto il testo. Mozione appoggiata dagli altri gruppi politici di destra. 

Per essere approvata (e quindi comportare la bocciatura della legge), serviva la maggioranza dei voti. Ma gli 88 eurodeputati della commissione Envi (Ambiente) si sono equamente divisi tra il Sì e il No, 44 contro 44

La situazione di pareggio si è replicata in molte delle votazioni sugli emendamenti, tanto che dopo più di tre ore, gli eurodeputati si sono resi conto di non avere il tempo di terminare la seduta e votare sull’intero testo, passaggio necessario perché approdasse in sessione plenaria. La discussione è stata rinviata al 27 giugno.

Le pressioni di Timmermans

In una intervista a La Verità, la relatrice ombra del Ppe, la deputata tedesca Christine Schneider, ha anche raccontato le pressioni che ha ricevuto dall’esecutivo Ue e in particolare dal commissario Frans Timmermans. “Ci sono stati incontri individuali con gli eurodeputati, per convincerli a sostenere la legge Nature Restoration. Ero nell’ufficio del vicepresidente Timmermans e anche nell’ufficio del Commissario per l’Ambiente, Virginijus Sinkevicius, a Strasburgo. Volevano sapere di cosa avevamo bisogno per promuovere la leggee colloqui simili ci sono stati anche con altri europarlamentari non solo del mio gruppo. Non ero sola. C’erano anche lo staff e altri europarlamentari con me in ufficio e volevano sapere cosa fare affinché io e il mio gruppo politico votassimo a favore di questa proposta. Gli ho esposto le mie preoccupazioni, che abbiamo rivolto alla Commissione per nove mesi. E che sono molto importanti per me e per il mio gruppo. E dopo che si sono resi conto che non avremmo abbandonato la nostra posizione, hanno iniziato subito a dire: “Ok, se non voterete a favore della legge Natura, il Ppe non otterrà più iniziative legislative che sono importanti per voi in questo periodo”.

“Non posso accettare ricatti”

“Posso davvero affermare che l’atmosfera di quella conversazione era molto sgradevole – prosegue la Schneider nell’intervista -, era piena di pressioni e quasi scortese. Non posso accettare ricatti nei confronti di un parlamento democraticamente eletto e dei suoi membri. Penso che Timmermans abbia diviso il parlamento con il suo comportamento. Invece di lavorare correttamente e presentare una buona proposta su cui ci possiamo confrontare serenamente. Facendo pressione su diversi eurodeputati si danneggiano le relazioni tra la Commissione e il Parlamento a lungo termine”.

I rischi della proposta

La Legge sul ripristino della natura ha come obiettivo di ripristinare gli habitat e le specie animali e vegetali danneggiate dall’attività umana e dai cambiamenti climatici, stabilendo obiettivi giuridicamente vincolanti.

Secondo il Ppe la legge comporterà perdite economiche disastrose per agricoltori e pescatori, metterà in pericolo le catene di approvvigionamento europee. Inoltre, aumenterà i prezzi dei prodotti alimentari per i consumatori e ostacolerà lo sviluppo delle energie rinnovabili.

Affermazioni contestate da partiti di sinistra e Organizzazioni non governative, secondo cui il ripristino della natura è compatibile con l’attività economica e può anzi garantire la vitalità e la produttività a lungo termine del suolo.

 

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