Accordo sul carrello anti inflazione: cos'è e a cosa serve
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EconomiaPrimo piano Sab 09 settembre 2023

Accordo sul "carrello" anti inflazione, partirà da ottobre: cos'è e cosa cambia

Il Patto anti inflazione o "carrello anti inflazione" prenderà il via il primo ottobre e consiste in un sistema di prezzi calmierati. Accordo sul "carrello" anti inflazione, partirà da ottobre: cos'è e cosa cambia
Redazione Verità&Affari
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Spesa, bollette, benzina. Sono tre le direttrici su cui si sta muovendo il governo per alleviare il peso dell’inflazione sulle famiglie e risollevare il potere d’acquisto, proteggendo soprattutto i meno abbienti con il cosiddetto Patto anti inflazione o “carrello anti inflazione”. L’iniziativa, cui le varie associazioni del commercio e dell’industria aderiscono su base volontaria, prenderà il via il primo ottobre e consiste in un sistema di prezzi calmierati per un intero trimestre (ottobre-dicembre).

“Sono molto soddisfatto. Il sistema Italia unito parteciperà a questo trimestre anti inflazione per contenere i prezzi di beni a più largo consumo, non soltanto alimentari, dal primo d’ottobre al 31 dicembre e credo che questo sia un successo del sistema Italia”, ha commentato il ministro Adolfo Urso, spiegando che sarà istituito anche “un tavolo permanente di confronto e consultazione” con gli attori della filiera produttiva e commerciale, con l’obiettivo di “lavorare insieme in maniera sistemica, continuativa e strutturale, per contenere i prezzi alla produzione e quindi i prezzi al consumo”. Il confronto – ha proseguito – riguarderà un paniere di prodotti di largo consumi, per i quali tutti si sono impegnati a contenere i prezzi. Ciò – afferma Urso – “darà un colpo definitivo all’inflazione”.

Non solo i beni alimentari, ma anche i beni non alimentari di largo consumo saranno “sorvegliati” per evitare aumenti incontrollati dei prezzi, in aggiunta ad altre misure che il governo sta valutando. Il ministro Urso ha confermato infatti che anche l’aumento delle bollette “è all’attenzione del governo così come l’aumento dei prezzi dei carburanti”. “Su questo col ministro Giorgetti e con gli altri ministri competenti avremo un confronto – ha assicurato il Ministro – per capire e scegliere come intervenire in modo tale che, soprattutto i ceti meno abbienti, ricevano il sostegno del sistema pubblico e quindi del governo”.

Chi ha aderito al Piano Urso

All’incontro di questa mattina al Mimit ed al Patto anti inflazione aderiscono Centromarca, Federalimentare, Unionfood e IBC, che hanno presentato una lettera di intenti congiunta, in cui prendono una serie di impegni per combattere l’inflazione (dall’informativa presso tutte le associate alla necessità di applicare le singole iniziative in via generale, lasciando prò alle singole associate la libertà di scelta dal punto di vista dell’equilibrio economico-finanziario). Contestualmente, le associazioni firmatarie hanno chiesto al Ministro di farsi promotore di uno specifico tavolo di lavoro interministeriale sul largo consumo al quale dovrebbero essere rappresentate, oltre all’industria di trasformazione, tutte le componenti della filiera, a partire dai fornitori di materie prime e dei servizi energetici, i rappresentanti della logistica, degli imballaggi e la distribuzione. Tale strumento dovrebbe consentire di affrontare, in un’ottica di medio e lungo termine, le problematiche del settore.

“La lotta all’inflazione e la tutela del potere d’acquisito delle famiglie, in una fase particolarmente delicata della congiuntura, è una priorità per il tessuto industriale del Paese”, hanno sottolineato Francesco Mutti, presidente di Centromarca e Flavio Ferretti, presidente di Ibc, aggiungendo “auspichiamo che il Mimit convochi al più presto il tavolo di lavoro, così da poter mettere a fuoco e affrontare le innumerevoli criticità che generano inefficienze e quindi costi all’interno della filiera dei beni di consumo”.

“Abbiamo auspicato sin da subito la partecipazione del mondo della produzione industriale al progetto di contrasto all’inflazione e vediamo quindi con favore il cambio di rotta, seppur tardivo, rispetto alla posizione iniziale di chiusura”, ha affermato Carlo Alberto Buttarelli, presidente di Federdistribuzione, ribadendo “già da diciotto mesi le aziende distributive si stanno dedicando incessantemente a tutelare il potere di acquisto degli italiani, anche attraverso uno sforzo economico che ha messo sotto forte pressione la loro stessa redditività. Come settore, daremo continuità a questo impegno nell’offrire opportunità di convenienza e risparmio alle famiglie, attraverso le varie attività che saranno individuate da ciascuna impresa”.

Molto caute le associazioni dei consumatori

“In assenza di controlli, il paniere anti-inflazione voluto dal Governo rischia di rimanere una arma spuntata e di non incidere sulla vita concreta degli italiani, alleggerendone la spesa quotidiana”, ha affermato Codacons, aggiungendo “in attesa di conoscere i dettagli sull’accordo, ossia quali prodotti saranno inseriti nel paniere, con quali sconti e l’elenco degli esercizi aderenti, i controlli devono scattare da subito, e il ministro Urso deve impegnarsi attivamente per impedire ulteriori rincari anche prima di ottobre“.

“Le proposte messe in campo dal Governo per far fronte alle cause reali del rialzo dei prezzi, per quanto meritorie, potrebbero non essere sufficienti ad arginare l’attuale spirale inflattiva e scongiurare il peggio”, afferma Assoutenti, che chiede anche l’istituzione di “osservatori locali in grado di rilevare rapidamente la dinamica dei prezzi al consumo su un paniere definito di beni e servizi, monitorando anche l’andamento dell’accordo antinflazione nel bacino di riferimento”.

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